12 anni e canta "levati la minigonna". Scoppia lo scandalo e i giovani napoletani si difendono

di Anna Laudati
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Dopo  “scivola quel jeans” cantata da Raffaello, dal pianeta neomelodico arriva la minigonna della discordia invocata nella canzone di Giuseppe Junior, nuovo idolo dei teenegers partenopei (di Monica Scotti)

20091119_giuseppe_1_280xfree.jpgAll’origine della polemica che si è scatenata a macchia d’olio da qualche settimana partendo dal napoletano, il video della canzone, ""Levati la minigonna", il cui titolo originale è “Bellissima”, che sta spopolando in rete tra commenti buffi e critiche al veleno. Il video è stato addirittura rimosso da youtube dietro segnalazione inviata da un ex-assessore napoletano alla polizia postale, in quanto considerato “scandaloso” e inneggiante alla “pedo-pornografia” (salvo poi essere trasmesso dalla tv di stato nel corso del programma di Rai2 “Scorie”).

Il perché di tanto shakespeariano “rumore”? Per iniziare l’interprete del testo, che nel ritornello recita “vola via il mio pantalone”, “mentre ti togli i vestiti ti prendo una coca” (tocco da perfetto gentleman) e “facciamolo ancora e ancora” (chi ha detto che il mito del maschio latino è in declino?), è un ragazzino di appena 12 anni, attivo nel mondo della canzone partenopea già da un pò. Capelli tirati col gel, occhiali da sole, atteggiamenti da adulto che vanno poco d’accordo col viso paffuto e le rotondità da bambino che proprio non riesce a nascondere, Giuseppe Junior nei suoi video lascia, in effetti, abbastanza perplessi. Ma basta vederlo canticchiare disteso sul letto con una coetanea per urlare all’oltraggio? Per quanto quello che canta sia esplicito, c’è davvero della malizia nei suoi modi un po’ trash? Tra chi si scandalizza e chi ci ride su pensando che il richiamo al sesso precoce sia solo una trovata pubblicitaria, emerge nei forum di discussione la voce di internauti che in questa vicenda vedono nient’altro che ipocrisia. Giuseppe Junior ha cantato in passato testi abbastanza controversi come “O’ carcere” (il carcere), in cui si parla di detenzione minorile, e “Nun o dicere cchiù” (non dirlo più), in cui si fa cenno a una faida familiare con annesso omicidio, perché soltanto adesso ci si accorge di quanto siano inappropriati certi temi messi in bocca ad un bambino? Preoccupa i benpensanti che si parli di sesso piuttosto che di furti o di violenza?

La vicenda del baby-cantante, e di quella che si potrebbe chiamare la “minigonna della discordia”, è stata anche lo spunto per aprire in rete un dibattito sugli stereotipi che ancora sembrano prevalere nella caratterizzazione del Nord e del Sud della nostra penisola. Non sono pochi i commenti di ragazzi originari della Campania che non si riconoscono nei modi quasi macchiettistici e nella realtà  riproposta dalle canzoni di cantanti neomelodici. Questi ragazzi criticano l’immagine che viene data del Sud, canterino e dedito a piccoli crimini, tuttavia a farsi chiamare “terroni buoni solo a stare dietro alle ragazze” proprio non ci stanno. Ed ecco che nei blog in cui si parla di Giuseppe Junior spesso si leggono interventi in cui si rincorrono parole come “terrone” e “polentone” usati a mo’ di offesa. “Non è vero che non vogliamo lavorare”- interviene un anonimo internauta- “nelle fabbriche al Nord ci sono una marea di operai meridionali!”.