Labioplastica. Moda choc in Gran Bretagna

di Anna Laudati
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Sempre più diffusa fra le teenager la labioplastica (di Paola Pepe) 

chirurgia.jpgAumenta notevolmente nel Regno Unito il numero di giovanissime che si sottopongono a labioplastica, operazione di chirurgia per ridurre il tessuto delle labbra vaginali, definita dalla stampa britannica l'aspirazione alla  vagina perfetta. Sembra assurdo, ma gli interventi di chirurgia vaginale sono tantissimi, dal pube grassottello alla vaginoplastica, dall’imenoplastica al trattamento del monte di venere prominente, dal lifting delle cosce al ringiovanimento della zona genitale, oltre alla labioplastica di riduzione e al lipoffilling. Solo nelle strutture pubbliche britanniche gli interventi sono aumentati del 70% rispetto all'anno precedente.

  

La procedura si effettua in anestesia locale e dura circa 30-40 minuti. L'attività sessuale può essere ripresa dopo appena 4-6 settimane. In anestesia locale si procede all’eliminazione del tessuto eccedente, avendo cura sia di non ipercorreggere sia di eseguire un’asportazione simmetrica e non eccessiva. Al termine dell'intervento si applica una sutura di tipo riassorbibile. Ma perchè una donna dovrebbe pensare a un rimodellamento estetico di una zona così intima e non esposta come l'area vaginale? Secondo le ragazzine gli interventi di chirurgia plastica vaginale risolvono piccoli ma imbarazzanti problemi, facendo ritrovare il piacere del proprio corpo e di un rapporto vissuto serenamente anche nella convinzione di un miglioramento della prestazione sessuale tramite la maggiore esposizione del clitoride. Le dimensioni anormali delle labbra, affermano con convinzione le ragazze, possono anche causare difficoltà in materia di igiene e attività sportive. Secondo la Bbc sono ben più seri e profondi i motivi per cui le donne decidono di ricorrere ad un’operazione chirurgica di questo tipo. Primo fra tutti un problema estetico di natura psicologica che andrebbe risolto in modo diverso.

Uno studio pubblicato sulla rivista British Journal of Obstetrics and Gynaecology inoltre critica la pratica, sostenendo che non sono noti gli eventuali effetti collaterali dell'intervento, i rischi derivanti da infezioni, sanguinamento,  emorragie ed anomala cicatrizzazione.