Al via l'anno europeo per la lotta alla povertà e all'esclusione sociale

di Anna Laudati

L’obiettivo è compilare un calendario di iniziative, convegni, ricerche e azioni pratiche per sensibilizzare la politica, i cittadini e i media al tema della povertà, paradossalmente ancora - e forse sempre di più - di forte attualità nella ricca europa (di Andrea Sottero)

logo.gifAbituati come siamo a leggere e vedere immagini di povertà nei Paesi sottosviluppati, quasi non ci accorgiamo di quanto il problema sia diffuso anche nelle ricche società  in cui viviamo. Così, leggere che il 17 % degli europei (vale a dire più di 80 milioni di persone) non dispone ancora, oggi, delle risorse sufficienti a soddisfare le proprie necessità primarie fa senz’altro riflettere: non stiamo, infatti, parlando di povertà relativa, pur grave, per la quale spesso i media si fanno portavoce del malcontento popolare diffuso, bensì di vera e propria povertà primaria.

Che l’Europa a 27 sia ancora costituita da realtà disomogenee, molto differenti tra di loro da un punto di vista sociale e macroeconomico è un dato di fatto, ma la percezione di instabilità e di inadeguatezza delle risorse disponibili, secondo l’indagine Eurobarometer condotta su tutti i Paesi dell’Unione, è un denominatore comune in tutte le aree geografiche che ne fanno parte. Non si può, poi, dimenticare che tra gli obiettivi principali dell’Unione Europea vi è quello di consolidare un processo di convergenza delle condizioni di vita e lavoro di tutti gli Stati membri e che alla base di questa evoluzione vi è uno dei principi ispiratori della linea politica ed economica comunitaria, quello di solidarietà. L’aver eletto il 2010 ad anno europeo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale sembra, quindi, di buon auspicio per una riflessione profonda di tutti i soggetti politici e sociali interessati. Agire per risolvere innanzitutto le questioni più gravi ed evidenti, per poi promuovere una qualità della vita all’altezza delle aspettative e nel rispetto delle pari opportunità è quello che ci si deve proporre.

Significativo è il fatto che finalmente la stampa e i media sono chiamati a fare la loro parte come soggetti integrati nel progetto, attraverso iniziative che li coinvolgono direttamente e attraverso una richiesta d’aiuto esplicita a lavorare per la buona riuscita degli obiettivi. La speranza è che i giornalisti abbiano, nel corso dell’anno, davvero accesso ai dati e alle notizie di cui hanno bisogno per diffondere un’informazione oggettiva e puntuale. Il progetto- ampio- vede coinvolti in prima linea i vari stati membri, che hanno il compito di predisporre e incoraggiare iniziative, dibattiti e studi mirati sull’argomento. La direttiva del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali italiano (reperibile sul sito del ministero:  dà la possibilità di presentare progetti per i quali ottenere un contributo entro il 1 febbraio prossimo. Si darà la preferenza a proposte di carattere nazionale o locale che coinvolgano, però, un bacino di almeno 100000 abitanti e che siano il frutto di una collaborazione tra iniziativa pubblica e privata.

Intanto, tra gli eventi già programmati nel nostro Paese, ci sono il primo festival internazionale del sociale, associazionismo e volontariato, dedicato alle realtà non profit attive nel campo della cultura, della solidarietà sociale e dello sport, in calendario a Bologna nel mese di Giugno e un convegno sul rispetto dell’ambiente e sull’aiuto ai gruppi sociali più deboli, con una particolare attenzione all’immigrazione (SoleXP, esperienza sostenibile e legale), in programma dal 16 al 18 Luglio a Linguaglossa in Sicilia.