L'accesso alle università americane: oltre il SAT e l'ACT

di Anna Laudati

Meritocrazia per accedere ai corsi universitari americani più ambiti (di Andrea Sottero)

social_media_college_admissions.jpgChi conosce il sistema accademico americano sa che per gli studenti degli ultimi anni delle scuola superiori, il mese di Dicembre è stato un periodo particolarmente impegnativo. In America, infatti, non esiste un equivalente dell’esame di maturità che abbia valore legale e l’accesso alle università è regolato sulla  base della carriera scolastica (ed extracurriculare pregressa dello studente), delle referenze che lo studente si deve impegnare a trovare, di un colloquio motivazionale e del risultato di alcuni test che verificano la preparazione e l’attitudine del candidato e che sono uguali nel mondo.

Così, di norma, nelle prime settimane di Dicembre migliaia di studenti sostengono il SAT e l’ACT, i due test più conosciuti e richiesti. Il primo, ideato più di 80 anni fa è pensato per verificare innanzitutto le abilità logico-matematiche e la predisposizione innata verso alcune discipline, mentre l’ACT, creato a cavallo degli anni ’60 del secolo scorso si propone più di valutare il grado di preparazione acquisita sui banchi di scuola. Dal risultato di uno o di entrambi i test dipende in larga misura se si verrà accettati in una piuttosto che nell’altra università. Inutile dire, che le istituzioni migliori sono quelle che richiedono i punteggi più alti. Tuttavia, poiché si tratta di esami a pagamento (e an che piuttosto cari), le società che li organizzano si sono nel tempo adeguati alle esigenze degli studenti. Così se una volta chi faceva più di una volta il SAT per migliorare il proprio risultato era costretto a riportare all’università tutti quanti i risultati ottenuti, anche quelli più scarsi, oggi, come già da anni avveniva per l’ACT, viene segnalato solo il più alto.

Come ha giustamente ricordato David Kaplan in un articolo apparso sulle pagine della rivista Fortune dedicato all’argomento, questo significa meno stress per gli studenti, più tentativi e naturalmente più soldi per la società che fornisce il test. Oggi, poi, vi è un’ulteriore agevolazione per gli studenti americani: molte università accettano che si mandi loro il risultato migliore limitatamente ad una sezione specifica del test, permettendo loro di integrare i risultati del SAT con quelli dell’ACT. Di due uno, insomma, prendendo solo il meglio di entrambi. Il risultato? Che alla fine, l’unica vera differenza rispetto ai risultati della nostra maturità e degli eventuali test di ingresso alle facoltà a numero chiuso è l’oggettività della correzione e l’universalità dei contenuti testati. E poi naturalmente le referenze da cercare, il colloquio da  sostenere, il tentativo di indagare la motivazione e il reale potenziale del candidato…

Forse, qualche differenza c’è!