Servizio civile, fatti contagiare

di Anna Laudati
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V Assemblea nazionale dei delegati del servizio civile. I giovani volontari ribadiscono la necessità di dare una definizione giuridica dello status del volontario (di Cosimo Caridi)

consulta.jpgDal 2006, anno in cui è terminata la leva obbligatoria, il servizio civile vive un periodo di rinnovamento. In questo momento ci sono sparsi per l’Italia più di 40.000 volontari che prestano servizio in quasi 3000 enti, come regioni, province e associazioni. La distribuzione sul territorio nazionale di questi ragazzi vede una netta prevalenza di progetti nel mezzogiorno, dove solo Campania e Sicilia raggiungono i 20.000 volontari attualmente in servizio. La maggioranza dei progetti, circa il 40%, si svolge in ambito assistenziale,vi sono inoltre a progetti a carattere culturale, sociale, di difesa dell’ambiente e del patrimonio artistico.

 

 

Tra le novità che l’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile (UNSC) sta portando avanti c’è la rappresentanza dei volontari nella Consulta per il servizio civile. Questa è un tavolo di lavoro dove siedono 15 membri, tra i quali gli enti e i rappresentanti delle autorità: 4 dei componenti sono volontari del servizio civile, ognuno a rappresentanza di una macro-area: Nord, Centro, Sud ed Estero. La carica dei rappresentanti nazionali è biennale, ogni anno vengono eletti per due delle macro-aree. Quest’anno era il turno di Nord e Sud. Le elezioni sono composte da due fasi: una preliminare in cui tutti i volontari sono chiamati a esprimere la propria preferenza su una lista di candidati redatta a livello regionale.

Queste votazioni avvengono tramite internet e quest’anno sono state un vero successo, essendo cresciuta del 5% la partecipazione al voto. La seconda fase coincide con l’assemblea nazionale dei delegati regionali, che si è tenuta a Roma il 6 e 7 giugno presso l’Istituto Superiore Antincendi. Tutti i delegati regionali sono stati convocati e per ogni regione è stato nominato un rappresentante. Vi è poi stata una votazione in plenaria in cui tutti i delegati hanno scelto il rappresentante nazionale per la macro-area Nord, Carmelo Interinano, e la rappresentante della macro-area Sud, Giuseppina Ascione. I due nuovi eletti affiancheranno nella Consulta Francesco Brollo per l’Estero e Gennaro Buonauro per il Centro. 

consulta_1.jpgIl direttore dell’Ufficio Nazionale del Servizio Civile, Dott. Diego Cipriani, ha aperto i lavori presentando il bando 2008 per il Servizio Civile pubblicato sul sito www.serviziocivile.it proprio in concomitanza con l’assemblea nazionale. Il nuovo bando deve fare i conti con una contrazione dei fondi, infatti si passa dai quasi 43.000 volontari ora attivi ai poco più dei 34.000 previsti nel bando 2008. Cresce il numero dei progetti a carattere assistenziale, che arrivano a coprire il 50%, cresce anche il numero di volontari all’estero da 400 del 2007 a più di 600 per l’anno in corso. Da notare l’assenza, a questa due giorni, del futuro Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Sen. Carlo Giovanardi, che svolse il servizio militare nell’Arma dei Carbinieri. Il Senatore riceverà in settimana le deleghe in materia di famiglia, droga e servizio civile, ricoprirà questa carica per la seconda volta, infatti si era occupato di servizio civile  per i 5 anni del precedente governo Berlusconi. 

La V assemblea nazionale dei delegati è stata inoltre sede di analisi, da parte di tutti i presenti, nei confronti del mondo del Servizio Civile. I Delegati hanno avuto modo di dibattere su quelli che sono i temi più sentiti dai volontari in servizio, ed è stato approvato un documento finale, dedicato alle morti bianche e in particolare ai tre volontari morti, il 19 aprile, in un incidente stradale nel cosentino. Nel documento finale trova spazio la necessità di una definizione giuridica dello status del volontario, infatti il giovane che presta servizio non è un lavoratore e neanche un volontario, ma una figura voluta dallo stato che svolge un ruolo fondamentale per la crescita della società civile italiana e la costruzione di una pace che va al di là della difesa dei confini e dell’assenza di conflitto.

Il riconoscimento dello status dei giovani in servizio civile è un tema ancora aperto, basti pensare che per garantire ai volontari il versamento relativo ai contributi ai fini previdenziali, l’INPS li ha assimilati ai lavoratori con  contratto di collaborazione coordinata e continuativa, pur lasciando totalmente a carico dell’UNSC l’onere di versare i relativi contributi (vedi: circolare emanata dall’Inps in data 30 aprile 2008, n. 55 - www.inps.it). Questo, a detta del direttore Cipriani, aumenta la pressione fiscale, che supera il 30% per ogni volontario, se si somma il 24.7% dell’Inps con 8,4% dell’Irap, togliendo fondi per altri progetti. Inoltre a causa del mancato riconoscimento dello status di volontario in servizio civile, i giovani si vedono spesso negata l’autorizzazione a svolgere il servizio per tutta la sua durata nel paese di destinazione, dove vengono registrati come semplici turisti, con tutte le limitazioni del caso.

Esiste chiara nella mente di ogni cittadino l’immagine del soldato, che “esporta la democrazia” e vigila sulla sicurezza, ma pochi hanno un’idea dell’obiettore di coscienza che crede e lavora per una comunità basata su condivisione e nonviolenza. A questa mancanza dovranno sopperire i nuovi volontari. Chi sceglierà questa vita per un anno di servizio civile avrà a disposizione un’esperienza irripetibile per lasciarsi contagiare dai valori portanti di una società fondata sulla pace.  

(Pubblicato anche su  www.antennedipace.org)