Servizio Civile tra volontario o obbligatorio: un dovere renderlo realmente accessibile

di Anna Laudati

Una riflessione in itinere quella sulla legge 64/2001 che attualmente risulta essere un diritto non a tutti concesso a causa della scarsezza del Fondo Nazionale (di Francesco  Enrico Gentile)

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L’ultimo intervento in ordine di tempo e’ di Salvatore Bragantini, firma del Corriere della Sera. In una articolo dello scorso 17 giugno, l’opinionista del quotidiano di Via Solferino ha rilanciato l’idea di una mutazione in chiave obbligatoria del Sc istituito nell’ormai lontano 2001, evidenziando come l’assenza di momenti “comunitari”  e di impegno delle giovani generazioni  di fatto incide negativamente sul tessuto sociale e civile della nazione.

Già nel famoso programma dell’Unione del 2006, coalizione poi vincitrice delle elezioni, si delineava la possibilità di un SC obbligatorio, “Un servizio civile per un periodo limitato, da svolgere con modalita’ flessibili, aperto anche agli stranieri che ne facciano richiesta [...] Come dire, elementi di stravolgimento del sistema che in questi anni sembra aver prodotto risultati incoraggianti sono comuni alle diverse sensibilità del panorama pubblico italiano.

Convinti che l’obbligatorietà incentivi una partecipazione che a loro pare parziale di fatto rischia di snaturare una realtà che  in questi anni, tra tanti limiti, ha prodotto un avanzamento complessivo degli elementi di partecipazione e di consapevolezza civica dei giovani italiani. Come spiegare altrimenti la progressiva crescita del numero delle domande di partecipazione ai progetti di Servizio civile?

Cosa ci dicono le migliaia di giovani che in questi anni hanno tentato di svolgere il servizio civile, dedicando parte del loro prezioso tempo libero ad esperienze di impegno volontario? Raccontano di un tessuto generazionale che non ha bisogno di elementi di coercizione per mettersi a disposizione della collettività, fornendo il loro contributo per realizzare condizioni di benessere per anziani, minori, soggetti disagiati, per i loro concittadini e i loro coetanei.

Parlare di un servizio civile obbligatorio con un pizzico di nostalgia pontificando sul valore dell’ormai sepolto servizio militare significa non guardare con rispetto alla moltitudine di persone, enti, utenti e non conoscere un mondo che con il tempo si arricchisce di figure, di esperienze, di sensibilità. Quella sul servizio civile assume quindi sempre più i caratteri di una discussione accademica con la colpevole conseguenza di sottrarre tempo e attenzioni a questioni che sono ben più serie e stringenti.

Ad esempio sarebbe utile una riflessione sulla necessità di aumentare gli stanziamenti per il Fondo Nazionale per il Servizio Civile, specialmente dopo le scelte dell’ex ministro del tesoro Tommaso Padoa Schioppa. Insomma il punto non e’ se renderlo obbligatorio o meno ma come renderlo realmente accessibile, un diritto non un dovere.