Servizio Volontario Europeo: esperienze di interscambi culturali per un'Europa giovane

di Anna Laudati
“Manca ancora una vera attività di networking dei volontari …”. A tu per tu con Erika Gerardini, responsabile dei progetti e mobilità della neonata Associazione AIM – Agenzia Intercultura e Mobilità di Roma (di Ginfranco Mingione)

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L’associazione è alla ricerca di giovani che siano pronti a partire, nei prossimi mesi, per il  Servizio Volontario Europeo. Un progetto giovane per vivere un’esperienza di viaggio e di volontariato all’estero...

 

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Servizio volontario europeo. Una sfida che parte da molto lontano. Quando e ad opera di chi nasce questa importante iniziativa?  Lo SVE, Servizio Volontario Europeo, è un azione del programma europeo per la mobilità giovanile “Youth in action”, un programma nato e rivolto a tutti i giovani riuniti in associazioni o in gruppi informali.  

 

Se dovesse spiegare ad un giovane in cosa consiste tale esperienza, cosa gli direbbe?

Lo SVE è un periodo di minimo 2 massimo 12 mesi che uno o più ragazzi e ragazze possono trascorrere in un paese europeo svolgendo un’attività ben precisa, individuata in un progetto che i volontari stessi scelgono da un database europeo (sito http://www.gioventunazionale.it/public/) . Le attività non rientrano soltanto in quelle “classiche” del volontariato, bensì si prefiggono anche l’obiettivo di promuovere una tipologia di apprendimento basata sull’educazione non formale ovvero l’imparare facendo “learning by doing” e l’apprendimento permanente attraverso l’esperienza.In un'Europa sempre più aperta, gli scambi culturali sono al centro dell'attenzione giovanile. Quanto è importante tale esperienza formativa e professionale?L’esperienza è unica e va decisa con coscienza. Partire non è mai facile. C’è chi lo fa per scappare – e siamo dinanzi ad un vero esodo in questi mesi -  e c’è chi lo fa perché vuole vivere un periodo all’estero e confrontarsi con gli altri ragazzi, con se stesso e mettersi alla prova. Muoversi è fondamentale ed in tale senso va la nuova direzione dell’Europa del ventunesimo secolo, l’Europa che vuole essere “dei cittadini”. Una nuova direzione che dopo aver permesso gli scambi economici e di merci, deve ora agevolare e permettere gli scambi di persone e soprattutto, la mobilità dei giovani. 

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Come sono strutturati i progetti e che durata hanno?

Lo SVE non è un anno di lavoro all’estero e non è Servizio civile. E’ uno scambio di competenze e volontà di fare qualcosa, anche per individuare una diversa professionalità. Fuori dagli schemi imposti dall’educazione formale che ormai è satura di vie d’uscita. Concluse le scuole superiori ogni giovane è posto dinanzi a una duplice scelta: la carriera universitaria o l’alternativa, spesso vissuta negativamente, di trovare lavoro. Se si sceglie l’Università le vie che si aprono dopo la Laurea sono diverse: tirocini, stage, contrattini e volontariato (non volontario). Lo Sve non è nulla di tutto ciò; è un’esperienza vera, dove il  volontario è tutelato e seguito e diviene il motore del progetto che si sceglie e che viene rimodulato secondo il proprio profilo personale.

A chi sono rivolti?

Lo SVE è rivolto ai giovani dai 18 ai 30 anni. Non importa il titolo di studio. Chiunque può partecipare a prescindere dalla provenienza geografica, status sociale e religioso. Lo SVE è per tutti. 

Quanti e da dove provengono i giovani che vi hanno partecipato fino ad oggi?

Da tutt’Europa. Se lanci la domanda al web cercando esperienze e racconti SVE trovi un mondo  a parte, una community di giovani che stanno vivendo o hanno vissuto un’esperienza e la raccontano, la fotografano, la filmano e la vogliono condividere. Il problema dell’Italia è che la mobilità giovanile è argomento secondario e i giovani che vanno e vengono, con valigie e racconti incredibili, spesso non vengono ascoltati e non hanno modo di condividere ciò che hanno vissuto e continuare il percorso nel proprio Paese. Manca ancora vera attività di networking di volontari.

Servizio civile volontario oppure obbligatorio. Cosa pensa a riguardo?

Nulla è obbligatorio, così come il Servizio civile, lo Sve è una libera scelta per i giovani. A esempio, sin dalla fase della scelta di prendere parte ad uno dei progetti, i volontari sono parte del progetto e ne vivono tutte le fasi. Dalla richiesta alla partenza. L’Associazione allunga la mano ed i volontari la prendono e poi una volta partiti corrono da soli, adottati dall’Associazione che li accoglie. Questa è un tipo di azione che comporta un intenso lavoro di coordinamento tra l’Associazione d’invio e l’Associazione di accoglienza.  logo-aim_2.pngAim, agenzia intercultura e mobilità opera, per ora, nell’ambito del reclutamento di volontari per il network Giosef Italy che è un ente di coordinamento ovvero può, sia accogliere che inviare volontari, e coordina associazioni minori, ha partners Sve in tutt'Europa e sta crescendo di giorno in giorno. Giosef ha sede a Caserta e in altre 7 regioni italiane. Al suo interno ci sono almeno 20 associazioni giovanili che lavorano con programmi europei di mobilità.Aim è un’associazione nata da poco a Roma e rappresenta l’antenna romana del network. In collaborazione con il Cesv centro servizi per il volontariato ha organizzato un incontro informativo gratuito lo scorso 22 Luglio, al quale erano presenti decine di ragazzi. Ma come detto prima, partire non è facile. I progetti che posso ospitare volontari sono tanti, ragazzi fatevi avanti: lo Sve è li che bussa, bisogna solo trovare il modo che la giusta musica arrivi ai giovani italiani. 

Per ulteriori informazioni potete inviare una mail all’indirizzo seguente Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.  o in alternativa contattare la responsabile Erica Gerardini al numero +39.339 1964454.