Da servizio civile a lavoro e professione

di Anna Laudati

“La scelta di dedicarsi per un anno al servizio civile secondo me è da intendersi come una concreta possibilità e disponibilità a farsi conoscere”. Una ex volontaria di servizio civile, ci racconta come il suo servizio civile da passione si è trasformato in lavoro (di Anna Laudati)

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Anna De Gennaro Aquino, 23 anni, laureanda in Scienze del servizio sociale presso l’Università Federico II di Napoli, è una ragazza che come tante nel 2006 presentò la domanda per svolgere il servizio civile in un progetto Amesci rivolto al settore dell’assistenza…… al termine del progetto le è stato proposto un contratto di lavoro come educatrice presso la Casa famiglia dove per un anno aveva svolto l’anno di volontariato.

Perché hai deciso di svolgere il servizio civile? Mi sembrava un’esperienza formativa ed in più mi era utile per svolgere attività di tirocinio attinente al mio corso di studi universitari.

Hai scelto un progetto di assistenza rivolto ai  bambini e ragazzi accolti nelle Case famiglia, uno tra i più impegnativi e per cui è necessaria una forte passione oltre ad un gran senso di responsabilità e professionalità. Perchè? Perché mi sentivo portata a relazionarmi con dei bambini che pur avendo dei disagi sono comunque con la loro semplicità, schiettezza in grado di comunicare gioia di vivere ed emozioni.

Raccontaci in breve la tua esperienza. Di cosa ti sei occupata? Ho lavorato presso la casa famiglia “Ariel” di Meta di Sorrento e sono subito stata inserita nell’organico. L’ho vissuta a pieno perché mi sono inserita nei loro programmi, nelle loro attività, ho partecipato a corsi di formazione, riunioni formative. E’ stata un’esperienza entusiasmante molto dura e completa sotto tutti i punti di vista perché si ha a che fare con minori ai quali è stata negata l’infanzia e con tutte le problematiche che ne conseguono.

Il rapporto con i tuoi colleghi di servizio civile? Nella struttura non vi erano altri volontaridi servizio civile e il personale si è mostrato subito disponibile ad offrirmi i necessari strumenti per rapportarmi  agli “ospiti” della struttura. Inizialmente è stato difficile relazionarmi con loro e trovare un giusto equilibrio tra i vari ruoli della struttura, ma non è stato difficile inserirmi nell’organizzazione.

Il rapporto con le responsabili della Casa famiglia? Il primo impatto non è stato facile infatti ero alla mia prima esperienza lavorativa, rispettare delle regole, degli orari, e soprattutto dei ruoli, non è facile. Ma ho avuto la fortuna di avere incontrato dei colleghi che oltre ad essere molto competenti si sono mostrati attenti e disponibili nei miei confronti trasmettendomi da subito la loro esperienza.

Da servizio civile a lavoro. Hai mai pensato che un giorno saresti potuta rimanere a lavorare come educatrice nella struttura? Sicuramente era un obiettivo che mi ero prefissata e questo è stato uno stimolo positivo per la mia crescita professionale e per il mio impegno.

Bambini con storie complicate alle loro spalle. Quanto secondo te i progetti di  servizio civile possono contribuire al buon funzionamento delle Case famiglia e allo star “bene o meglio” dei ragazzi ospiti di quelle strutture? Il servizio civile può essere un valido aiuto per lo sviluppo delle case famiglia e in generale delle strutture di accoglienza per chi vive un disagio sociale ma è fondamentale che i volontari che scelgono di lavorare in queste realtà siano motivate fortemente e sappiano bene affrontare realtà complesse che richiedono spesso spirito di sacrificio e capacità di mettersi in discussione.

Il tuo servizio civile si è trasformato in lavoro. Un sogno che si è realizzato o un qualcosa che è avvenuto  così per caso? La scelta del luogo dove ho svolto il servizio civile inizialmente è stata una scelta casuale ma con il passare del tempo ho capito che quell’esperienza che mi prendeva così tanto, si sarebbe potuto trasformare in lavoro, poiché mi sentivo motivata e soprattutto sentivo di impiegare in maniera costruttiva il mio tempo.

Il servizio civile è passione, dedizione, professionalità, lavoro, cittadinanza attiva, formazione oppure un impegno? Il servizio civile è a mio avviso un momento in cui si può ricevere un imput importante per crescere e “formarsi” e trasformarsi in “persone”, uomini e donne, nel vero e pieno senso della parola. Individui consapevoli delle proprie capacità e del proprio ruolo all’interno della società.

Servizio civile volontario o obbligatorio? Il servizio civile non può essere altro che volontario. Mettersi in gioco, dedicarsi agli altri, impegnarsi e impegnare gli altri, non può scaturire da una costrizione. Ne perderebbe in valore e in termini di beneficio .

Si sceglie volontariamente di porsi al servizio degli altri.Cosa diresti ad un ragazzo per convincerlo a svolgere il servizio civile? Io penso che questo tipo di esperienza debba provenire dall’interiorità di ognuno di noi per cui chi è volenteroso nel sociale non ha bisogno di essere convinto. La scelta di dedicarsi per un anno al servizio civile secondo me è da intendersi come una concreta possibilità e disponibilità a farsi conoscere. Questo è uno dei tanti buon motivi per dedicare un anno della propria esistenza a quest’esperienza entusiasmante che da due anni ad oggi ha totalmente stravolto in positivo la mia vita personale e professionale.{jcomments on}