Perle di servizio civile

di Anna Laudati

"Ho creduto e credo in questo progetto e in tutti i progetti di volontariato che seguo con passione da sempre”. Viviana si racconta attraverso la sua esperienza di servizio civile  (di Gianfranco Mingione)

 

mingione_ok.jpgFermarsi e osservare otto mesi di impegno nel Servizio civile, e rendersi conto che l’esperienza sta volgendo al termine, può comportare diverse emozioni. Nel caso di Viviana Minori,giovane volontaria che si racconta in questo numero del magazine, è stata un’esperienza importante ai fini della formazione professionale e umana. Giovanissima di appena 20 anni, Viviana sta portando a termine il suo anno di Servizio civile presso lo sportello dell’Informagiovani di Paliano, in provincia di Frosinone.

Ci sono altri quattro volontari a condividere quest’esperienza che ha lasciato il segno. Un segno positivo e costruttivo: “posso affermare di essere stata  fortunata ad aver incontrato dei compagni d’avventura con i quali ho potuto istaurare un rapporto che va oltre la complicità lavorativa e di aver avuto non pochi riscontri positivi del lavoro svolto”.

 

Quando un progetto appassiona e coinvolge, oltre ad avere obiettivi certi, non può che non essere un’esperienza che dovrebbe durare per tutta la vita.

 

Viviana. Ho sempre avuto difficoltà a descrivermi, non per la poca conoscenza di me, ma per l’imbarazzo che provo quando si parla di me.

 

“Sono Viviana, una ragazza che tra qualche mese compirà 21 anni, sono nata e risiedo in una terra con una forte tradizione: la Ciociaria, anche se le mie origini provengono dalla regione che rappresenta il tacco della nostra penisola: le collinari Murge. La mia vita si divide tra molti impegni: la scrittura, con un occhio particolare a quella giornalistica che ho imparato pian piano a conoscere, lo studio universitario, a cui dedico troppo poco tempo rispetto alla mia passione per le lettere e il volontariato, appoggiando e partecipando alle iniziative di un’ associazione Onlus, alla quale sono legata anche affettivamente.

 

Ma l’ impegno che da sette mesi a questa parte occupa gran parte delle mie giornate è il Servizio Civile. Iniziato a febbraio, riponevo ben poche speranze nella buona riuscita del progetto, anche per via delle abitudini culturali del mio paesino, poco propense alle iniziative culturali e alla promozione del territorio. Ora, a ragion veduta, posso affermare di essere stata  fortunata ad aver incontrato alcuni compagni, gli altri volontari di servizio civile, con i quali ho potuto istaurare un rapporto che va oltre la complicità lavorativa e di aver avuto non pochi riscontri positivi del lavoro svolto.

 

Insieme abbiamo creduto nella rinascita del nostro ufficio, l’Informagiovani, che nel suo recente passato ha avuto vita non facile e continuativa; insieme abbiamo promosso, e stiamo ancora sostenendo,  progetti in cui pochi credevano che avrebbero avuto una buona riuscita. Posso, in tutta sincerità, affermare che grazie a questa esperienza, fatta anche di momenti difficili, ho imparato il concetto di cittadinanza attiva, di collaborazione con i diversi enti e perché no, ho imparato ad osservare la realtà che mi circonda con occhi differenti, più maturi e consapevoli; con lo sguardo cioè, di chi lavora per poterla cambiare. Un’idealista concreta, ecco in definitiva come mi definirei”.