Servizio civile: polemiche per le riduzioni agli enti

di Anna Laudati
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Nelle ultime settimane nuove polemiche hanno investito il servizio civile. Dopo le polemiche sulla partecipazione dei ragazzi del servizio civile alla parata militare del 2 giugno (anche quest'anno, come già l'anno scorso, il bando - che è partito il 12 giugno e si concluderà il 12 luglio - sta scatenando un forte dibattito.

Diversi enti sono pronti anche ad azioni giudiziarie contestando l'assegnazione dei posti ai progetti accreditati. Il settimanale Vita lo scorso aprile titolava "la grande sforbiciata": a fronte di 122 mila domande da parte degli enti gli avvii annunciati erano solo 39 mila, cioè meno del 32%.

L'ufficialità, alcune settimane fa, hanno confermato quanto anticipato scatenando la reazione degli enti. Uno dei dati più clamorosi è la performance dell'Amesci, grande protagonista l'anno scorso e drasticamente ridimensionato (accreditate solo un quarto delle richieste) quest'anno. Enrico Maria Borrelli, dirigente del service, ha chiesto chiarezza sul perché della diversa valutazione di alcuni enti che in Lazio, Campania, Calabria e Basilicata si sono solo appoggiati all'Amesci (presentando poi autonomamente i propri progetti) rispetto ad altri enti, i cui progetti sono stati presentati direttamente dall'Amesci.

Giuseppe De Stefano, vicepresidente delle Misericordie ha chiesto formalmente l'accesso agli atti del bando, così come previsto dalla legge 241/90. Le Misericordie quest'anno si sono viste approvare solo il 23,8% delle richieste. De Stefano solleva poi un punto cruciale: nei mesi scorsi era stato annunciato che "avrebbero favorito le iniziative più prossime ai territori" ricorda intervistato dal settimanale Vita. Invece, prosegue l'intervista, "sono stati penalizzati proprio i piccoli progetti, quelli più vicini alle esigenze delle comunità". La questione è quindi quella della penalizzazione delle piccole associazioni rispetto ai grandi enti. Sicuramente non mancherà di suscitare polemiche la risposta ai rilievi di De Stefano che Paolo Molinari, presidente della Commissione esaminatrice, ha rilasciato sempre a Vita. "La sensazione è che molti dei piccoli progetti avrebbero assicurato ai volontari un ottimo servizio. Il nostro compito però è stato quello di valutare la consonanza dei progetti con il prontuario".

Si correrebbe quindi il rischio di penalizzare la qualità delle proposte a favore di formalismi burocratici come accaduto, secondo Molinari, alle Acli che si sono viste bocciare l'86% delle richieste. Situazione simile per Confcooperative che si è visto bocciare 4 progetti su 5 e Aism, solo il 7,5% dei progetti avviati.

Tra le peggiori situazioni spicca sicuramente quella del Wwf che non avrà nessun volontario avviato. Migliori, ma non eccessivamente le situazioni di Arci Servizio Civile, 66% di avvii, LegaCoop, 64,3%), Anpas (61%), Caritas (59%).

Altre polemiche coinvolgono il bando straordinario su Napoli, annunciato l'anno scorso sull'onda emotiva e mediatica dell'ennesimo "allarme criminalità" e ben lontano dall'essere avviato. Nel marzo scorso la polemica si era incentrata sulla scelta della gestione diretta da parte del Comune di Napoli, con le associazioni relegate ad un ruolo solo marginale. Nelle stesse settimane il sottosegretario De Luca annunciava l'avvio entro 15 giorni. Tre mesi dopo, ufficialmente per intoppi burocratici, tutto è stato rimandato all'autunno con i 2000 volontari che dovrebbero prendere servizio, salvo ulteriori sorprese, a novembre, esattamente un anno dopo la presunta emergenza.

"Ha senso, dopo un anno, ancora un bando straordinario?" Il settimanale Vita ha girato la domanda all'assessore alle politiche sociali del Comune di Napoli, Giulio Riccio, che ha dichiarato "Qui da noi ci sono 700mila disoccupati". Dichiarazioni che stridono con quanto affermato a Civitas dal sottosegretario Cristina De Luca.

La De Luca ha auspicato addirittura l'abolizione del rimborso mensile perché si correrebbe il rischio che il servizio civile "sia diventato uno sbocco di serie B per disoccupati". Su tutta la situazione il duro commento di Massimo Paolicelli, presidente dell'Associazione Obiettori Nonviolenti: "L'ultima uscita del sottosegretario alla solidarietà sociale Cristina De Luca costituisce l'evidenza dell'imbarazzante confusione che regna nella maggioranza su una materia come il servizio civile" - ha detto accusando il governo, il ministero della Solidarietà Sociale e, segnatamente la stessa Di Luca(titolare delle deleghe in materia), di non saper gestire i 50mila volontari del servizio civile domandandosi poi ironicamente come potrebbero gestire in futuro un servizio civile obbligatorio, proposto periodicamente da Prodi e da alcuni esponenti dell'attuale maggioranza di governo.

(15 giugno 2007, fonte www.unimondo.org)