Bobba difende la Riforma: si abbandonino visioni anacronistiche

di Katia Tulipano

bobbaL’impresa sociale, il Servizio Civile Universale e la prospettiva europea. Intervista al Sottosegretario Luigi Bobba, padre della Riforma del Terzo Settore (Katia Tulipano)

“Quelle che circolano tra alcuni senatori sono delle visioni dell’impresa sociale anacronistiche”. Questo il primo commento del Sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, l’On. Luigi Bobba, dopo l’ultima seduta del Senato in cui si è lanciato in una strenua difesa dell’art. 6 del ddl delega sulla riforma del Terzo Settore. “L’impresa sociale è orientata verso finalità sociali e gli utili che produce sono destinati allo scopo della stessa organizzazione imprenditoriale. Ma ha anche tutte le caratteristiche di un soggetto che produce e vende servizi, una realtà importante quindi che può intercettare una voglia di fare impresa di molti soggetti anche giovani, risorse finanziarie e capitali cosiddetti pazienti, che investono su bisogni dal forte valore sociale, senza la necessità di una remunerazione nel breve periodo”. Bobba ha le idee chiare sulla strada da seguire per risistemare, per la prima volta in modo organico, il mondo del non profit. “E’ necessario non attardarsi su visioni del tutto tramontate e seguire quelle di coloro che hanno fatto prima la legge sulle cooperative sociali, poi quella sulle imprese sociali. Solo così si darà nuovo impulso a questo campo. Tutto ciò produrrà tre risultati importanti: si avranno soggetti in grado di generare innovazione sociale, crescerà il numero di imprese con un’esplicita e chiara finalità sociale e, rispondendo a tanti bisogni insoddisfatti, si creeranno nuove opportunità occupazionali in particolare per i giovani”. 
Sull’art. 8 che riforma il Servizio Civile Nazionale c’è accordo o si aspetta di incontrare difficoltà nella prossima seduta del 30 Marzo? 
In Commissione non vi è stata alcuna avvisaglia di difficoltà. Spero di non trovarmi davanti ad un fulmine a ciel sereno come è stato per l’emendamento del Senatore Marino che, pur essendo un esponente della maggioranza, voleva cancellare l’articolo sull’impresa sociale. Le modifiche che abbiamo introdotto sono state discusse e condivise anche con gran parte delle realtà che gestiscono quotidianamente il Servizio Civile. Non solo la riforma non dovrebbe incontrare ostacoli, ma la strada individuata offrirà  la possibilità di avere un servizio civile che sia effettivamente universale, proiettato nella dimensione europea, flessibile, e fondato sulla difesa non armata della Patria, cioè sulla capacità di prestare un servizio per la propria comunità, per la propria nazione guardando all’orizzonte europeo”.
Per raggiungere il traguardo fissato da Renzi, 100.000 volontari nel 2017, occorreranno almeno 500 milioni di euro. Ormai la scadenza è vicina: il Governo riuscirà a mantenere questo impegno?
Credo che riusciremo a raggiungere l’obiettivo che si è dato il Presidente Renzi utilizzando, insieme al Fondo Nazionale Servizio Civile, anche altre fonti di finanziamento, così come abbiamo fatto nell’anno 2015. A cominciare ad esempio dal fondo dedicato agli interventi nelle periferie che prevedono anche il coinvolgimento di soggetti del terzo settore che si occupano di servizio civile.
Sono diverse le azioni che questo Governo sta mettendo in campo per costruire una dimensione europea del Servizio Civile: mi riferisco, tra le altre, all’accordo siglato con la Francia lo scorso 8 marzo. Quali i tempi di avvio di questa intesa? 
Entro giugno definiremo il programma operativo per dare il via alle azioni che attueranno questa sperimentazione. In particolare il progetto coinvolgerà 100 giovani in servizio civile in uno scambio europeo che interesserà una decina di città italiane e francesi gemellate. Parteciperanno anche le associazioni e organizzazioni non governative operanti nel settore del servizio civile. 
Oltre alla Francia, sono in cantiere accordi con altri Paesi? 
Il Servizio Civile italiano viene osservato con attenzione da diversi Stati Membri dell’UE, forse perché è il primo ad essere comparso sullo scenario europeo. Questa forte attenzione verso il nostro modello di servizio civile rappresenta un aspetto positivo ed un valore aggiunto per la proposta italiana di servizio civile europeo. Per ora comunque sono in corso solo dialoghi ed interlocuzioni, ma non c’è nulla di maturo.
E di ‘Odysseus’, la proposta di servizio civile europeo lanciata dal think tank ‘Volta’ cosa ne pensa?
E’ una proposta molto interessante e sicuramente in linea con la riforma del servizio civile universale che introdurrà la possibilità per il volontario di svolgere un periodo di servizio all’estero. Nella proposta del presidente Renzi, però, c’è un intento più ampio che è quello di strutturare, attraverso il finanziamento di 300 milioni di euro, un vero e proprio programma che ingaggi i giovani soprattutto sui temi dell’immigrazione. Tutto ciò penso che rappresenti un modo per guardare alle questioni che oggi dilaniano l’Europa non solo dalla prospettiva della sicurezza, ma soprattutto dal punto di vista della creazione di legami e di integrazione tra culture e persone senza le quali è difficile immaginare una prospettiva europea che continui ad essere basata sulla dimensione della libertà, della pace e della partecipazione democratica.