Servizio Civile, al via la nuova progettazione (che guarda alla riforma)

di Redazione
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Pubblicato l’avviso relativo alla prossima progettazione per il 2018, che prevede quest’anno una “finestra” più ampia (scadenza 30 novembre) e tiene conto di una serie di elementi “transitori” legati alla riforma del servizio civile universale.

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Il Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale ha pubblicato l’avviso relativo alla prossima progettazione per il 2018, che avrà quest’anno una “finestra” più ampia a partire dal 4 settembre e fino alle ore 14.00 del 30 novembre prossimo. Contemporaneamente ha anche emanato la nuova Circolare che disciplina le modalità di iscrizione degli enti all'Albo unico di servizio civile universale.

Questa nuova fase di progettazione avviene infatti tenendo conto di una serie di elementi “transitori” legati alla riforma del servizio civile universale, avviata con l’entrata in vigore lo scorso 18 aprile del D.Lgs. n. 40/2017, e quindi in parte con le regole del servizio civile nazionale, come ad esempio il Prontuario dello scorso anno, in parte introducendo una serie di novità previste dalla nuova normativa.

Come scrive lo stesso Dipartimento “l'avviso, analogo nei contenuti a quello per la presentazione di progetti da realizzarsi nel 2017, presenta alcuni elementi di novità con l'introduzione di una fase di sperimentazione del servizio civile universale relativa ai nuovi istituti previsti dal dlgs 40/2017 quali: la flessibilità della durata del servizio dagli 8 ai 12 mesi, lo svolgimento del servizio per un periodo di tre mesi in un Paese UE o in alternativa possibilità di usufruire di tutoraggio per facilitare l'accesso al mondo del lavoro e l’impiego dei giovani con minori opportunità”.

In questa fase sperimentale, oltre ai progetti “classici”, gli enti potranno quindi presentare anche dei progetti “sperimentali” indicando tramite un’apposita scheda, ad esempio, “una durata flessibile compresa tra gli 8 ed i 12 mesi”, oppure un orario di servizio dei volontari indicato in 25 ore settimanali (orario rigido), rispetto alle 30 attuali, “ovvero in un monte ore annuo (orario flessibile) commisurato alla durata del progetto”, precisa ancora il Dipartimento. Inoltre “per i soli progetti da realizzarsi in Italia, gli enti possono prevedere un periodo di servizio fino a 3 mesi da effettuarsi presso sedi già accreditate dislocate in uno dei Paesi aderenti all’Unione Europea, fermo restando la coerenza e la riconducibilità delle attività svolte all’estero a quelle previste dal progetto da realizzarsi in Italia. Per i mesi trascorsi all’estero sia ai volontari che agli enti, si applicano le stesse disposizioni in vigore per i progetti da realizzarsi all’estero”. “In alternativa al periodo di servizio da svolgere in un Paese dell’Unione Europea – aggiunge l’Avviso -, sempre per i soli progetti da realizzarsi in Italia, gli enti possono prevedere un periodo di tutoraggio fino a 3 mesi finalizzato a facilitare l’accesso al mercato del lavoro dei volontari”.

Infine un terzo tipo di sperimentazione riguarda la possibilità di presentare “progetti finalizzati a favorire la partecipazione dei giovani con minori opportunità adeguando, ove necessario, le attività dei progetti ed i relativi criteri di selezione. Al fine dell’individuazione dei giovani con minori opportunità gli enti utilizzano i criteri previsti dalla normativa nazionale e comunitaria vigente”.

Per quanto riguarda i progetti per l’estero, anche quest’anno è previsto l’obbligo di “individuare soluzioni ed accorgimenti per garantire i livelli minimi di sicurezza e di tutela dei volontari all’estero” prevedendo sia uno specifico “Piano di sicurezza”, che il rispetto delle avvertenze concernenti la sicurezza indicate nel sito del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) relative al Paese dove si realizzerà il progetto.

 

 

Fonte: Redattore Sociale