Giocoleria e consapevolezza di sé: il Servizio Civile al Parco dei Murales

di Daniele Carrano, Volontario in Servizio Civile presso Associazione Culturale Arteteca
Stampa

Dan Carrano scrive un'altra pagina del racconto del lavoro che l’Associazione Arteteca sta mettendo in campo per la rigenerazione sociale della periferia est di Napoli

fotoarteteca

Al Parco dei Murales di Ponticelli negli ultimi mesi, con l’aiuto di noi volontari del Servizio Civile Nazionale, sono stati attivati vari laboratori, fra cui uno dedicato alla giocoleria, tenuto da Emanuele. Nato e cresciuto proprio nella periferia est di Napoli, a Ponticelli, oggi ha 22 anni e fin da piccolo gli piaceva passare i pomeriggi in strada, iniziando così a praticare il Parkour (arte del movimento) e la giocoleria. Due discipline, seppur molto sottovalutate e poco conosciute, sono molto importanti e riescono a trasmettere il valore dei principi, delle regole, ma anche dello stare insieme. D’altronde Emanuele ha imparato proprio grazie ai suoi amici, un gruppo di ragazzi pronti ad aiutarsi a vicenda.

Proprio per questo si è scelto dunque di far partire al Parco dei Murales il laboratorio di giocoleria. Emanuele spera e crede di riuscire a trasmettere le sue conoscenze, ma soprattutto la sua esperienza, “perché la giocoleria consente di seguire una retta via e soprattutto può donare ai ragazzi un'alternativa, all'infuori del poco o nulla che offre questo quartiere. Vorrei riuscire ad aprire loro un mondo, che credo ignorino: il mondo circense, l'arte della strada, del fare del proprio talento un lavoro. Spesso questi talenti sono nascosti, non si palesano subito’’ racconta Emanuele, sottolineando che non si tratta di un’esperienza facile e non sono mancate le difficoltà, durante i primi mesi di servizio.

‘’All'inizio i bambini erano esaltati all'idea di poter far roteare oggetti, poi si son dovuti confrontare con la difficoltà nel farlo perché, per quanto sembri semplice, non lo è affatto. E una delle difficoltà è stata poi fargli capire che nonostante la pallina cascasse più di una volta, faceva parte del gioco, ci ero passato anche io e non dovevano mollare e abbattersi’’ dice Emanuele. D’altronde è un po’ come la vita, ci si ritrova avanti a delle difficoltà e se si vuole andare avanti e crescere le si affronta.

Ad oggi siamo solo a metà del progetto e vedere che in 6 mesi qualcosa è cambiato, le palline iniziano a roteare in aria e l’appuntamento al Parco è atteso da molti bambini riempie il cuore di gioia. D’altronde è un dare ed avere, non è da sottovalutare la stessa crescita di Emanuele, nel relazionarsi con questi bambini, lui stesso me l’ha fatto capire: ‘’Questa esperienza mi fornisce sicuramente mezzi per rapportarmi ad un pubblico diverso’’.

Sperando di riuscire a dare una nuova strada ed un nuovo punto di vista duraturo, anche solo ad un bambino del Parco!