Giovani italiani in Serbia per favorire i processi di democratizzazione: presentato al Comune di Napoli il progetto “Corpi Civili di Pace”

di Giuseppe Meccariello
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La conferenza stampa si è tenuta questa mattina nella Sala di Giunta di Palazzo San Giacomo a Napoli, la città “più giovane d’Europa

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“I Corpi Civili di Pace in Serbia” è il titolo della conferenza stampa tenutasi stamattina alle 10 nella meravigliosa cornice di Palazzo San Giacomo. Il progetto impegnerà 10 giovani, dislocati presso le sedi di Belgrado e Bajina Basta, città al confine con la Bosnia ed Erzegovina. Obiettivo principale è quello di istituzionalizzare la cooperazione ambientale municipale transfrontaliera nel bacino del fiume Drina, puntando a favorire, con un’azione sperimentale della durata di 12 mesi, il processo di ricostruzione sociale e culturale avviatosi dopo la fine della guerra.

Hanno presenziato all’evento, organizzato dall’Assessorato Giovani del Comune di Napoli insieme ad Amesci, al Consolato Onorario della Repubblica di Serbia a Napoli e all’ong FOSDI di Belgrado, l’Assessore ai giovani e al Patrimonio del Comune di Napoli Alessandra Clemente, la Capo Dipartimento per le politiche giovanili e il Servizio civile universale Valeria Vaccaro, il presidente Amesci e del Forum Nazionale del Servizio Civile Enrico Maria Borrelli, Marcello Lala, Console Onorario della Repubblica di Serbia e la Rappresentante nazionale dei volontari in servizio Civile, Feliciana Farnese.

“I volontari in servizio civile da sempre sono un orgoglio per il Paese e per i territori in cui operano e a loro va sempre il nostro grazie, per l’impegno ormai divenuto intergenerazionale” ha dichiarato l’Assessore ai giovani e al Patrimonio del Comune di Napoli, Alessandra Clemente, ricordando che Napoli è tra le città più “giovani d’Europa” per l’età media della popolazione.

“La voglia, per un lasso di tempo della propria vita, di mettersi in gioco e decidere che dare qualcosa agli altri è un modo costruttivo, essenziale per dare valore, un senso alla propria vita. Essere un volontario è importante: mettersi in gioco, in un dare e avere continuo, un’esperienza di relazione e di coinvolgimento che spesso costituisce il primo ingresso nella società civile” ha concluso l’Assessore.

Valeria Vaccaro, Capo del Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale, ha messo l’accento sulla carica positiva ed innovativa del Servizio Civile, considerato la “best practice” delle Politiche Giovanili. “Per me è un privilegio essere qui, in questo Palazzo, nella città più giovane d'Europa e tra i volontari” ha dichiarato la Capo del DPGSCU “Il Servizio Civile è un'esperienza importantissima di partecipazione inclusiva: l'idea è che i giovani possano partecipare attivamente alla vita del paese”.

La Capo Dipartimento ha poi ricordato la genesi dei Corpi Civili di Pace, introdotti nel 2014 come una misura sperimentale inserita nella Legge Finanziaria di quell’anno. Ma non è l’unica sperimentazione avviata dal Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale: la Dott.ssa Vaccaro ha infatti ricordato l’azione coordinata con il Dipartimento Protezione Civile volta a potenziare l’azione del Servizio Civile in settori quali quello del rischio di dissesto idrogeologico, o il nuovo Bando “Fermenti”, nato con l’obiettivo di sostenere idee e proposte capaci di attivare i giovani rispetto alle sfide sociali del Paese e per i quali sono stati stanziati ben 16 milioni di euro. Valeria Vaccaro ha, infine, asserito che il progetto in questione ricalca molto i temi di cui il Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale si fa portavoce, e che parla “la sua stessa lingua”.

Enrico Maria Borrelli, Presidente Amesci, ha evidenziato i punti salienti del progetto. “Punteremo a rafforzare il Drina River Committee, costituitosi 11 anni fa per costruire la pace tra gli ex territori della Jugoslavia, ma che si è arenato poco dopo. L'obiettivo è ridare vita a quel comitato: cerchiamo di rispolverare una volontà di quella comunità per rimettersi in gioco. Lavoreremo per riattivare una legislazione ambientale e per la sensibilizzazione dei cittadini”. I Corpi Civili di Pace in Serbia si candidano ad essere uno strumento per costruire pace, rafforzare l’educazione e diffondere la cultura” ha dichiarato Borrelli. “Questo progetto rappresenta un importante strumento per rafforzare i processi di cooperazione e dialogo tra Italia e Serbia. L’impegno dei giovani, che partendo dal nostro Paese andranno a lavorare per recuperare il gap che l’Europa segnala alla Serbia in materia ambientale, deve essere la pietra su cui edificare la nuova cittadinanza europea” ha concluso il presidente.

Per il Console Onorario della Repubblica di Serbia Marcello Lala l’avvio di un così importante progetto di cooperazione tra Serbia ed Italia che vede come protagonisti i giovani è un “motivo di grande emozione e soddisfazione: i Corpi Civili di Pace rappresentano il primo passo verso la diffusione del Servizio Civile in Serbia”.
“Questo progetto viene approvato nell'anno dei 140 anni tra rapporti internazionali tra Italia e Serbia e da 20 anni dei bombardamenti della Nato su Belgrado. Sono felice che sia stato fatto in un momento di pace” ha detto “I ragazzi saranno ambasciatori di pace in un territorio che è stato martoriato”.

Feliciana Farnese, Rappresentante nazionale dei volontari in Servizio Civile, ha descritto la “ricetta per un perfetto volontario”, a testimonianza della sua esperienza. Essa si ritrova in alcune parole chiave: “il rispetto in tutte le cose che si fanno, la pazienza e disponibilità per cogliere questa esperienza come un lievito per crescere, flessibilità, motivazione e forza di volontà”.
La conferenza si è conclusa con il conferimento del crest ufficiale della città di Napoli alla Capo Dipartimento Valeria Vaccaro, nel quale, per l’Assessore Clemente, c’è “tutto quello che abbiamo come napoletani”. “Chi decide di partecipare ad un concorso pubblico come quello dei Corpi Civili di Pace” ha concluso la Vaccaro, rivolgendosi agli aspiranti volontari “ha dentro di sé una public service motivation che non si impara nell'università ma poi si dimostrerà in tutta la sua forza”.