Servizio Civile, la Rappresentanza dei giovani: “Poca affluenza alle urne. Ora è necessario ripartire da zero”

di Giuseppina Piccirillo

Il punto di vista della Rappresentanza Nazionale degli Operatori Volontari

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Su oltre 31.000 volontari aventi diritto al voto, solo 2.372 hanno espresso la propria preferenza. Questi i primi dati messi in luce dalla Rappresentanza, a seguito della pubblicazione dei risultati delle elezioni dedicate ai delegati regionali, delle Province Autonome e dell'estero.

"Una sconfitta per tutto il sistema Servizio Civile", denuncia la Rappresentanza dei giovani su Facebook, poiché “dal 2006 tanto è stato fatto per fare delle elezioni un momento sentito dai volontari e che vedesse un’affluenza maggiore agli anni precedenti. Il sistema tutto deve assumersi la piena responsabilità di questi risultati deludenti.”

Analizzando i dati emerge che dei 233 candidati, di cui 79 delegati eletti, solo 89 (pari ad uno su tre) hanno pubblicato un programma elettorale, mentre tre sono le circoscrizioni -quali la Valle d’Aosta e le Province Autonome di Bolzano e Trento –, sprovviste di rappresentanti.

Ma non solo: appena il 7% degli operatori volontari ha esercitato il proprio diritto al voto, contro il 7.5% del 2018 e il 9.5% del 2016. Un risultato deludente dunque “nonostante il voto sia stato da remoto e richieda appena qualche secondo.”

Da qui le riflessioni:“C’è da chiedersi se ad essere in crisi sia solo la Rappresentanza degli Operatori Volontari o il sistema di Rappresentanza democratica in generale. Il recente taglio dei parlamentari lo dimostra: i cittadini non credono nei propri rappresentanti.” 

Tutto ciò, però,  non deve indurre a pensare che siamo dinanzi ad una generazione di giovani disinteressati, poiché “l’80% degli operatori volontari, nei primi e più drammatici giorni di pandemia, ha dimostrato il contrario, restando in Servizio “nonostante  la possibilità di rimanere a casa, percepire l’assegno e non recuperare il servizio non svolto.”

 “C’è da chiedersi se la formazione dei giovani italiani fallisca nel trasmettere il valore della democrazia -prosegue la Rappresentanza - Partendo dalla scuola, che ad oggi non prevede nella quasi totalità dei casi alcuna formazione sui principi della nostra costituzione e sul funzionamento del nostro Stato. Così anche il Sistema del Servizio Civile, che dovrebbe essere una scuola di cittadinanza ma che, evidentemente, non lo è. “

Da qui la necessità di “ripartire da zero” con la speranza che “tra i delegati eletti ci siano molti giovani pieni di energie ed entusiasmo.”

La Rappresentanza, infine, fa sapere che “In occasione del gruppo di lavoro in seno alla Consulta, proporremo al Dipartimento Gioventù e Servizio Civile di riattivare la vecchia buona pratica di erogare una formazione ai Rappresentanti affinché il Servizio Civile Universale si trasformi da una bella esperienza in un'esperienza di democrazia.”