Servizio Civile. La ministra Dadone risponde alle interrogazioni parlamentari

di Redazione

Quattro interrogativi presentati da M5S,PD e Italia dei Valori.

parlamento

Tra il 1 e il 2 marzo la Ministra per le Politiche giovanili con delega al Servizio Civile Universale (SCU), on. Fabiana Dadone, ha risposto alla Camera a quattro interrogazioni parlamentari presentate dall'on. Vittoria Baldino (M5S), Francesca Bonomo e Carmelo Miceli (PD), Maria Chiara Gadda (IV) (RED.SOC.)

Nello specifico l'interrogazione dell'on. Bonomo (5-07431) riguardava i tempi per le selezioni del bando volontari e il ruolo degli enti e della Consulta nazionale del SCU. La Ministra Dadone ha risposto su quest'ultimo tema ricordando come "il Dipartimento per le politiche giovanili e il SCU, si è sempre avvalso e continua ad avvalersi del confronto costruttivo e della collaborazione di tutti i soggetti coinvolti nella realtà del servizio civile (Consulta nazionale degli enti di servizio civile universale, Rappresentanza degli operatori volontari, Regioni), al fine di garantire l'efficienza del sistema, nel pieno rispetto dei principi di partecipazione e co-programmazione".

Sull'altra questione dei tempi stretti per le procedure di selezione, denunciata da molti enti di servizio civile, Dadone motiva la tempistica ridotta con "gli inderogabili impegni assunti dal Governo in sede comunitaria per l'attuazione del PNRR", il quale però porterebbe anche a un "significativo apporto finanziario che consente agli enti di servizio civile di affrontare una programmazione su base triennale, consapevoli che ci potrà essere continuità per la propria azione, e che potranno curare maggiormente la qualità degli interventi".

Nella sua risposta in Commissione Affari costituzionali la Ministra con delega ricorda anche come "le ricorrenti proroghe garantite negli anni precedenti e il più delle volte su richiesta degli enti, hanno portato al consolidamento di una prassi che determina ogni anno una continua riprogrammazione delle attività e delle risorse nell'ambito di un ciclo che - dall'Avviso agli enti fino alla approvazione delle graduatorie dei giovani operatori - arriva a coprire un arco di tempo che va oltre i 18 mesi" con "notevoli ripercussioni negative sul Sistema di servizio civile", tra le quali "un alto tasso di mancati avvii al servizio, rinunce e abbandoni da parte degli operatori volontari".

"I dati ad oggi disponibili – spiega Dadone - attestano che nel 2020 sono stati 6.500 i mancati avvii, pari all'11,2%, con punte anche vicine al 20% nel 2018 e nel 2019. Anche il tasso di interruzione dei progetti (cosiddetto abbandono) da parte degli operatori volontari è stato del 12,2% nel 2020 (oltre 6.000 ragazzi) con punte del 18,9% nel 2018 e del 16,7% nel 2019". "Il quadro sopraesposto rende ragione di come l'interesse dei giovani sia maggiormente garantito da una durata il più breve possibile dei procedimenti", conclude.

Tuttavia proprio sulla copertura dei posti del bando volontari in corso arriva un altro allarme dagli enti di servizio civile: "al 10 febbraio (giorno in cui scadeva il termine per la presentazione delle domande) avevamo notizia di 1.647 candidature per i progetti delle Caritas diocesane, in Italia e all'estero.

Noi abbiamo complessivamente 137 progetti in Italia, per un totale di 1.170 posti, e 12 progetti all'estero per 48 posti", ci dice Diego Cipriani, capo "Ufficio Giovani, Nonviolenza, Servizio civile" di Caritas Italiana. "Come ogni anno - aggiunge - ci sono progetti per i quali sono state presentate domande inferiori ai posti disponibili, ma quest'anno il calo è aumentato e generalizzato, forse anche a causa di una scarsa pubblicità istituzionale. Non voglio pensare che ai giovani il servizio civile quest'anno non interessi. L'incertezza poi vale anche per gli enti che non sanno ancora quando dovranno presentare al Dipartimento le graduatorie. Il termine del 31 marzo, fissato dal bando, non è stato modificato. Quindi gli enti avranno solo 12 giorni per effettuare le selezioni e stilare le graduatorie. Impossibile!".

Critica anche l'on. Bonomo per la quale "l'utilizzo del PNRR da parte del governo per giustificare lo stravolgimento del Servizio Civile Universale non è accettabile. Non è la prima volta che si usano misure europee per raggiungere comuni valori e obiettivi del servizio civile ma, nel proficuo confronto con gli enti, si è sempre trovato il modo di conciliare i tempi europei con gli obiettivi dei giovani e degli enti". "Vediamo sempre più spesso - aggiunge l'esponente del PD - un'imposizione unilaterale: prima con la soppressione dei programmi annuali inserita per decreto, poi con la nascita del Centro Nazionale a L'Aquila di cui ancora ad oggi non capiamo le finalità; la drastica quanto insostenibile riduzione dei tempi del bando per la selezione dei volontari, che ha portato per la prima volta gli enti ad avanzare ricorso al T.A.R. e la conseguente impasse di tutto il sistema. Infine la presentazione di un disegno di legge delega governativo che non ci risulta essere frutto dell'ascolto e del confronto reale con i giovani, gli enti, le rappresentanze strutturate ma nemmeno di una forza politica come il Partito Democratico che ha proposto la riforma del servizio civile universale nel 2017 e che ora è in maggioranza al governo".

"Alla luce di tutto ciò - conclude l'on. Bonomo - non possiamo ritenerci soddisfatti della risposta fornita dalla ministra Dadone, pertanto chiediamo al governo il pieno coinvolgimento delle generazioni più giovani e del mondo del Terzo Settore e il ripristino di quella prassi del proficuo confronto e collaborazione con la Consulta, gli enti e i rappresentanti degli operatori volontari, nel rispetto delle norme istitutive del Servizio civile e nell'interesse delle finalità che hanno da sempre ispirato tale istituto".

(Fonte articolo: Redattore Sociale)