Sociale: Casa confiscata a boss camorra diventa rifugio per gay

di Redazione

Primo Rainbow Center di Napoli accoglierà giovani Lgbt ed emarginati

rainbow

Per entrare nel primo "Rainbow Center" di Napoli bisogna attraversare tre cancelli. Sono quelli che separavano l'appartamento di un boss del clan Contini alla strada, nel cuore del quartiere San Carlo all'Arena di Napoli. Le pareti della casa del ras della camorra oggi sono state dipinte  di bianco e dei colori della bandiera arcobaleno, che rappresenta la lotta per i diritti LGBT.  In quello spazio, infatti, è nata una vera e propria casa rifugio, un luogo dove omosessuali, lebische e transessuali potranno trovare accoglienza.

Il Rainbow center, il primo della città, è stato inaugurato stamattina dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, dagli assessori del Comune di Napoli e della Regione Campania, Alessandra Clemente e Chiara Marciani, dal presidente della Terza Municipalità, Ivo Poggiani, e dal responsabile del progetto "Questa Casa non è un Albergo", Carlo Cremona.

La madrina d'eccezione è Vladimir Luxuria, attivista trans che ha fatto del suo impegno per i diritti civili la propria bandiera. "In questo spazio - ha detto Luxuria - si darà accoglienza a delle persone che vivono un momento molto difficile di smarrimento, quello in cui ti trovi senza casa e senza porto. E poi c'e' la battaglia contro la criminalita' organizzata: qui, dove si tenevano riunioni per progettare attività losche, oggi si accolgono persone con delle problematiche. E non saranno solo persone gay, lesbiche e trans a trovare rifugio qui ma chiunque ha bisogno di un aiuto". La prima persona ad essere accolta nel Rainbow Center è stata una giovanissima ragazza del centro storico di Napoli. Non era perseguitata dai bulli ma da sua madre, che non accettava la sua omosessualtà. Grazie alla casa rifugio ha trovato prima uno spazio dove rintanarsi, poi il sostegno di psicologi che l'hanno aiutata a ricongiungersi con la sua famiglia. "Qui ci sono i pezzi di un puzzle che si ricompone - ha sottolineato il ministro Poletti - e che è figlio della volontà delle istituzioni di lavorare insieme. È uno sforzo apprezzabile e credo vada aiutato con tutti gli strumenti a disposizione".

Il Rainbow Center sarà anche il cuore nevralgico del progetto "Questa casa non è un albergo", assegnatario di finanziamenti del Dipartimento della gioventù della presidenza del Consiglio. L'idea è quella di realizzare non solo una "casa" per i giovani LGBT e per tutti i ragazzi della Campania tra i 14 e i 35 anni in condizioni di difficolta', ma di dare vita anche a un incubatore di idee per il contrasto all'omofobia e a ogni forma di ingiustizia sociale, che trova spazio sottraendo il potere alla violenza.

(Foto de "Il Mattino")