“Coding Girls”, a Roma tornano le ragazze che programmano il futuro

di Redazione
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Il programma è nato per diffondere la parità di genere nei settori della scienza e della tecnologia

coding girls

Nella prima metà dell’800 Ada Lovelace lavorò alla macchina analitica ideata da Charles Babbage, e grazie all’algoritmo che sviluppò è spesso ricordata come la prima programmatrice di computer al mondo. Oggi come ieri, le ‘nuove Ada’ fanno fatica a farsi largo in un mondo, quello dell’informatica, dominato dalla presenza maschile. Ieri mattina, nel giorno in cui ricorre l’Ada Lovelace day, è stata presentata la sesta edizione dell’iniziativa nella Sala Yung dell’ambasciata degli Stati Uniti a Roma.

“Questo progetto è importante perché in Italia è difficile che le ragazze si interessino a queste materie, specialmente nei primi anni di età- ha detto in apertura Paola Pisano, ministra per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione– ci fanno credere di essere portate per le materie umanistiche, ma io ad esempio sono sempre stata più brava a programmare che a scrivere. Oggi quello dell’inclusione digitale è un grave problema, la popolazione italiana non ha le basi per utilizzare alcuni servizi erogati in forma digitale. Per noi donne- ha continuato- conciliare lavoro e famiglia e dare sempre il 100% non è facile. Ma se c’è una politica che supporta questa normalità per noi diventa tutto più semplice. L’apporto che una donna dà sul lavoro è fondamentale. Non importa quale tecnologia ci mettono davanti, noi abbiamo la mentalità per poterci approcciare a qualsiasi cosa. Per quanto la tecnologia andrà veloce voi ragazze la saprete gestire e riuscirete a creare i vostri progetti all’interno della società. Noi abbiamo bisogno di giovani che hanno voglia di imparare e voi avete bisogno di un paese che vi accolga”.

‘Coding girls’ è un’iniziativa promossa da Fondazione Mondo Digitale e Ambasciata degli Stati Uniti in Italia, con la collaborazione di Microsof Italia. Oggi la fondazione coordina 25 hub nelle scuole e coinvolge studentesse e ricercatrici di 13 atenei italiani in attività di mentoring e role modelling per le più giovani. Quest’anno il programma coinvolgerà 10mila giovani donne in 14 città italiane, e dal 5 al 20 ottobre le ‘Coding girls’ sono protagoniste nelle loro scuole della ‘Code Week’.

“È necessario che la pubblica amministrazione sostenga iniziative come quella della Fondazione”, ha commentato Alessandra Donnini, presidente Fondazione Mondo Digitale, l’organizzazione senza scopo di lucro che dal 2001 si occupa di sviluppare competenze nel mondo digitale, con particolare riferimento alle ragazze. Oggi, infatti, solo il 20% dei lavoratori nella scienza e nella tecnologia è donna. Un gap che, secondo le statistiche del World Economic Forum potrà essere colmato solo tra 108 anni, considerato tutto il mondo, e circa 61 anni considerata la sola Europa occidentale.

“Un’istruzione di qualità è sinonimo di libertà- ha aggiunto Mirta Michilli, cofondatrice e direttrice generale della Fondazione Mondo Digitale– Se le donne non saranno in grado di cogliere opportunità di cambiamento il divario di genere è destinato ad aumentare. Oggi le donne sono molto preparate a livello di istruzione, ma il divario salariale è ancora ingente. Un deficit che ci costa parecchio, perché se le donne partecipassero di più, il nostro Paese sarebbe del 7% più ricco”.

Tra le ragazze che hanno seguito il programma c’è anche Aurora, che si è avvicinata alla programmazione 4 anni fa grazie ad un progetto di alternanza scuola lavoro, e che poi ha scelto di seguire questa strada studiando bioinformatica.

“Mi ha aperto la mente- ha raccontato all’agenzia di stampa Dire– è un mondo molto divertente e creativo. Auguro a tutte le ragazze di intraprendere questo percorso perché a giorno d’oggi è fondamentale entrare in una logica di programmazione”.

“Io mi rivedo molto in voi e mi identifico in questa fase di incertezze- ha concluso Barbara Cominelli direttrice marketing & operations di Microsoft Italia– avere un programma che vi accende la lampadina vi permetterà di affrontare il futuro con occhi diversi. È vero che siamo indietro, ma qualcosa si muove. Rischiate, buttatevi. Non c’è bisogno di essere perfette su tutto. Lasciate da parte i sensi di colpa e diventate promotrici di voi stesse. E prima o poi riusciremo a cambiare questo Paese”.

(Fonte: Dire Giovani)