Il volontariato? Comincia in classe (con 118mila studenti)

di Redazione
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Nell’anno scolastico passato avviati 219 progetti in quasi 1800 istituti

VOLONTARIATO E SCUOLA

Il volontariato sale in cattedra. E il libro di testo è un work in progress che ne esalta la ricchezza e la creatività. Parla di orto sociale, piedibus, riciclo, educazione alla legalità. Decine e decine di progetti in classe e sul campo dai titoli (spesso) evocativi: «Cittadini in erba», «Da vicino nessuno è normale», «Volo tra i banchi», «Il portavalori». Il censimento di CSVnet, l’Associazione dei centri di servizio per il volontariato, ne ha contati 219 realizzati solo durante lo scorso anno scolastico. Hanno coinvolto un esercito di studenti, oltre 118mila che frequentano quasi 1800 istituti di ogni ordine e grado. Protagonisti, con i ragazzi, i loro insegnanti (4.741), le istituzioni non profit (3.429) e 62 Centri servizi per il volontariato in tutta Italia, nel ruolo di promotori, anelli di collegamento e tutor.

Il rapporto A lezione di volontariato. I progetti dei Csv per gli studenti italiani (si può scaricare dal sito www.csvnet.it) prende in esame le iniziative, i punti di forza e gli elementi innovativi ma anche i problemi e, dove possibile, analizza le cause. A fronte di attività ormai profondamente radicate nelle realtà scolastiche, considerate quasi al pari di una materia curricolare, ci sono scuole in cui i progetti non hanno avuto vita facile. In un caso su due, infatti, è stato «registrato un problema». Per esempio, come spiega un Csv, «per la difficoltà nell’incrociare la progettazione delle attività con i tempi e la programmazione delle scuole». Ma anche per «l’eccesso di burocrazia» delle procedure amministrative o per la «disomogeneità degli insegnanti», divisi questi ultimi tra chi sostiene con convinzione le attività e chi le vive come un fastidio o una interferenza. Fino al caso limite segnalato da un Csv del Nord Italia che registra «la reticenza dei genitori nei confronti del volontariato».

Eppure, come sottolinea Stefano Tabò, presidente di CSVnet l’incontro «tra il mondo dell’educazione e quello del dono è naturale, quasi inevitabile». Perché la scuola «è il luogo principe in cui si forma la dimensione sociale e di cittadinanza di ragazze e ragazzi. E in questo ambito il volontariato ha molto da dire - aggiunge - insieme agli stessi centri di servizio, un’infrastruttura diffusa su tutto il territorio nazionale e che grazie alla riforma ha visto rafforzato, fra gli altri, il compito di promuovere la crescita della cultura della solidarietà e della cittadinanza attiva in particolare tra i giovani e nelle scuole». I numeri illustrati nel rapporto danno conto di questa esperienza «ma possono e debbono ancora ampliarsi - sottolinea ancora Tabò - verso un riconoscimento istituzionale che agevoli e diffonda sempre più la co-progettazione fra volontariato e scuole, nell’alleanza del compito educativo». Attraverso questa formula, accanto ai classici si apprende l’alfabeto della legalità, si parla di lotta alla mafia, di interculturalità e sostenibilità ambientale. Ma c’è spazio per progetti legati alla prevenzione e al contrasto del disagio scolastico, alla dispersione, agli abbandoni. Il volontariato è la «misura alternativa» per i giovanissimi sottoposti a sanzioni disciplinari: il volontariato diventa così alternativa alla sospensione. E, soprattutto, si impara sul campo. Attraverso stage, visite nelle associazioni, laboratori teatrali, percorsi di peer education. Tra i punti di forza, la collaborazione tra reti di associazioni, famiglie, scuole, aziende. E il volontariato entra con un ruolo da primo attore nel campo dell’alternanza scuola lavoro. Come è accaduto in provincia di Monza, dove un gruppo di studenti ha sviluppato «Ri-cibo», prototipo di una piattaforma informatica anti-spreco di supporto alle associazioni che recuperano cibo per redistribuirlo.

A Palermo, un orto didattico ha permesso di fondere i temi di ecologia e memoria. L’idea è partita dall’associazione genitori AGe Pitrè. «Abbiamo presentato il progetto per un orto didattico nella scuola elementare Nazario Sauro - spiega Francesco La Barbera, presidente dell’associazione - e realizzato così 5 grandi vasche dove si coltivano fiori e piante aromatiche, con il supporto del’associazione Agronomi. Poi, il dirigente scolastico Fabio Passiglia ha proposto di inaugurarlo in concomitanza con la giornata della legalità. E le vasche sono state così intitolate alle cinque vittime della strade di Capaci».

È a scuola che si coltivano i talenti, anche alla voce «volontario». Lo confermano al Csv di Napoli. «Abbiamo progetti che da 10 anni sono riproposti nelle scuole - dice la direttrice Giovanna De Rosa - e ci sono istituzioni ormai fidelizzate come l’Istituto Genovesi o il Gentileschi ma anche ex studenti diventati volontari e formatori a loro volta». E anche ragazzi che hanno costituito una nuova associazione. «È il caso di Vulenno Vulà (Vogliamo volare) - conferma Eleni Katsarou, referente promozione sempre del Csv di Napoli - che oggi lavorano con i ragazzi a rischio nel quartiere Piscinola e promuovono progetti di integrazione della disabilità. Insomma, sono diventati nostri utenti».

(Fonte: Corriere.it – Fonte foto: Csv Lombardia)