Volontariato, il fondatore di una ONG è candidato al Premio Nobel per la Pace 2020

di Redazione
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E' Nicolò Govoni, presidente di Still I Rise, impegnata nell'educazione a bambini e adolescenti profughi sull’isola di Samos in Grecia e nella prima Scuola Internazionale per minori rifugiati in Turchia

nicolo govoni

Nicolò Govoni, presidente e cofondatore della ONG Still I Rise, è stato candidato al Premio Nobel per la Pace 2020: la proposta arriva dalla Repubblica di San Marino per voce di Sara Conti, membro del Consiglio Grande e Generale. «Mi ha colpito in modo sconvolgente approfondire quanto grave sia la situazione nell’hotspot sull’isola di Samos», spiega Sara Conti. «Conoscere un ragazzo di 27 anni che dedica la sua vita al sostegno e protezione dei diritti dei minori non solo ha meritato la nostra attenzione, ma il nostro pieno appoggio alla candidatura per il Premio Nobel per la Pace».

"E' un sogno che si avvera". La notizia è stata accolta con gioia e stupore da Nicolò Govoni e da tutta la ONG Still I Rise, impegnata quotidianamente per garantire educazione informale, sicurezza e protezione degli adolescenti profughi sull’isola di Samos, Grecia, e nell’apertura della prima Scuola Internazionale per minori rifugiati in Turchia. «È il più grande onore della mia vita finora. Sono a corto di parole», dichiara Nicolò Govoni. «È un sogno che si avvera, un sogno che mai avrei sperato di concretizzare. Non so che dire. Solo: grazie. Ringrazio il Consigliere Sara Conti e Paolo Berardi per aver creduto in me, in noi, nella nostra Missione e nei valori per cui combattiamo ogni giorno».

Classe 1993, è uno scrittore e attivista per i diritti umani originario di Cremona. Inizia la sua prima missione di volontariato all’età di vent’anni, quando parte alla volta di un piccolo villaggio dell’India e dell’orfanotrofio Dayavu Boy’s Home: qui resta per quattro anni della sua vita, riuscendo a cambiare le sorti dei bambini ospitati e dell’orfanotrofio stesso. Nel 2017 autopubblica l’ebook “Bianco come Dio” per garantire continuità al fondo per l’educazione da lui istituito per i bambini dell’orfanotrofio. Nello stesso anno lascia l’India, lavora in Palestina e poi nel campo profughi sull’isola di Samos, in Grecia, dove, con un’associazione locale, coordina un programma educativo per bambini profughi sfuggiti dalla guerra.

Il 2018 è l’anno della svolta: insieme ad altri volontari fonda la ONG Still I Rise e apre Mazì, la prima scuola per i minori profughi sull’isola. “Bianco come Dio” diventa un caso editoriale e attira l’attenzione di Rizzoli, che decide di inserirlo nelle proprie edizioni: il ricavato delle vendite viene destinato dall’autore alla costruzione di una biblioteca per l’orfanotrofio di Dayavu Boy’s Home, avviata nel marzo 2019, e al fondo per l’educazione dei bambini. A Giugno 2019 pubblica con Rizzoli il nuovo libro “Se fosse tuo figlio”: una denuncia contro i soprusi perpetrati dalle autorità greche sui profughi dell’hotspot di Samos. I proventi del libro vengono destinati dall’autore alla costruzione della prima Scuola Internazionale per minori profughi in Turchia, dove è attualmente impegnato.

Still I Rise è un’organizzazione non governativa internazionale, fondata nel 2018: l’obiettivo è offrire educazione, sicurezza e protezione ai minori profughi nei luoghi più caldi della migrazione globale. La ONG è completamente indipendente grazie alle donazioni private e non riceve finanziamenti da parte di governi, Unione Europea e organismi sovranazionali. Le attività iniziano a Samos, Grecia, dove esiste uno dei peggiori hotspot di Europa: costruito dal governo greco, finanziato dall’Unione Europea e pensato per ospitare 648 persone, oggi conta una popolazione di circa 7.200 abitanti. Di questi circa il 49% è composto da donne e bambini, tra cui oltre 400 minori non accompagnati privi di adeguata protezione e tutela (dato UNHCR aggiornato al 4 febbraio scorso).

Dalla sua costituzione, Still I Rise ha fornito educazione informale a migliaia di adolescenti vulnerabili attraverso Mazì, il primo centro per adolescenti profughi dell’isola. Offre una varietà di classi, pasti giornalieri, supporto psico-sociale, supporto legale e protezione dei minori: Il programma educativo prevede lezioni di inglese, greco, matematica, arte, storia, geografia, computer, teatro e musica, ma anche cultura europea, diritti delle donne, intelligenza emotiva. Il centro è anzitutto un porto sicuro, che dalle 8.45 alle 19, dal lunedì al venerdì, accoglie e protegge circa 130 minori, offrendo ogni giorno colazione e pranzo. Il sabato è dedicato al tempo libero condiviso, al gioco, ai videogames e al cinema, dalle 10 alle 20.30. In serata, gli studenti sono invitati a una cena seguita da un tempo di festa.

Le pessime condizioni del campo di Samos e il degrado costante in cui i minori profughi sono costretti a vivere hanno spinto Still I Rise a presentare a giugno 2019 una denuncia penale contro la gestione del Centro di accoglienza e identificazione dell’isola, per condannare le violazioni dei diritti umani perpetrate contro la popolazione minorile non accompagnata che vive nel campo. La denuncia è arrivata anche al Parlamento Europeo, con due interrogazioni parlamentari a firma di Pietro Bartolo la prima e di Laura Ferrara, Isabella Adinolfi, Rosa D’Amato la seconda, e anche al Parlamento Italiano.

A dicembre 2019, la ONG ha promosso, insieme alla sezione legale del Greek Refugee Council, ASGI e il supporto di Medici Senza Frontiere, una causa presentata alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per salvaguardare l’integrità fisica e psicologica di cinque minori profughi non accompagnati. In attesa della sentenza, la Corte ha disposto una soluzione immediata per il tempestivo trasferimento dei cinque minori in un luogo sicuro, riconoscendo sull’isola di Samos il mancato rispetto dell’art. 3 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, che sancisce il divieto di tortura e di trattamenti degradanti.

In linea con l’obiettivo primario di offrire educazione e protezione ai minori, Still I Rise sta attualmente lavorando per portare il proprio supporto anche in altre aree del mondo ed è impegnata nell’avvio della Prima Scuola Internazionale per minori profughi in Turchia, dove sono presenti 3,5 milioni di profughi siriani e afghani, di cui il 70% donne e bambini. L’obiettivo su scala globale è quello di raggiungere e recuperare i minori profughi in Paesi quali Kenya e Messico, dove si registrano costanti violazioni dei diritti umani fondamentali e fallimenti da parte delle autorità nel provvedere ai bisogni del bambino.

(Fonte: La Repubblica – Fonte foto: Lettere dal Nord)