Padova Capitale del volontariato: il lavoro dei volontari nella Fase II

di Redazione

A Padova oltre 1600 volontari impegnati nell’emergenza sanitaria grazie al progetto avviato dal Csv insieme a comune e diocesi. 500 di essi continueranno con le nuove attività. Un ‘modello’ studiato da altre città europee e che proseguirà con il percorso “Ripensiamo insieme l’Italia” 

Padova volontari Come in tutta Italia anche nella Capitale europea del volontariato è iniziata la “fase 2” e il Csv di Padova è a lavoro per non disperdere l’impegno solidale di tanti cittadini e associazioni che nell’emergenza hanno fatto fronte ai bisogni della collettività.

Fin da subito grazie al progetto “Per Padova noi ci siamo” Csv comune e diocesi hanno messo in piedi una rete strutturata fra le diverse realtà (associazioni, servizi pubblici, realtà produttive) raccogliendo in pochissimo tempo la disponibilità di 1600 volontari, impegnati nella consegna di cibo e farmaci a oltre 2mila famiglie, insieme a 8mila mascherine distribuite a 3.500 anziani over 74 soli.

Risultati significativi che si aggiungono alle oltre mille “spese sospese” consegnate grazie all’attivazione di 69 punti vendita, 136 tablet e pc acquistati e distribuiti alle scuole, 15mila pasti garantiti alle persone senza fissa dimora e quasi 40mila euro di donazioni raccolte con la campagna attivata nell’ambito del progetto e che proseguirà fino a giugno. Il territorio, fra i primi ad essere colpito dall’emergenza sanitaria, ha potuto contare sulla “grande risposta di volontari e associazioni” come sottolinea in una nota del Csv il presidente Emanuele Alecci. “A livello locale è interessante che a partire dal progetto si siano sviluppate moltissime azioni spontanee – libri in omaggio insieme alla spesa e messa a disposizione di reti wifi gratuite per far accedere i minori indigenti alla didattica a distanza. Importante anche il confronto a livello europeo; il Csv è in contatto con le municipalità di Berlino e di Kosice per la replicabilità del “modello Padova” nei loro territori, e anche Volountering Ireland e Volountering Scotland per studiare la replicabilità delle azioni realizzate.

Il “modello Padova” sarà oggetto anche di un’indagine voluta dal Csv in collaborazione con il dipartimento di Psicologia dell’Università degli studi di Padova “per delineare i profili e le aspettative dei nuovi volontari e capitalizzare la loro disponibilità” spiega il direttore del Csv Niccolò Gennaro. Infatti oltre la metà dei 1600 volontari attivi sono giovani (al di sotto dei 44 ani) non ha mai fatto volontariato prima di questa esperienza.

L’impegno del Csv per la fase 2 proseguirà con il coinvolgimento crescente di associazioni e volontari in sinergia con tutti gli attori del territorio. Sono già più di 500 i volontari coinvolti per il controllo dei 32 parchi pubblici riaperti dal 4 maggio; mentre - come riportato nella nota del Csv – si stanno cercando spazi utili per riavviare i centri estivi e scuola, con il supporto di associazioni, parrocchie, cooperative e il coordinamento dell’assessorato all’istruzione. Con l’esaurimento dei buoni spesa, consegna e distribuzione dei beni di prima necessità continueranno ad essere garantiti con la spesa solidale e con i fondi del progetto. La merce viene stoccata nei 6 magazzini di quartiere e distribuita direttamente dalle associazioni tornate ad essere operative a seguito del Dpcm del 26 aprile. Prosegue inoltre l’accoglienza di 52 persona senza dimora presso Casa arcella, grazie alla collaborazione con la Caritas diocesana. A tutto questo si affiancherà un nuovo progetto culturale denominato “Ripensiamo insieme l’Italia” “un grande percorso di rielaborazione culturale – spiega Alecci - che si concretizzerà in una raccolta di testimonianze e contributi a livello locale, nazionale ed europeo e in un confronto fra tutte le componenti sociali”.

(Fonte articolo: csvnet - fonte foto: csvnet)