Perché la memoria è un dovere civile: Libero Grassi ventuno anni dopo

di Andrea Pellegrino

Erano le 7:45 del 29 agosto di vent’uno anni fa quando cinque pallottole uccidevano Libero Grassi, l'imprenditore siciliano che non era disposto a piegarsi alla violenza mafiosa ed al racket. A oltre due decenni da quel tragico agguato, continua il ricordo dell’imprenditore che vive nell’impegno quotidiano di tanti giovani. (Andrea Pellegrino)

libero_grassi Anche quest’anno è stato affisso un manifesto sul muro nei pressi dell'abitazione dell'imprenditore Libero Grassi, ucciso a Palermo da Cosa nostra per essersi ribellato alla "legge" mafiosa del racket: "Il 29 agosto 1991 è stato assassinato Libero Grassi, imprenditore, un uomo coraggioso, ucciso dalla mafia, dall'omertà, dalle associazioni degli industriali, dall'indifferenza dei partiti e dall'assenza dello Stato". Queste le parole su cui tutti sono chiamati a riflettere nell’anniversario della morte di Grassi.

“Palermo è il posto dove c'è maggiore sensibilità sul tema della mafia e delle estorsioni, ma è necessario infondere più fiducia nei cittadini”, questo è quanto  ha detto il Procuratore Nazionale Antimafia Pietro Grasso a margine della commemorazione dell'imprenditore Libero Grassi avvenuta stamane in Via Alfieri. Ed a proposito dell'arresto del boss Salvatore Bonomolo, catturato dalla polizia in Venezuela, Grasso ha aggiunto: “la coincidenza con l'anniversario di oggi è importante.”

Duro l'intervento del Presidente di Confindustria Sicilia, Antonello Montante, che ha fatto un appello agli imprenditori: “Bisogna fare capire agli imprenditori che ancora pagano per paura che non è più conveniente stare da quella parte. Perchè, purtroppo, molti sono ancora convinti che sia conveniente stare dalla parte sbagliata. Abbiamo elementi certi per ribadire che tanti pseudoimprenditori pensano di far parte di lobby o di consorzi illegali che li porta ad avere forniture più facili” ha detto Montante. “Questi pseudo imprenditori”, ha aggiunto, “devono invece capire che è più facile stare dalla parte dello Stato.”

E’ cominciata così la giornata tutta dedicata alla lotta contro le mafie, all'impegno e al consumo critico: la manifestazione, dal titolo "Il coraggio di essere Libero", prende il via. Dalle 16.30 alle 18.30, a Palazzo Chiaramonte-Steri, spazio alle attività di informazione presso i corner allestiti da Comitato Addiopizzo, LiberoFuturo, ProfessionistiLiberi, Solidaria, Sportello legalità della Camera di Commercio, Sos impresa Palermo, Fondazione Progetto Legalità in memoria di Paolo Borsellino e di tutte le altre vittime della mafia e Associazione Civile Giorgio Ambrosoli. Alle 17.30, presso la chiesetta dello Steri, è poi prevista la proiezione del documentario “Sconzajuoco 2.0”, prodotto dalla Associazione Ambrosoli e dalla Fondazione Borsellino alla cui proiezione sono presenti Veronica Marzotto e Giada Li Calzi. Alle 20.30, infine, si presentano tra letture e proiezioni, i lavori prodotti negli anni dagli studenti che hanno partecipato al Premio Libero Grassi: evento presentato dal giornalista del Corriere della Sera, Felice Cavallaro che modera poi il dibattito che vede la presenza del Ministro Anna Maria Cancellieri e della moglie dell’imprenditore ucciso, Pina Maisano Grassi. Nel parterre presenti anche i rappresentanti delle associazioni promotrici, i rappresentanti delle associazioni di categoria e il procuratore antimafia Piero Grasso.

Proprio la vedova dell’imprenditore racconta: “Nel 2004, tredici anni dopo la morte di Libero, vedo sulle strade di Palermo degli adesivi con su scritto Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità. Scritta nera su fondo bianco, nessuna firma, nessun logo. Mi chiama una giornalista e mi chiede cosa pensassi di quella frase, e ovviamente se ne conoscessi gli autori. Rispondo che non li conosco, ma che, se fossero stati dei giovani, li avrei adottati come nipoti miei e di Libero.” E fu così che il giorno dopo quelle dichiarazioni si presentarono dei ragazzi e si presentano come nipoti di Pina Maisano e Libero Grassi. Con quell'adozione particolare nasceva Addiopizzo, l'associazione che raccoglie ancora oggi con tenacia ed orgoglio il testimone di Grassi e che ha lanciato l'iniziativa del consumo critico antimafioso: un bollino per ogni negozio antiracket "certificato". Libero Grassi, dunque, vive nella passione e nella voglia di cambiare di questi ragazzi siciliani come di tutti quei giovani sparsi per l’Italia che dedicano tutti loro stessi per sconfiggere finalmente le mafie. Oggi sono 715 i commercianti e gli imprenditori che si sono opposti pubblicamente al racket delle estorsioni mafiose aderendo alla campagna dei ragazzi di Addiopizzo, oltre 10.000 i consumatori che li sostengono con i loro acquisti, anche grazie al coinvolgimento di 176 scuole e 32 associazioni che sul territorio sostengono la campagna. E’ dunque soprattutto nella società civile che il messaggio di Grassi ha piantato radici robuste.