Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile: la grande occasione per dar vita a nuove politiche Giovanili

di Pasquale Antonio Riccio, Presidente Associazione "Progetto Alfa"

“Le giovani generazioni possono essere protagoniste del cambiamento auspicato dando vita ad una stagione di partecipazione segnata da maggiore consapevolezza ed impegno per le comunità”

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Lo scorso settembre il Segretario Generale dell’ONU António Guterres, nel delineare le linee guida che avrebbero dovuto portare la comunità mondiale al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, ha indicato tre azioni fondamentali: global action, local action e people action.

La prima (global action) si riferisce alla diffusione tra i governi mondiali di azioni e politiche improntate alla collaborazione e che abbiano come obiettivo cardine lo sviluppo sostenibile. La seconda (local action) chiama in causa le azioni degli amministratori nazionali che, notoriamente, sono le prime ad incidere nelle vite di tutti i cittadini orientandone i comportamenti e le scelte. Alla terza (people action) afferisce il mondo della partecipazione nel suo senso più ampio: dalla società civile al terzo settore, dalla scuola all’università, dai privati ai rappresentanti delle categorie sino ad arrivare agli animatori di movimenti d’opinione, sono tutti chiamati a collaborare in nome dell’ambizioso programma delle Nazioni Unite.

Proprio la “people action” può rappresentare un unico grande portatore d’interesse in grado di dare la spinta decisiva a politici ed Istituzioni per l’attuazione di nuove politiche e modelli di sviluppo in linea con l’Agenda 2030. Il ruolo della partecipazione diventa ancora più decisivo nel mondo post-pandemia di Covid-19. I giovani possono essere gli indiscussi protagonisti della “people action” in questa sfida per il cambiamento cui tutti – al di là dei punti di vista sui singoli obiettivi – siamo chiamati a partecipare: dal terzo settore passando per i forum giovanili di ogni ordine e grado fino ad arrivare al servizio civile universale non mancano gli spazi di partecipazione entro i quali è possibile avviare confronti e progetti per dare concretezza alla vitalità e alla forza dirompente delle giovani generazioni.

L’Agenda 2030 può rivelarsi la grande occasione per dare vita a nuove politiche giovanili e rafforzare la consapevolezza dei giovani sui tanti strumenti di partecipazione offerti ai vari livelli istituzionali, ma che troppo spesso vengono ignorati o vissuti in modo sbagliato. 

L’Italia può essere d’esempio poiché, da tempo, con il servizio civile coinvolge attivamente ogni anno migliaia di giovani nella gestione di attività e progetti che hanno l’obiettivo dichiarato di provare a migliorare le comunità in cui essi vengono realizzati. La recente riforma del servizio civile ha previsto l’organizzazione dello stesso attraverso programmazioni triennali che consentano di pianificare iniziative e obiettivi che non si esauriscano in una finestra annuale. La Presidenza del Consiglio dei ministri per il tramite del Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale nella stesura del primo piano triennale 2020-2022 ha delineato obiettivi pienamente in linea con quelli tracciati dalla strategia ONU per lo sviluppo sostenibile: contrasto alla povertà ed alla fame, assicurare la salute ed il benessere per tutti a tutte l’età, rendere le città più inclusive, rafforzare le istituzioni, tutelare l’ambiente e l’ecosistema. Il Governo è quindi consapevole dell’importanza e della necessità del protagonismo giovanile per rilanciare il Paese e attuare le strategie di sviluppo sostenibile.

L’Italia grazie a queste scelte ed ai suoi giovani è quindi in prima linea nella sfida per l’attuazione dell’Agenda 2030 e per questo motivo resta auspicabile che siano aumentate le risorse per i progetti di servizio civile in modo tale da renderlo davvero universale. Le giovani generazioni possono essere protagoniste del cambiamento auspicato dando vita ad una stagione di partecipazione segnata da maggiore consapevolezza ed impegno per le comunità ed in cui, come affermato dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, si chieda costantemente ai rappresentanti politici di attuare politiche di reale cambiamento supportandoli con le proprie azioni.

 

(Fonte foto: Arpae Emilia Romagna)