Lavoro: Inapp, l’orientamento sia vero strumento di politica attiva

di Redazione
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Quanto emerso nel convegno 'Domanda e offerta di orientamento. Quali prospettive?' organizzato dall'Istituto Nazionale per l'Analisi delle Politiche Pubbliche (Inapp) durante Job&Orienta.

Inapp Cosa chiedono gli studenti che si affacciano nel mercato del lavoro? Come vengono accompagnati nel loro orientamento per la formazione e l'occupazione? Quale guida ricevono coloro che devono riposizionarsi sul mercato del lavoro a causa delle crisi e delle profonde trasformazioni della struttura produttiva? Sono questi alcuni degli interrogativi di cui si è discusso nel convegno 'Domanda e offerta di orientamento. Quali prospettive?' organizzato dall'Istituto Nazionale per l'Analisi delle Politiche Pubbliche (Inapp) durante Job&Orienta, il salone dedicato all'orientamento, alla scuola, alla formazione e al lavoro, a cui hanno preso parte: Gianni Bocchieri, coordinatore Nucleo Pnrr Stato-Regioni, Pier Giovanni Bresciani, professore di Psicologia del lavoro - Università degli Studi di Urbino 'Carlo Bo', Lorenza Da Re, Advisor per l'innovazione pedagogica di orientamento, tutorato e placement - Università degli Studi di Padova, Cristina Grieco, presidente Indire, Anna Grimaldi, responsabile Struttura inclusione sociale - Inapp, Pierpaolo Limone, rettore Università di Foggia - delegato Crui per l'orientamento universitario.

''Abbiamo più di 3 milioni di Neet, giovani non impegnati nello studio, nel lavoro e nella formazione. La dispersione scolastica è in crescita, quasi uno studente su quattro ha abbandonato la scuola o l'ha terminata senza acquisire le competenze di base minime - ha spiegato il presidente dell'Inapp, Sebastiano Fadda - e bisogna interrogarsi su come intervenire per migliorare la partecipazione dei giovani ai processi formativi, per offrire loro un orientamento all'inserimento nella vita lavorativa e per ridurre il mismatch tra istruzione e domanda di lavoro''.

I dati Inapp evidenziati nel Rapporto 2022 mostrano come siano ancora pochi i giovani impegnati nella filiera lunga della formazione professionale, il sistema di formazione che punta a fornire risposte collegate ai fabbisogni di professionalità espressi dalle imprese e dai territori: sono circa 250mila gli iscritti ai quattro anni della IeFP, di cui quasi 38mila partecipano a corsi svolti in modalità duale. Così come si registra uno scarso utilizzo dell'apprendistato (531mila rapporti di lavoro nel 2020), strumento che potrebbe di contro essere fondamentale per rispondere a quella domanda di figure professionali che ancora mancano sul mercato del lavoro.

Tutto questo senza dimenticare che nel nostro Paese il 39,8% possiede soltanto la licenza media (nella fascia tra i 15 e i 64 anni), appena il 17,4% ha un titolo di studio di livello terziario, che sale al 27,6% tra i 30-34enni ma che è lontano dalla media europea del 40,3%. ''Proprio a fronte di questi numeri - ha sottolineato Fadda - dobbiamo concepire i servizi di orientamento non più solo come mera assistenza a soggetti in difficoltà, ma come strumento di politica attiva del lavoro e di rafforzamento del 'capitale umano' dell'intero Paese. Dopo due anni di pandemia, che ha avuto pesanti ricadute sul mondo del lavoro, mutando anche il contesto socio-lavorativo (basti pensare al fenomeno dello smart working), è inevitabile che cambi l'approccio dell'orientamento, a partire dalla necessità di offrire adeguati servizi di sostegno ai giovani per aiutarli a costruire e realizzare progetti formativi e di vita lavorativa in grado di coniugare i loro talenti e le loro aspirazioni con l'evolvere degli specifici scenari sociali ed economici''. Tutto questo in linea con quanto previsto dal Pnrr, con la Missione 4 dedicata a Istruzione e Ricerca, che punta sia al potenziamento dell'offerta dei servizi di istruzione con uno stanziamento di 19,44 miliardi di euro, sia a sostenere gli investimenti in ricerca e sviluppo e a rafforzare le competenze con uno stanziamento di 11,44 miliardi di euro.