Il teatro terapeutico: a Milano va in scena la prima compagnia di disabili

di Francesca Elia

Un’iniziativa di grande valore terapeutico e morale che ha offerto ai diversamente abili  la possibilità di sentirsi utili e parte integrante di un progetto. (Francesca Elia)

divina-commedia “Il teatro è vita il teatro è amore deve raggiungere tutti e poter essere affrontato e vissuto da tutti” a parlare è Luisa Oneto la regista di uno spettacolo teatrale che si è tenuto lo scorso 11 giugno presso il Teatro Nazionale di Milano, che ha visto come protagonisti solo ragazzi ed adulti affetti da malformazioni fisiche e mentali, un’iniziativa senza precedenti a livello nazionale. 25 persone con disabilità psico-fisiche si sono impegnate per portare in scena diversi episodi legati al grande capolavoro dantesco “La Divina Commedia”, immedesimandosi nei personaggi di Dante, Paolo e Francesca, Virgilio, arrivando addirittura ad imparare e recitare a memoria i versi del testo originale.

Colpisce la disinvoltura e la gioia manifestata sul palco da tali ragazzi, che sono riusciti a raggiungere un obiettivo importante, sono riusciti a non sentirsi discriminati e a percepire una leggera brezza di ”normalità”, della quale spesso vengono ingiustamente privati. Alcune parole non sono totalmente comprensibili, ma la considerazione del grande impegno e della forza di riuscirci che hanno dimostrato i ”nuovi attori” hanno commosso il pubblico milanese.

Si apre il sipario, vestiti colorati e luci soffuse, ma l’occhio cade subito su quelle sedie a rotelle, sulle parole difficilmente pronunciate, è una vera iniziativa terapeutica basata sull’intervento di tre cooperative sociali: Cura e Riabilitazione di Milano, L’Anaconda di Varese e Solidarietà e Servizi di Busto Arsizio. In realtà non sono attori per niente, sono persone che hanno voglia di vivere, di fare esperienze venendo a contatto con nuove realtà; il teatro unisce aiuta a conoscersi e ha determinato rilevati miglioramenti nei confronti di molti di questi giovani, l’ostacolo non è la malattia ma il disinteresse della gente, sono infatti spesso considerati la parte debole della società, la parte non in grado di migliorare il mercato economico o di garantire una convivenza nazionale pacifica.

Magari è vero, loro non diventeranno legislatori, economisti, magistrati, molti di loro non potranno avere una famiglia ed essere indipendenti restando legati a qualcuno che possa aiutarli a vivere, ma la loro esistenza non può ridursi ad una sopravvivenza, Luisa ha donato loro una finestra ampia da cui poter osservare il mondo e la vita da un’altra prospettiva, ha offerto loro la possibilità di sentirsi utili e partecipi di un progetto. L ‘uomo molte volte ha bisogno di sentirsi semplicemente utile per essere felice, sentirsi parte integrante di un mondo dispersivo. Il ricavato della serata verrà utilizzato per avviare il nuovo centro disabili  Ludovico Necchi di Vanzago.

Alla conclusione  dello spettacolo tutti i protagonisti hanno accolto il caloroso applauso del pubblico entusiasmato dalla rappresentazione  che ha provato a trasmettere un messaggio di uguaglianza e solidarietà. Anche loro possono, possono danzare, recitare, cantare, possono salire su un palco e far divertire ed attirare la gente, possono sentirsi protagonisti, persone in grado di donare qualcosa agli altri, donare emozioni.