L’alba del pianeta delle scimmie. Al cinema il prequel del cult-movie del ‘68

di Marco Di Maro
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“L’evoluzione diventa rivoluzione”. Il regista Rupert Wyatt ci racconta la storia di Cesare, la scimmia che diede inizio alla ribellione della sua specie nei confronti dell’uomo. (Marco Di Maro)

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Dopo il poco entusiasmante remake del 2001 diretto da Tim Burton il cinema americano prova ancora una volta a riportare in auge la saga de“Il pianeta delle scimmie”, composta dalla mitica pellicola con Charlton Heston datata 1968 e dai quattro sequel che seguirono. A differenza dei precedenti tentativi però stavolta l’operazione sembra essere riuscita decisamente meglio.

“L’alba del pianeta delle scimmie” racconta l’antefatto del film originale, riportando l’ambientazione ai giorni nostri. James Franco interpreta il giovane Will Rodman, un brillante ricercatore alla studio di una cura per l’Alzhaimer, che affligge suo padre. Il farmaco da lui elaborato, viene sperimentato su una serie di scimpanzè con effetti inaspettati, una femmina in particolare, Bright Eyes, sviluppa in breve tempo un’intelligenza bel al di sopra della media. Quando però quest’ultima mostra segni di forte aggressività viene abbattuta insieme agli altri esemplari e il laboratorio viene definitivamente chiuso. Will riesce però a salvare dalla mattanza un cucciolo nato all’interno del laboratorio, figlio di Bright Eyes, e decide di portarlo a casa con sé dandogli il nome di Cesare.

In pochi anni Cesare acquisisce delle elevate capacità intellettive ed è perfettamente in grado di comunicare attraverso il linguaggio dei segni. Con il passare del tempo però comincia a sentire forte il bisogno di libertà e di relazionarsi con la propria specie, cominciando così a ribellarsi all’egemonia del genere umano, dal quale, ad eccezione di Will e di suo padre, viene trattato come un mostro. Inizia così la rivoluzione che porterà poi le scimmie a diventare la specie dominante, come raccontato nel film originale.

locandina_l_alba_del_pianeta_delle_scimmieLa pellicola è davvero ricca di scene adrenaliniche ed effetti speciali e in particolare i movimenti e l’espressività delle scimmie sono resi in modo magistrale. Una volta tanto però, come purtroppo spesso capita con i blockbuster americani, non c’è una spettacolarità fine a sé stessa e utilizzata al solo scopo di compensare la pochezza della sceneggiatura, ma anzi l’uso della tecnologia è perfettamente integrato nell’insieme e fa da sostegno ad un’opera ben realizzata in tutte le sue parti.

“L’alba del pianeta delle scimmie” presenta parecchi richiami e punti di contatto con il film originale, a dispetto del quale però vengono invertiti i ruoli di “buoni” e “cattivi” tra uomo e scimmia. E’ inoltre ricco di spunti di riflessione, vengono affrontati argomenti come la repressione e la prepotenza dell’uomo nella sua ricerca della perfezione, che lo porta inevitabilmente all’autodistruzione.

Il protagonista, più che Rodman, è indubbiamente Cesare, il personaggio più riuscito, quello capace di conquistare il pubblico grazie non solo alla straordinaria computer-grafica, ma anche all’interpretazione di quell’Andy Serkis ormai famoso come “il divo senza volto” per aver interpretato Gollum del Signore degli Anelli e King Kong nell’omonimo remake di Peter Jackson.

Guarda il trailer del film: