Antimafia in movimento: una rete a Bologna!

di Andrea Pellegrino

Si è svolta la scorsa settimana a Bologna un interessante convegno dal titolo “L’informazione al servizio dell’antimafia” promossa dalla Rete “No Name – Antimafia in movimento”. Abbiamo incontrato Giulia Di Girolamo, già presidente dell’associazione di cui è stata anche tra i fondatori, per fare insieme a lei un bilancio della manifestazione oltre che per presentarci le attività che, sul tema del’antimafia, si stanno portando avanti a Bologna. (Andrea Pellegrino)

bologna Incontriamo Giulia a Bologna, qualche giorno dopo il convegno che ha visto partecipare tantissime persone di ogni età per discutere insieme di un tema, come quello della lotta alle mafie, che non può essere confinato al solo meridione d’Italia. Chiediamo a Giulia di presentarci la Rete No Name.

Giulia presentati ai nostri lettori.
Ciao a tutti! Sono Giulia e da 4 anni faccio parte della Rete NoName- Antimafia in movimento di Bologna. Mi sono laureata alla triennale in scienze politiche e ora frequento la specialistica in pubblica amministrazione. Da 6 anni vivo a Bologna, una città che offre molti stimoli e molte opportunità per i giovani, nonostante i molteplici cambiamenti di questi anni. Ho ricoperto la carica di coordinatrice dell'associazione Rete NoName- Antimafia in movimento.

Come nasce e cosa fa la vostra associazione?
La Rete NoName- Antimafia in movimento nasce 4 anni fa dalla voglia di un gruppo di ragazzi, provenienti da svariate parti d’Italia di raccontare e diffondere il tema della mafia e soprattutto dell’antimafia in un territorio in cui tale fenomeno era ancora sconosciuto ai più, al fine di rendere partecipe la società civile bolognese nella lotta e fornire loro gli strumenti per riconoscerla e saperla combattere. Attualmente l’associazione conta 10 volontari e ogni anno si rinnova l’impegno e l’interesse di molti giovani, per lo più tra i 18 e i 26 anni, di affrontare questo tema attraverso azioni concrete sul territorio.

In questi anni abbiamo organizzato numerosi incontri pubblici, prodotto documenti di ricerca sulla presenza delle mafie nella nostra regione e diffuso tali informazioni attraverso un giornalino prima (“Le mani sulla città”) e il web poi, creando un blog e cercando di tenere sempre aggiornate le persone su ciò che facciamo e soprattutto sul perché ci stiamo impegnando su questo tema in una regione considerata la pre-zona rossa per infiltrazione mafiosa dopo la Lombardia. Attraverso lo studio di sentenze, documenti, articoli siamo riusciti, insieme a Gaetano Alessi (vincitore del Premio Giuseppe Fava, 2011) e alla cattedra di Sociologia del Diritto di Giurisprudenza dell’Università di Bologna, a produrre un dossier in cui vengono elencati tutti i giri di affari delle mafie in Emilia Romagna, una storia di infiltrazione che inizia 50 anni fa con i sorvegliati speciali fino a colpire in tempi più recenti le sale gioco della riviera, beni confiscati dentro le mura di Bologna e in tutta la regione, presenza di racket e usura.

Lo sforzo che state facendo promuovere anche al nord una rete antimafia sta raccogliendo successi?
Inizialmente il coinvolgimento della gente, dei cittadini è stato molto esiguo. Col tempo, grazie ad un lavoro di gruppo e alla profonda convinzione che ci anima, siamo riusciti a sensibilizzare un cospicuo numero di persone che oggi ritroviamo ad ogni conferenza o addirittura dentro l’associazione stessa. La difficoltà iniziale, secondo me, è derivata dalla novità dell’argomento proposto: poco si era sentito parlare di mafia a Bologna e poco si sapeva. Oggi, invece, grazie alla collaborazione di tutti coloro che credono nel progetto e nella forza dell’antimafia, siamo riusciti a trasmettere un messaggio chiaro alla gente: non abbassate mai la guardia perché anche se non ci sono coppole e lupare, a Bologna la mafia esiste e fa affari. Poiché è proprio la natura del territorio emiliano-romagnolo, un territorio ricco, sano, economicamente “appetitoso” che ha spinto le mafie a mettervi radici. E ora molti lo sanno.

Come reagiscono i giovani che incontrate quando gli dite che la lotta alla mafia passa anche per loro, per la loro sensibilità ed i loro comportamenti?
Non c’è una reazione univoca. Io lavoro anche nelle scuole con il progetto di Libera Formazione e con ragazzi delle scuole superiori nello specifico. E a seconda dell’argomento, di come è declinato, di quanto li colpisca noto reazioni completamente diverse. Il difficile sta nel riuscire a trasmettere loro l’idea che l’antimafia passa anche da loro, dal loro vivere quotidiano, dai piccoli gesti di ogni giorno. Devo dire però che in questi anni abbiamo avuto sostanzialmente reazioni positive, testimoniate dalla presenza di tre giovani appena usciti dalle scuole superiori che sono entrati a far parte della nostra associazione e di tutti gli altri che hanno creato sul territorio bolognese un presidio di Libera, aggregando le varie scuole secondarie superiori.

Quali sono le associazioni e gli enti locali che vi stanno aiutando nel vostro percorso di sensibilizzazione della cittadinanza bolognese?
Noi fin dall’inizio abbiamo collaborato con Libera, poi a seguire sono iniziate le collaborazioni con l’università di Bologna, con la CGIL di Bologna e con i vari soggetti singoli che sul territorio si impegnano, istituzioni e non. Gaetano Alessi, il procuratore di Bologna Roberto Alfonso, il gruppo dello Zuccherificio di Ravenna, il Gruppo Antimafia Pio La Torre di Rimini. Questo per noi è il senso della RETE noname!

Volendo tirare le fila di un anno di impegno, quali sono i successi che portate con voi nel 2012 e quali sfide-obiettivi per il nuovo anno?
Il successo dell’ultimo anno che ci portiamo dietro nel 2012 e che continueremo a portare avanti è quello dell’aggiornamento del Dossier, cercando di diffonderlo più di quanto abbiamo già fatto. La sfida più grande è quella di riuscire a creare un movimento sempre più ampio e sentito di persone che abbiano voglia di impegnarsi sul serio nella lotta contro le mafie. E, essendo ottimista per natura, posso dire che siamo sulla buona strada!

Qualche progetto in cantiere?
Abbiamo in mente di realizzare un osservatorio sulle mafie in collaborazione con la CGIL di Bologna, coinvolgendo tutti i soggetti istituzionali e non utili per il controllo del territorio.

E progetti attualmente in corso?
Beh, fare ogni giorni, con costanza e passione, il nostro dovere di cittadini responsabili contro tutte le mafie! Ed è proprio questo la parte difficile del nostro lavoro!