Venezia. Soluzioni ai ponti anti-disabilità. Garantito il transito per oltre due mesi

di Anna Laudati

Su 434 ponti soltanto 4 consentono l’attraversamento a un disabile. Pronta una soluzione temporale, dal 20 ottobre all’11 gennaio tredici ponti di Venezia, da San Basilio (area del Porto) ai Giardini della Biennale, saranno resi fruibili a tutti attraverso rampe con una pendenza inferiore all’8% (di Veronica Centamore)

 

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Ormai i tempi “sò cambiati” - come dice un comico di Zelig, nota trasmissione televisiva – e a Venezia è molto facile farsi del male, basta  “attraversare” uno dei tanti ponti. Si, per tutti coloro che volessero provare l’ebbrezza di una giornata al pronto soccorso della città emblema dell’amore … semplicemente, bisogna “tentare” di attraversare il ponte ideato dell’insigne architetto Santiago Calatrava. Un ponte anti-disabilità. Si, la sua prerogativa è l’inaccessibilità. Questa opera pubblica è inaccessibile alle persone con disabilità motorie e  a quelle ipovedenti. E' pur vero che molti, come lui, per secoli non si sono posti il problema ma si trattava pure di altri tempi. Non se lo sarà posto chi ha costruito la chiesa del Vaticano, la torre di Pisa, la scala dell’Aracoeli, Trinità dei Monti.

Infatti neppure a Venezia se lo sono posti (su 434 ponti soltanto 4 consentono l’attraversamento a un disabile). Altri tempi, si dice oggi all’indomani del 2000, dopo tutte le battaglie e le vittorie ottenute per le pari opportunità dell’anima e della persona in quanto essere fisico-pensante.

Rappresentativa l’idea del ponte proposta da Roberto Ellero (docente e consulente web) “Il ponte ha proprio la funzione di collegare, di unire due realtà (…) due parti della città ma in questo caso l’apertura di questo ponte simbolicamente rappresenta una contraddizione perché divide, divide una parte della cittadinanza che può attraversarlo con le proprie gambe e un’altra parte che è presentata da persone con disabilità, che sono invece escluse dalla partecipazione alla  vita sociale”.

 Si parla della progettazione-soluzione di un’ovovia nata ovviamente soltanto al seguito delle polemiche, una capsula che consente l’alloggiamento di una persona in carrozzella e le permette di attraversare il ponte in un tempo molto lungo, intorno ai 17 minuti. Una sorta di giostra-discovolante che regala il brivido del volo solitario, peccato però, che in questo modo non si è considerato il fatto dell’ulteriore isolamento indotto proprio in un contesto (quello del ponte) che rappresenta un punto nevralgico tra persone che s’incontrano-scontrano e con il piacere pure di farlo, talvolta.  Nel 2008, quando in America i neri entrati da schiavi sono riusciti a diventare ‘padroni’, quando non si muore più di varicella, quando gli uomini possono cambiar sesso e identità, quando le donne hanno ottenuto il diritto al voto e in un momento in cui è stato istituito un ministero sulle pari opportunità, si può iniziare a pensare alla progettazione accessibile?Qui non si parla di un’opera come una statua fatta per essere oggetto di sguardi e delle più svariate e discutibili interpretazioni ma di qualcosa che deve essere funzionale ed utile a tutti pur avendo un’aurea artistica. Progettare si ma con l’’accessibilità in mente’ rispettando i principi del design for all. Sarebbe pretendere troppo? Che fine hanno fatto i principi della rivoluzione francese?

“Progettare con l’accessibilità in mente significa realizzare opere, fisiche o digitali, che funzionano meglio, che non discriminano, esteticamente più armoniche e più funzionali allo scopo, dove al centro dell’attenzione non è l’opera ma le persone che ne devono fruire (…) Un adattamento successivo, come avviene in Calatrava con l’ovovia produce una sorta di parallelismo fra due mondi e non li unisce come avviene nei siti web paralleli che vengono fatti per fornire una strada alternativa per le persone con disabilità” (R. Ellero). 

Disabili e normodotati come due rette parallele condannati a vite parallele. 

Una buona notizia… Venezia: fino all’Epifania la città sarà resa più accessibile ai disabili grazie alle rampe montate per la Venicemarthon (questo è il titolo di un articolo pervenuto nella casella di posta elettronica)   

Dal 20 ottobre all’11 gennaio tredici ponti di Venezia, da San Basilio (area del Porto) ai Giardini della Biennale, saranno resi fruibili a tutti attraverso rampe con una pendenza inferiore all’8%. Venezia garantisce oltre 2 mesi di accessibilità in più parti della città. Grazie alle rampe, quasi tre chilometri di percorso sono pienamente accessibili. 

Forse per attenuare le polemiche nate dall’inaccessibilità del Ponte di Calatrava? Un’opportunità unica, quindi! Disabili di tutto il mondo che volete visitare la città più romantica del mondo, unitevi e accorrete dal 20 ottobre fino all’11 gennaio.

Ma dopo l’11 gennaio per i disabili come si farà?