Under 30: da Bolzano parte l'esperienza italiana delle Cheap House

di Anna Laudati

Nel paese con la popolazione più vecchia d’Europa, nel paese con il maggior numero di precari del continente, arriva una bella novità: le case per gli Under 30 (di Giuseppina Ascione)

images_case.jpgIl progetto è del comune di Bolzano in cui l’amministrazione ha messo a punto un piano che prevede la costruzione di due palazzine alla periferia della città, che conteranno 90 alloggi, destinati ai giovani. Grazie ai fondi stanziati dal comune si riuscirà a garantire un appartamento, monolocale o trilocale, con affitto a canone calmierato, in modo da sopperire alla crisi degli affitti che spesso impediscono ai ragazzi di lasciare le famiglie e andare a vivere in autonomia. Ma il vero punto di forza di tali palazzi sono gli ambienti in comune. Lavanderia, sala hobby e addirittura una sala proiezioni.

Ambienti che oltre a contribuire al risparmio energetico costituiranno veri e propri luoghi di socializzazione per quanti, lavoratori e studenti, sceglieranno di appoggiare un tale progetto. I miniappartamenti, tagliati su misura di giovane, single o in coppia, sposati e no, partono da un minimo di 28 metri quadrati, 38 o 48, dieci dei trilocali saranno a modulo, ovvero con la possibilità di essere collegati con altri appartamenti. L’amministrazione comunale di Bolzano prevede di rendere agibili le Cheap House nel 2012.

Gli alloggi sono costruiti su un terreno comunale e resteranno di proprietà dello stesso. Gli enti che li costruiscono rientreranno dal loro investimento mantenendo la gestione degli alloggi e grazie agli affitti. Sarà un affitto maggiore rispetto a quello sociale Ipes, ma comunque inferiore rispetto ai privati. I contratti d’affitto dureranno tre anni con la possibilità di un rinnovo per altri due. L’idea principale è quella di far ruotare tali appartamenti tra diversi affittuari, anche perché, in linea di massima, si tratta di alloggi per giovani lavoratori e non per studenti. Naturalmente non sono mancate le polemiche e già la destra di Unitalia ha lamentato come si cerchi di agevolare i “bamboccioni” piuttosto che le famiglie, che comunque godono già degli alloggi sociali Ipes.

Le polemiche, inutili e contraddittorie, sembrano voler ostacolare quei giovani italiani da più parti tacciati di essere “mammoni” e meno intraprendenti dei coetanei europei. Eppure, quando si cerca di agevolare i ragazzi, si ha da ridire perché la precedenza sia data all’agevolazione delle famiglie, quindi è naturale chiedersi, è un problema dei giovani, della società che cambia e non li gratifica lavorativamente e economicamente, o di una radicata cultura che tenta sempre di più di tarpare le ali a quanti credono nelle giovani generazioni e pensano che vadano incetivate?