Marco Vitale alle Paralimpiadi. Storia di una vittoria fatta di sacrifici e passione

di Anna Laudati
Una medaglia d’argento individuale e una medaglia di bronzo a squadre conquistate alle Paralimpiadi di Pechino 2008, con preparazione e tenacia: “Per passione e per riabilitazione pratico uno sport meraviglioso: il tiro con l'arco” (di Gianfranco Mingione  

gio.jpgLa storia di Marco è la storia di quei molti ragazzi e ragazze che in tutto il mondo si impegnano per raggiungere con la volontà e le proprie forze un risultato vincente. Ma nel caso di Marco è anche la storia di un evento nato sul finire della seconda guerra mondiale -  le Paralimpiadi - che a  margine delle ben note e maggiormente mediatizzate Olimpiadi, vedono il raduno di migliaia di atleti da tutto il mondo.

Una storia molto recente quella delle Paralimpiadi. La loro prima edizione, se così possiamo definirla, è avvenuta nell’Inghilterra del 1948, ad opera del neurologo Ludwig Guttmann. Il dottore, su richiesta del governo britannico, aveva inaugurato nel 1944 un centro riabilitativo per  le persone rimaste mutilate o invalide durante il secondo conflitto mondiale. Compresa sin da subito l’importanza dello sport come “medicina” in grado di sanare le ferite provocate durante la guerra, il dottor Guttmann inaugurerà nel 1948 la prima edizione dei Giochi di Stoke Mandeville, dal nome della località inglese dove sorgeva il centro di riabilitazione. I giochi erano riservati ad atleti su sedia a rotelle.

 

Ma il grande balzo, a livello internazionale, avverrà nel 1960, a Roma, al termine dei giochi olimpici. Per la prima volta, a livello mondiale, si disputeranno i primi giochi Paralimpici che vedranno la partecipazione di atleti provenienti da ben 23 nazioni.Un'altra importante conquista riguarda poi i giochi di Seul, nel 1988, dove per la prima volta gli atleti disabili hanno condiviso gli spazi e gli impianti dei loro colleghi Olimpici. Dal non lontano 1948 la strada è stata breve ma i risultati numerosi e importanti. Oggi possono partecipare ai giochi Paralimpici molte classi di partecipanti aventi diversi handicap di natura intellettiva, fisica e visiva. Nella scorsa edizione di Atene, quella prima di Pechino per intenderci, ai giochi hanno partecipato circa 4300 atleti da tutto il mondo.

Come afferma Luca Pancalli, Presidente del Cip, “La Paralimpiade è una storia tutta da vivere, fatta di migliaia di capitoli, scritti da mille mani diverse. È un mosaico composto da tantissime tessere, l’una indispensabile per la vita dell’altra”. Un insieme di tessere che come in un grande puzzle sono indispensabili l’una all’altra per realizzare quello scambio culturale e formativo, oltre che agonistico, derivante dai giochi. Ed il nostro Marco Vitale, originario di Gaeta in provincia di Latina, 27 anni, ne è un fulgido esempio. Giovane, tenace, pieno di vita, descrive così il suo approccio allo sport: “Ho iniziato per caso, a dieci anni, la maestra mi invitò a seguire delle lezioni gratuite e non me lo feci ripetere due volte. Ricordo che ero molto emozionato e impaziente di tirare.

tre mesi mio padre mi regalò il primo arco, dopo sei feci la prima gara e fui premiato come atleta più giovane. A tredici anni sono stato iscritto per la prima volta ad un’associazione sportiva per diversamente abili (A.S.C.I.P . Ostia) dall’allora Presidente Uber Sala. Ho iniziato a partecipare ai primi Campionati Italiani riservati ai diversamente abili, ottenendo da subito ottimi successi. Da quel giorno sono cresciuto molto, come atleta e come persona”. Marco è sulla sedia a rotelle perché affetto da spina bifida, una malattia congenita, e nonostante questo si ritiene “un ragazzo fortunato”. Diplomato come “Tecnico delle industrie Elettroniche” nel 2000, Marco ha avuto un trascorso da studente universitario che lo ha portato a vivere anche a Milano.Negli ultimi anni, accantonato lo studio universitario e rimodellato la sua vita anche in funzione di dello sport, Marco ha saputo dedicare tempo e costanza alla sua disciplina sportiva: “Posso dire di essermi preparato davvero bene per questa Paralimpiade (…)

 

Dopo Atene ritengo di essere cresciuto tantissimo, sia sotto il profilo sportivo che mentale (…)Durante quest’anno ho intensificato ed ottimizzato al meglio i miei allenamenti (…) Ho ottenuto proprio in quest’anno di preparazione olimpica i miei migliori punteggi in assoluto, e gara dopo gara ho migliorato sempre i miei personali”.Impegno e dedizione, antiche “arme” in voga sin dalle olimpiadi storiche dell’antica Grecia, sono ancora oggi, nonostante rari casi di tentata “falsificazione” della realtà e dei valori sportivi, una maniera comportamentale per lottare nello sport e verso il proprio obiettivo: “Dopo la fase di qualificazione, dove mi ero classificato al 7° posto, mi sono ritrovato a dover affrontare le fasi ad eliminazione diretta. Concluso il primo scontro, vinto con tranquillità ho capito davvero di essere in ottima forma e di potermela giocare fino all’ultima freccia con chiunque. Sono così arrivato a disputare la finale per il 1° e 2° posto, dalla quale sono uscito sconfitto nonostante abbia fatto una buona prova e soprattutto abbia dato filo da torcere al mio avversario. A quanto pare è stato più bravo di me. Vincere una medaglia d’argento è in ogni caso una cosa stupenda …”

 

La sensazione di vincere è una bella sensazione. Una vittoria è sempre una vittoria, diceva qualcuno, pur non dimenticando che l’importante, come affermava De Coubertain, è partecipare e condividere con gli altri una grande emozione. Marco sta continuando la sua preparazione in vista di altri obiettivi sportivi che lo vedranno impegnato nei prossimi mesi e nei prossimi anni: “Devo cominciare da subito a prepararmi per i prossimi impegni, tenendo sempre bene in mente il mio obiettivo principale…. Vincere altre medaglie!!! Una lezione importante per tutti i giovani che hanno voglia di fare sport e perché no, di arrivare in alto nelle varie discipline sportive. A Marco va l’augurio per questa vittoria e l’auspicio che possa rendere ancora felice la sua famiglia, i suoi amici e la sua Italia con tante altre medaglie. Etimologia di una parola: Per chi non lo sapesse la parola “Paralimipico” deriva dal greco “Para” (parallelo) con l’unione del termine “Olimpico” (Le Paralimpiadi si muovono in parallelo alle Olimpiadi)

Per approfondire la tematica delle paralimpiadi, la storia, i protagonisti e i numeri che ne hanno fatto la storia, visitate il sito del Cip: http://www.comitatoparalimpico.it/index.asp