Giovane pestato sull'autobus. La sua colpa? Essere un transessuale

di Anna Laudati
Napoli, mezzanotte e mezza di domenica 23 novembre, Angela (è il nome di fantasia che le daremo per tutelare la sua privacy e continuare a raccontare la sua terribile esperienza), mentre tornava a casa è stata aggredita (di Monica Scotti

aggressione.jpgE’ sull’autobus 472/D, che copre la tratta piazza Garibaldi –Ponticelli, che ha incontrato, tra l’indifferenza generale, i suoi aguzzini. In trenta, tutti giovanissimi, l’hanno pestata ed insultata per il solo fatto di essere “diversa”.  Angela, infatti, è una giovane transessuale e fa parte del direttivo del Circolo Anthias, nonché del tavolo di concertazione Lgbt del Comune di Napoli, nato proprio per contrastare le discriminazioni. Una violenza cieca, inaudita, quella che è stata costretta a subire e di cui porta ancora i segni su tutto il corpo (la foto pubblicata si commenta da sé); una ferocia che trova terreno fertile nella subcultura che fa dei “diversi” (ma chi stabilisce chi sono i diversi?) un nemico da combattere, un bersaglio perfetto per il branco.

“Sono saliti a piazza Garibaldi – racconta Angela – Hanno cominciato con un ceffone sulla nuca, mi hanno strappato il cappello, presa per i capelli, trascinata giù dal sediolino e sbattuta contro il vetro del finestrino. Mi urlavano che ero un maledetto frocio da pestare, uno di loro ha persino cercato di strangolarmi. Non li hanno fermati le mie lacrime, né le mie urla di dolore e terrore. Hanno anche cercato di buttarmi giù dall’autobus in corsa a suon di calci…” E’ il racconto scioccante di quei momenti vissuti fra l’indifferenza di tutti.

Nessuno, infatti, si è degnato di intervenire, né l’autista del mezzo né gli altri passeggeri. Il bus non ha fermato la sua corsa mentre Angela veniva brutalmente pestata. Trenta aggressori e una vittima lasciata sola. Neppure questo è bastato a smuovere le coscienze di chi assisteva alla violenza senza muovere un dito. Violenza in seguito alla quale, oltre alle numerose contusioni, la giovane ha riportato danni ai reni che le impediscono di urinare bene.

 

Ma Angela ha trovato lo stesso la forza di reagire. Supportata dall’Anthias e dalle altre associazioni “di genere”, ha denunciato questo gravissimo episodio, che va ad aggiungersi, purtroppo, al lungo e triste elenco degli attacchi perpetrati ai danni di persone omosessuali e/o transessuali. Solo tre mesi fa alcune ragazze appena maggiorenni erano state aggredite a piazza Bellini (già teatro di simili episodi) da esponenti della tifoseria violenta napoletana perché lesbiche. Anche in quel caso le vittime, incoraggiate dall’attenzione riservata all’accaduto dai quotidiani e rintracciate dalle ragazze del Direttivo di Arcilesbica, hanno trovato la forza necessaria per denunciare il vergognoso episodio. 

 

La denuncia non è stata la sola risposta all’accaduto. Il 6 dicembre, in concomitanza col sit-in di protesta voluto a Roma dalle associazioni gay italiane per rispondere al rifiuto del Vaticano di appoggiare in sede ONU la campagna per la “depenalizzazione dell’omosessualità nel mondo”, è stata lanciata a Napoli l’iniziativa Transbus: volontari rigorosamente “in rosa” sono saliti sugli autobus di linea per spiegare ai passeggeri l’assurdità delle discriminazioni legare all’identità e/o alle preferenze sessuali e per chiarire il significato di termini  e concetti come trans-gender, identità di genere, omosessualità etc. spesso abusati e confusi tra loro, quasi mai capiti fino in fondo.

Il rispetto nasce dalla conoscenza reciproca.