Aimee Mullins. Una donna davvero… in gamba

di Anna Laudati
Atleta, modella e oggi anche attrice. Da un anno ha subito l’amputazione delle gambe. Di seguito la sua splendida esperienza di vita (di Veronica Centamore) 

p1_mullins.jpgQualcuno diceva che le più belle opere d’arte sono quelle imperfette o comunque non conformi all’immaginario collettivo. Pensate un po’ alla Venere di Milo. Se avesse avuto le braccia avrebbe suscitato lo stesso interesse negli studiosi che se ne sono occupati? Il solo fatto d’immaginarsi come sarebbe stata se… è già stimolo d’interesse. Ecco l’ "imperfezione" stimolo per la fantasia. Che speldore!

Aimee Mullins americana, è atleta, modella, attrice, musa dello stilista Alexander McQueen e dell’artista Matthew Barney. Oggi a 33 anni e' tutto questo ma con un piccolo particolare, le sue gambe dall'età di un anno, le sono state amputate sotto il ginocchio a causa di un'ipoplasia (per ipoplasia si intende uno sviluppo anormale, incompleto o ridotto, di un organo o di un tessuto. La causa che comporta tale anomalia nell'organismo è dovuta soprattutto ad una diminuzione del numero di cellule). La conseguenza di un'ipoplasia in un individuo è che l'organo appare di ridotte dimensioni rispetto alla normalità.“Laddove gli altri vedono una limitazione, io vedo una possibilità” - afferma Aimee. E qui sta tutta la forza dell’essere umano: avere un punto di vista diverso da cui vedere una situazione. Persino in un handicap. Aimée Mullins, l’autrice di questo aforisma, di forza e di punti di vista diversi (che poi sono in fondo quelle possibilità che ti permettono di cambiare la visione del mondo) ne ha da vendere. Non per nulla è stata ospite del Taormina Film Festival come relatrice del dibattito “Chi ha paura delle donne forti?”. Chi meglio di lei può arrogarsi il diritto a definirsi tale?


Ha corso contro i “normodotati”, ha partecipato alle Paralimpiadi di Atlanta e stabilito i record dei cento metri e del salto in lungo. E sfoggia con grande nonchalance protesi diverse a seconda della serata, come un qualsiasi indumento da abbinare: arti di legno, intagliate a mano, gambe effetto medusa, gambe di vetro… Di lei parlano e scrivono i media, sia per le performances che per il nuovo modello che propone: è diventata icona di una disabilità in grado di trasformare una perdita in una sfida per il cambiamento.“Se pensiamo che ogni disabilità umana ha lo scopo di nutrire la creatività e ispirare grandezza, siamo in grado di realizzarci a dispetto di qualunque difficoltà”. “Quando il dottor Hugh Herr, lo scattista Oscar Pistorius e io siamo menzionati nello stesso articolo, probabilmente è perché abbiamo una condizione medica comune: siamo tre esseri umani cui sono state amputate le gambe al di sotto del ginocchio. Ma soprattutto abbiamo in comune un’altra cosa e cioè il modo in cui affrontiamo le difficoltà. Condividiamo il sogno di un potenziale infinito, perché vediamo una possibilità laddove gli altri vedono una limitazione” Ecco qui la capacità insita in ogni essere semplicemente umano, la possibilità d’ingegnarsi una possibilità altra.  “Le realtà del potenziamento corporeo ha smesso di essere fantascienza ed è sempre più prerogativa della scienza. Una scienza pronta a dialogare con chi voglia esplorare l’interazione tra i propri desideri e il proprio corpo. Artisti e scultori, stilisti, grafici della comunicazione, ingegneri aerospaziali, designer di mobili, artisti del make-up per effetti speciali… A prendere parte alla scoperta del potenziale della prostetica sono invitati talenti provenienti dalle discipline più diverse”.

Quindi la comunicazione avviene anche attraverso il senso artistico. Tutti mobilitati al fine di rendere qualcosa di utile anche bello dal punto di vista estetico, per non negare a queste persona la voglia di essere “belli” come tutti gli altri. La disabilità non toglie il bisogno dell’estetica, dell’apparire, del vezzo. Legittima prerogativa di ogni essere umano. Aimee, inoltre, ci invita a modificare il nostro concetto di disabilità ( a partire dalla definizione etimologica e i suoi sinonimi) considerando lo "svantaggio" come un cambiamento al quale non ci siamo ancora adattati.“Quando scrivo ho sempre al mio fianco il fido dizionario dei sinonimi. Dopo aver finito di correggere questo articolo mi è venuto in mente che non ero mai andata a vedere alla voce “disabile” per scoprire…Disabile: storpio, impotente, incapace, rovinato, impedito, menomato, ferito, sciancato, zoppo, mutilato, esaurito, spossato, indebolito, impotente, castrato, paralizzato, handicappato, senile, decrepito, costretto a letto, finito, spacciato, esaurito; vedi anche ferito, incapace, debole. Contrari. Sano, forte, capace». Stavo leggendo l’elenco ad alta voce e dopo “sciancato” la voce mi si è incrinata: ho dovuto riprendermi dal trauma della violenza di queste parole. Ho controllato l’anno di pubblicazione…anni Ottanta. Quindi sono nata in un mondo che percepiva quelli come me come del tutto privi di prospettive positive, mentre io oggi sono famosa per le possibilità e le opportunità offerte dalla mia vita e dalle sue avventure. Ho consultato l’edizione 2009 del dizionario. Ed ecco la versione “aggiornata” di questa voce: «Voce: Disabile Funzione: Aggettivo Testo: privato della capacità di esercitare una o più delle naturali attività corporee (“Quell’uomo disabile non era in grado di salire le scale senza aiuto”). Sinonimi: handicappato, inabile. Termini collegati: cieco, sordo, muto; storpio, zoppo, paralitico, tetraplegico; immobile, immobilizzato; malato, affetto, sofferente, non sano, non robusto, inadatto. Quasi contrari: vispo, baldo, in forma, in salute, sano, robusto, integro. Contrari: abile, non disabile». È ora di aggiungere sinonimi, in modo che siano comprensibili tutti i nuovi significati. E non è solo una questione semantica. ”Grazie a questa Supergirl dell'anima".