Servizio civile: in Sardegna per giovani dai 18 ai 30 anni
di Anna Laudati
Consiglio regionale della Sardegna ha approvato la legge che istituisce il servizio civile volontario regionale. Il testo proposto prevede che in progetti di durata annuale, proposti da enti accreditati e iscritti a un albo regionale, siano accessibili ai giovani fra i 18 e i 30 anni non ancora compiuti, ai quali verrà corrisposto un assegno, di natura non retributiva, d'importo pari a quello previsto per il servizio civile nazionale.«Il provvedimento in discussione è la sintesi di tre proposte di legge di maggioranza e opposizione, completata e approvata in Seconda commissione (Diritti civili) il 9 luglio scorso. Vengono istituite, inoltre, una consulta regionale (con partecipazione gratuita e il compito di esprimere le linee d'indirizzo di un documento di programmazione triennale regionale e di un piano annuale di attuazione), un conferenza regionale e coordinamenti provinciali degli enti di servizio civile».
I 18 articoli disciplinano l'accesso al servizio civile volontario regionale, attività che la Regione è
impegnata a incentivare con proprie risorse e convenzioni con associazioni d'imprese, enti locali, atenei sardi e istituzioni scolastiche » - secondo quanto divulgato dalla agenzia Agi .
Per il presidente Spissu, il provvedimento approvato dal Consiglio regionale e’ di grande civilta’ e avra’ un fortissimo impatto sociale sulla comunita’ isolana e sulle nuove generazioni. “Migliaia di ragazzi e di ragazze sarde - afferma - potranno contribuire alla difesa della Patria con mezzi non armati e non violenti, mediante servizi di utilita’ sociale. Si tratta di principi che la nostra assemblea ha riaffermato sempre ieri con l’approvazione all’unanimita’ di un documento di solidarieta’ a favore del popolo Birmano sottoposto in questi giorni a gravissime forme di repressione”.
Per il presidente dell’assemblea legislativa, il servizio civile regionale allarghera’ le possibilita’ di partecipazione di tutti coloro che a vario titolo attualmente non trovano spazio nei progetti nazionali. “Con la nuova legge - conclude il presidente Spissu - verranno finanziati nuovi percorsi formativi: tanti giovani sardi potranno cosi’ aiutare le persone piu’ deboli e svantaggiate attraverso azioni di solidarieta’, di inclusione, di coinvolgimento e di cittadinanza attiva”.