Ferrero: 50 milioni in più per il Servizio Civile

di Francesco Gentile

da vita.it

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Tetto più alto per il 5 per mille e budget più ricco per il Servizio civile nazionale, ecco due belle novità.Ma è tutta la Finanziaria a meritare la piena sufficienza, «direi un 6 e mezzo»,nella pagella del ministro della Solidarietàsociale, Paolo Ferrero.

Soddisfatto, anche se «moderatamente» dall’impulso che «la lotta all’evasione ha dato alla riduzione delle tasse per le fasce più deboli e a programmi di welfare seri come quello sulla casa, un versante su cui non si interveniva da dieci anni». Rimane però il difetto originario: «Il peso eccessivo del ministero dell’Economia nella costruzione della legge». Oltre, naturalmente, alla spada di Damocle del “pacchetto welfare”.

Vita: Cosa manca in questa Finanziaria?

Paolo Ferrero: Un progetto sulla costruzione di una giustizia redistributiva più equa. La tassazione sulle rendite non è solo un fatto simbolico, perché i lavoratori dipendenti e i pensionati pagano tre volte più tasse di quelle che paga un investitore e questo è francamente inaccettabile. L’altro elemento è la mancanza di attenzione al sociale e al welfare, attenzione che mi sarei aspettato.

ita: A che cosa si riferisce?

Ferrero: In Finanziaria abbiamo qualche aumento, sulla non autosufficienza e sull’immigrazione, per esempio, ma sul complesso della rete dei servizi non c’è un salto di qualità rispetto allo scorso anno. Siamo esattamente nella stessa situazione. La tassazione sulle rendite sarebbe stato lo strumento giusto per uscire dall’impasse.

Vita:Quali sono gli impegni per il prossimo anno sul versante “servizio civile”?

Ferrero: Ci sono 50 milioni in più. Una parte di queste risorse probabilmente, però, sarà utilizzata nel budget di quest’anno, ma non è stato ancora definito quanto.

Vita: Il sottosegretario Letta sostiene che il servizio civile in futuro non dovrà contare esclusivamente su finanziamenti pubblici. Concorda?

Ferrero: Èdel tutto evidente che, o il sistema di finanziamento privato sostituisce lerisorse pubbliche, e quindi non ci vedo un guadagno, oppure non si capisce perché un privato dovrebbe offrire risorse a fondo perduto, a meno di non voler incidere sul sistema, ma questo non è nella natura di un servizio pubblico come è il servizio civile e analogamente quello militare.

Vita: Sul 5 per mille, novità?

Ferrero: Due interventi: per il 2007 abbiamo portato il tetto da 250 a 400 milioni. Sempre 400 milioni costituiranno il budget del 5 per mille del 2008.

Vita: Il tetto quindi rimane...

Ferrero: Sì. Ma sono comunque soddisfatto: finalmente si è stabilito che questa misura esca dal regime di sperimentazione. Direi che rispetto al polverone della scorsa Finanziaria, il cambiamento è rilevante, anche se il budget dovrà comunque essere indicato anno per anno.

Vita: In conclusione crede che già nelle prossime settimane la Finanziaria debba subire delle modifiche?

Ferrero: L’impalcatura rimarrà gross modo questa. Ma ci sono due terreni su cui occorre lavorare. Il primo è la lotta alla precarietà, che verrà inserita nei protocolli aggiuntivi. In particolare quello sul welfare. Sulla riduzione della precarietà chiediamo una presa di posizione molto netta. Poi ci sono le pensioni.

Vita: Sta dicendo che il voto della sinistra radicale sulla Finanziaria è subordinato all’accordo sul pacchetto welfare?

Ferrero: Sono provvedimenti separati e quindi ognuno va per la sua strada, ma noi siamo interessati a trovare una mediazione su tutti i punti. Ripeto: precarietà e pensioni in primis.

Vita: La manifestazione di sabato 20 dovrà quindi servire a questo?

Ferrero: Quell’appuntamento, oltre all’esigenza di far rispettare il programma, punta più in alto. Oggi noi siamo dentro a un paradosso per cui abbiamo vinto le elezioni, ma la nostra gente continua a essere sconfitta nella società. Il datore di lavoro che vota Forza Italia al contrario ha perso le elezioni, ma oggi vanta molto più potere di prima. Questo determina dei livelli di sfruttamento molto pesanti. Il problema della costruzione di un tessuto di mobilitazione della società civile in grado di incidere sull’agenda della politica è un punto cruciale, perché altrimenti non si riuscirà a cambiare gli assetti del Paese. La mobilitazione del 20 quindi non è un fatto che riguarda il governo, ma i rapporti di forza del Paese.

Vita: Fino a mettere in discussione Prodi?

Ferrero: Non mi presto al gioco del “casca, non casca”, certo che la posizione non può essere quella della Bonino che dice: non si cambia nulla. Per un motivo molto semplice, quell’accordo è stato siglato senza tener conto della sinistra. Noi siamo stati informati a cose fatte. Tanto più che la proposta assunta dal governo di fronte alle parti sociali, non è quella contenuta nel programma. Ma è una posizione più vicina a Confindustria che a noi.