2000 battute per il servizio civile! La storia di Daniele

di Gianfranco Mingione
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Viaggio nell’Italia dei giovani del servizio civile. Daniele Santuliana ha 28 anni. A fine marzo concluderà il suo lungo periodo di Servizio Civile presso il Gruppo Culturale Uct di Trento. Dallo scorso gennaio collabora con Servizio Civile Magazine. (Gianfranco Mingione)  

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Daniele Santuliana

Mi sono accostato al Servizio Civile una prima volta nel 2008, presentando domanda per svolgerlo presso la biblioteca dell'Istituto Gramsci di Bologna, città dove all'epoca studiavo. Mi andò male e non fui selezionato. L'anno successivo decisi di ritentare, stavolta nella mia città natale, Trento, dove nel frattempo ero rientrato. Fra tutti i progetti presentati nel bando, ne scelsi uno presso una piccola associazione culturale attiva nel settore dell'editoria: mi attirava la possibilità di acquisire strumenti nuovi per analizzare la realtà in cui vivevo, mettendo contemporaneamente a frutto gli anni di studi umanistici.
Il periodo di servizio civile si rivelò piuttosto proficuo, per me come per gli altri 3 volontari attivi nel progetto presso il Gruppo Culturale Uct – Uomo Città Territorio. Tutti e quattro decidemmo quindi di approfittare della possibilità offerta dalla provincia di Trento per prorogare il servizio civile per ulteriori sei mesi.
L'adesione al bando provinciale era condizionata alla presentazione di un progetto individuale su cui lavorare nei mesi seguenti. Scelsi di approfondire le realtà delle politiche giovanili in provincia di Trento, proponendo sulla rivista edita dall'ente una serie di interviste in cui mettevo a confronto ragazzi e ragazze politicamente attivi.

Daniele_SantulianaDal giugno 2010 all'impegno ad UCT si è affiancato quello come rappresentante dei volontari della mia provincia. Mi sono avvicinato alla rappresentanza per il desiderio di comprendere meglio il servizio civile, le sue dinamiche, la storia che ne sta alla base. A Roma, alle due assemblee dei delegati a cui ho partecipato, ho trovato decine di giovani provenienti da tutta Italia, entusiasti e motivati. Le questioni all'ordine del giorno sono sempre tante: i problemi riscontrati a livello locale ma anche le grandi difficoltà in cui il servizio civile si dibatte in questi anni a causa della cronica mancanza di risorse.

Trovare una soluzione purtroppo non è semplice e molti dei problemi, ad esempio la progressiva trasformazione del servizio civile in un surrogato del welfare, sono strettamente correlati all'odierno contesto socio-economico italiano. Le prospettive di riforma sono molte, ognuna con aspetti validi e punti deboli. Il dilemma è a mio parere fra due concezioni divergenti del servizio civile: da un lato quella originale, che premia il valore umano dell'esperienza come dono totale di sé alla collettività; dall'altra quella che è venuta affermandosi negli ultimi anni, tendente a valorizzare il servizio civile più come esperienza formativa professionale, occasione per il giovane non solo per mettersi in gioco, ma anche per fare o imparare a fare qualcosa.
Chiudere gli occhi davanti a questo tipo di evoluzione o, peggio ancora, condannarla, è a mio parere sbagliato. Penso sia più giusto che, a fronte di un'opportunità offerta dallo Stato, il giovane sia lasciato libero di decidere in coscienza le motivazioni che lo spingono a coglierla.


2000 battute per il servizio civile! è un viaggio nell’Italia dei giovani del servizio civile. Tra sogni e realtà, raccontiamo le testimonianze di chi ha scelto di spendere un anno della sua vita per la difesa della nostra patria con “armi non convenzionali” di massa in ambiti come assistenza, protezione civile, ambiente, patrimonio artistico e culturale, educazione e promozione culturale, servizio civile all'estero. Un viaggio per raccontare l’importanza dell’Istituto Repubblicano del servizio civile a 10 anni dalla sua nascita e nella ricorrenza del 150 anniversario dell’Unità d’Italia.
Da un'idea di Gianfranco Mingione
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Immagine realizzata con il contributo volontario della Graphic Designer Michela Chiuchiolo e Marco Di Maro.{jcomments on}