Finanziaria 2009: tempi neri per il Servizio Civile

di Anna Laudati

E’ l'ennesima dimostrazione che questo paese non si cura dei suoi giovani”. La denuncia viene da una delegata nazionale dei volontari in servizio civile  (di Francesco Enrico Gentile

logo.gif“Mala tempora currunt” si potrebbe affermare riferendosi al futuro prossimo del sistema Servizio Civile. Spulciando le tabelle della legge finanziaria 2009, approvata lo scorso 2 ottobre, salta agli occhi un dato: la riduzione progressiva del Fondo Nazionale per il Servizio Civile. Nel dettaglio: dai € 171.437.000 previsti per il 2009 si arriverà ai  € 127.041.000 per il 2011, con una riduzione di circa 500.000 euro. Una scure insomma su un sistema che già negli scorsi anni ha visto una diminuizione dei volontari avviati in servizio da 53mila a 34mila.

Una situazione, quella attuale, che da più parti e’ definita drammatica e che i differenti attori del sistema provano ad analizzare alla ricerca di soluzioni possibili, tali da evitare il collasso che si tradurrebbe nel privare  migliaia di giovani della possibilità di svolgere un anno di servizio civile. 

 

“Con le risorse che abbiamo il bando 2009 non arriverà a 30mila volontari”, afferma preoccupato Leonzio Borea, da pochi mesi successore di Cipriani alla guida dell’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile.

 

Individuando nelle scelta finanziarie del precedente governo la causa della attuale condizione, il neo Direttore delinea un quadro estremamente fosco e preoccupante tale da spingere Fausto Casini, portavoce della CNESC, a paventare il rischio di “un anno senza servizio civile”.

 

Medesima preoccupazione e’ trapelata dalle parole del sottosegretario con delega al Servizio Civile che, nel corso di un convegno tenutosi ieri presso il Senato, ha ribadito la necessità di una riforma. Aldilà delle affermazioni e dei proclami, che risentono d’altra parte del clima di precarietà che segue quasi in maniera atavica, ad ogni cambio di governo, il clima non e’ dei migliori.

 

Non mancano però  proposte e discussioni che sembrano rendere palese la volontà di porre rimedio ad una prospettiva non esattamente positiva. Proprio da Borea è partita in questi giorni la definizione di una probabile  exit strategy  in tre tappe, un percorso che si potrebbe definire una vera e propria rivoluzione:  detassazione IRAP (che incide per circa 8.5%), riconoscimento dello status dei volontari con conseguente riduzione degli oneri INPS e l’apertura a donazioni private. Insomma, l’obiettivo sembra essere quello di rendere l’intero sistema più sostenibile e meno gravoso per le pubbliche casse.

 

simo.jpgPreoccupazione serpeggia d’altra parte anche tra i giovani volontari che con Giuseppina Ascione ( nella foto), rappresentante dei volontari in Sc per la Macroarea Sud, affermano:  “Pensare che l'anno prossimo solo 20mila giovani avranno la possibilità di svolgere Servizio Civile è un fatto scoraggiante. Il Servizio Civile, in questi anni, ha permesso a moltissimi ragazzi di approcciarsi a tematiche importanti per la nostra società e di dare un valido contributo al progresso civico della comunità. Il fatto che sempre più ragazzi debbano rinunciare a un'esperienza di tale importanza formativa per carenza di fondi è l'ennesima dimostrazione che questo paese non si cura dei suoi giovani”.