Relazione annuale sul Servizio Civile: la crisi di un sistema da rifondare

di Marco Di Maro

Fondi e volontari dimezzati negli ultimi tre anni, il ministro Riccardi ha presentato al Parlamento il rapporto annuale dal quale emergono tutte le criticità di questi ultimi anni di servizio civile. (Marco Di Maro)

Servizio_Civile_immagine Negli ultimi tre anni il Servizio Civile Nazionale ha dovuto affrontare un costante e drastico calo dei fondi che ne hanno quasi causato la chiusura definitiva. I dati emersi a tal proposito dalla relazione annuale sullo svolgimento del servizio civile, presentata al Parlamento dal ministro per la Cooperazione internazionale e l’integrazione con delega al servizio civile Andrea Riccardi, sono sconfortanti e parlano chiaro.

A fronte di questa crisi il ministro ha quindi rilanciato la necessità di ripensare completamente il sistema di gestione del servizio civile, cercando una modalità che possa garantire la sopravvivenza di questo strumento e la garanzia di poter avviare in servizio ogni anno un numero maggiore di giovani volontari.

In tre anni, dal 2009 al 2011, i fondi stanziati sono stati praticamente dimezzati, e di conseguenza lo stesso è avvenuto per il numero di volontari, che dalle trentamila unità del 2009 hanno raggiunto il picco più basso nel 2011 con soli quindicimila volontari avviati.

I dati emersi dalla relazione parlano inoltre di cinquantamila volontari richiesti dagli enti con i progetti presentati nel 2011, dei quali quarantamila sono stati approvati, ma all’atto dei fatti solo quindicimila hanno beneficiato del finanziamento necessario ad avviare i progetti.

Dai dati territoriali si apprende invece che quasi la metà dei volontari svolge il proprio progetto nelle regioni del Sud, seguite da Nord e Centro che si dividono il restante quantitativo. Il settore d’intervento principale resta quello dell’assistenza, seguito dalla promozione culturale e dal patrimonio artistico, mentre il servizio civile all’estero ha visto la maggiore partecipazione da parte dei volontari in America Latina e in Africa, seguite, con pochissime unità, da Asia e Oceania.

Per garantire la sopravvivenza del servizio civile è necessario tutelare ed innovare questo strumento  in quanto, nonostante l’enorme crisi che lo attanaglia, sono ancora tantissimi i giovani che hanno la voglia e il diritto di mettersi alla prova con quest’esperienza.