Servizio Civile, per Bobba “obbligatorietà provocherebbe cortocircuito”

di Katia Tulipano

Il Sottosegretario a ServizioCivileMagazine: “Credo di più nell’efficacia di una via graduale che generi un contagio positivo tra i giovani”.

bobba

Davanti a 100mila Alpini, in occasione della Festa nazionale che si è svolta ieri a Treviso, la ministra della Difesa Roberta Pinotti, ha riacceso il dibattito sul Servizio Civile obbligatorio quale strumento per formare i giovani. Ma cosa ne pensa il responsabile del Servizio Civile per il Governo Gentiloni? ServizioCivileMagazine ha intervistato il Sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con delega al Servizio Civile, Luigi Bobba.

Obbligatorietà del Servizio Civile: è favorevole o contrario?

La strada dell’obbligatorietà rischia di essere controproducente: un obbligo astratto finirebbe per generare un atteggiamento negativo da parte dei giovani nei confronti di un’esperienza che, come dimostrano le ricerche che abbiamo condotto tra 2015 e il 2016, ha un impatto fortemente positivo. L’intento della ministra Pinotti, ossia allargare l’area della cittadinanza attiva attraverso il servizio civile offrendo al maggior numero possibile di giovani l’opportunità di prendere parte al destino del nostro Paese, è sicuramente positivo, ma sulla base della conoscenza maturata negli ultimi tre anni in cui ho avuto la delega al Servizio Civile, penso che l’obbligatorietà provocherebbe un cortocircuito.

Ai sostenitori del Servizio Civile obbligatorio cosa risponde?

Che credo di più nell’efficacia di una via graduale, ad un contagio positivo. Se noi riusciamo a rispondere di sì a tutti i giovani che chiedono di fare il Servizio Civile, si genererà un’onda positiva in grado di contagiare anche quelle ragazze e quei ragazzi che non hanno pensato di scegliere la via del servizio civile e avremo così numero sempre più grande di giovani che dedicano una parte del proprio tempo ad un obiettivo socialmente rilevante.

Rispondere sì a tutti i giovani che chiedono di farlo è secondo Lei la strada da seguire. Ma come?

Siamo a lavoro per perseguire l’obiettivo fissato dal Governo Renzi di avviare 100mila giovani in tre anni. Un numero che rappresenta un quinto di una generazione: un investimento importante in termini di cittadinanza, responsabilità sociale, presa in carico di problemi di una parte qualificata e significativa della popolazione. Un primo grande traguardo. Per raggiungerlo dobbiamo rafforzare da un lato le risorse che sono disponibili nel fondo Nazionale per il Servizio Civile e dall’altro continuare il lavoro di promozione e rilancio del Servizio Civile intrapreso in questi anni attraverso accordi con le singole amministrazioni dello Stato come il Ministero dell’agricoltura, il Ministero dei Beni Culturali, il Ministero dell’Interno e con l’implementazione del SC nell’ambito del programma Garanzia Giovani.