Il ruolo del Servizio Civile italiano per uno sviluppo sostenibile

di Pasquale A. Riccio, Responsabile Rapporti con Terzo Settore Cattedra Unesco Educazione a Salute e Sviluppo Sostenibile della Federico II di Napoli
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L’impegno dei giovani quale strumento per la realizzazione degli obiettivi dell’Agenda 2030

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Nel 2015 i 193 Paesi Membri dell’ONU sottoscrissero la cosiddetta AGENDA 2030 ovvero il programma strategico d’azione da realizzare nei successivi quindici anni al fine di attuare politiche e azioni in linea con uno sviluppo sostenibile della società.

Gli obiettivi di sviluppo sostenibile individuati sono 17 e prevedono per la loro realizzazione ben 169 traguardi tutti interconnessi che riguardano la risoluzione della comunità degli uomini nella sua interezza. Recentemente l’ASviS – Alleanza Italiana per lo sviluppo sostenibile – nel proprio report sullo stato di attuazione dell’AGENDA 2030 in Italia ha evidenziato come il nostro Paese abbia ottenuto buoni risultati per quanto concerne 9 obiettivi, ma sia particolarmente in ritardo su 6 aree tematiche principali che riguardano prevalentemente l’ambiente e sua tutela.

Occorre ricordare come il mondo del servizio civile italiano, abbia avviato - contemporaneamente alla redazione e all’attuazione delle prime iniziative dell’AGENDA 2030 – un proprio momento di riforma e innovazione che ha visto mutare il servizio civile nazionale in universale, almeno da un punto di vista terminologico. La riforma del servizio civile, la cui attuazione si spera diventi operativa in tutti i suoi aspetti, ha previsto un’attività di programmazione che su intervalli di tre anni individui gli obiettivi da raggiungere dai volontari e dagli enti in cui essi svolgono il servizio civile, quale difesa non armata della patria. Il primo piano triennale 2020-2022 per la programmazione del servizio civile universale traccia 11 obiettivi che possono pienamente ascriversi tra quelli delineati dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e che, per citarne solo alcuni, spaziano da quello del contrasto alla povertà ed alla fame, a quello di assicurare la salute ed il benessere per tutti a tutte l’età fino a rendere le città più inclusive, le istituzioni più forti e in grado di tutelare al meglio l’ambiente e l’ecosistema terrestre.

La sfida lanciata dalle Nazioni Unite non può ridursi a mera questione di scelte di politica economica dei singoli governi, ma rappresenta un vero e proprio cambio di paradigma culturale che non può essere raggiunto senza il coinvolgimento delle comunità nella loro interezza e, in un tale contesto, l’istituto del servizio civile universale rappresenta un grande vantaggio per l’Italia in quanto, anno dopo anno, un vero e proprio esercito di giovani (mentre si scrive sono 35.740 i volontari in servizio) può dedicarsi ad attività utili al raggiungimento dei diversi obiettivi indicati dall’AGENDA 2030 e possono costituire una solida spina dorsale per il presente ed il futuro in termini di cittadinanza attiva e consapevole dei risultati da perseguire come individui e come comunità.

Da sempre, infatti, i progetti di servizio civile attuati presso strutture pubbliche ed enti del terzo settore, sono un importante punto di sintesi tra i diversi bisogni dei singoli territori e quelli indicati dallo stato per la comunità nella sua interezza. Risulta quindi chiaro che l’attuazione di questo primo piano triennale, nato sotto la stella dell’Agenda 2030 ed in nome dell’obiettivo della realizzazione di uno sviluppo sostenibile, possa rappresentare un ulteriore passo in avanti per l’Italia nell’avvicinamento ai traguardi indicati dalle Nazioni Unite. Un passo in avanti fatto grazie a un protagonismo giovanile riconosciuto ad ogni livello e al quale si richiama esplicitamente – proprio per il conseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile – anche la Dichiarazione del Consiglio dell’Unione Europea del 9 Aprile 2019

Il servizio civile e le migliaia di giovani volontari impegnati nei progetti nei settori dell’assistenza, della protezione civile, del patrimonio ambientale, storico, artistico e culturale, dell'educazione e promozione culturale, dell'agricoltura o alla promozione e tutela dei diritti nel segno della cooperazione, sono quindi strategici per l’Italia che vuole impegnarsi concretamente in nome degli obiettivi dello sviluppo sostenibile.

(Fonte: Servizio Civile Magazine - Fonte foto: Un.org)