Accademici ed intellettuali tornano più che raddoppiati per chiedere il rilancio del Servizio Civile
Sono 116 ora i firmatari della lettera pubblicata oggi su L’Avvenire con cui viene lanciato un nuovo appello al governo per ripensare il SCU: “Dalle buone intenzioni si passi alle realizzazioni già con la prossima Legge di Bilancio”
A pochi giorni dall’amarezza di giovani ed enti per il dietrofront delle forze politiche su un maggiore sostegno al Servizio Civile Universale, con il ritiro in Commissione Bilancio dell’ultimo dei 7 emendamenti presentati nelle scorse settimane da parlamentari sia della maggioranza che dell’opposizione, accademici ed intellettuali (ora 116) tornano per chiedere una svolta concreta nel rilancio del Servizio Civile Universale. Ad oggi, infatti, nel testo del Dl Rilancio, che ieri ha inziato il suo iter in Assemblea a Montecitorio, si ritrova uno stanziamento aggiuntivo di soli 20 milioni di euro, diventati 21 in seguito all'approvazione di un sub emendamento (riformulato) presentato da Forza Italia.
“Tre mesi fa 53 di noi hanno firmatoun appello per ripensare il ServizioCivile Universale. Avevamo immaginatoche, in una emergenza come quella cheancora stiamo vivendo, una forza nazionalegiovanile ben distribuita sul territorioe ben organizzata potrebbe fare moltissimo per aiutare le fasce più deboli della popolazione. Ci siamo sentiti rassicurati dall’immediata risposta dal ministro Spadafora e dalla successiva attenzione delpresidente del Consiglio Conte e dal dibattito che si è sviluppato sulle stesse pagine e dall’approvazione che ci è giunta da molte parti”.
Così apre la lettera pubblicata oggi su L’Avvenire con cui i 116 rilanciare la proposta partita dalle pagine dello stesso lo scorso aprile. “Siamo convinti che Il Servizio Civile Universale possa costituire una risorsa e una riserva di capitale umano inestimabilea sostegno del funzionamento delle istituzionie del benessere collettivo” spiegano i 116. “Può infatti rappresentare una opportunità di crescitaper i giovani, capace di rafforzarne ilsenso di appartenenza e di responsabilità verso la comunità e quindi unmodello di impegno e rinnovamento civile per tutta lanostra società”.
“Il Servizio Civile va profondamente riformato, oltre che potenziato economicamente”. Per i firmatari dell’appello: “Va ripensato come infrastruttura sociale di primaria importanza ed espressione concreta di responsabilità e cittadinanza attiva, che siaffianca alle istituzioni e agli enti del Terzo settore per assicurare la più ampia epartecipata tutela bei beni comuni”.
Non solo enunciazioni di principio, ma anche proposte concrete per realizzare questa “forza nazionale giovanile” a servizio del Paese.
“Riteniamo indispensabili un maggiore epiù chiaro indirizzo e un maggior coordinamento nazionale delle attività svoltedai diversi enti, pubblici e privati, per quanto riguarda la qualità della formazione, il bilancio delle competenze acquisite e l’efficacia del servizio nei diversi contesti” precisano i 116 .Si legge inoltre nella missiva che per gli intellettuali ed accademici che “Il Servizio dovrebbe accordare i criteri di valutazione dei progetti presentatialla loro effettiva efficacia e assicurare il riconoscimento e la più ampia valorizzazione delle pratiche migliori”.
“Poiché l’impegno economico è notevole, non vanno deluse le aspettative dei giovani che si apprestano a compierlo in un momento particolarmente difficile per la tenuta del prestigio delle istituzioni democratiche, lo sviluppo economico ed il futuro delle nuove generazioni” si legge nella lettera.I tempi che ci attendono, non consentono ulteriori indugi e premono affinché legrandi riserve di entusiasmo, generosità ecoraggio di cui dispone il Paese siano messe in campo perché dalle buone intenzioni si passi alle realizzazioni già con la prossima Legge di Bilancio”.
Esiti tangibili e concreti a partire dalla prossima finanziaria è quanto chiedono i 116 insieme al direttore de l’Avvenire, Marco Tarquinio, che sin dalla prima lettera è diventato moderatore di questo dibattito alimentato da lettere e risposte istituzionali “È importante che le idee, le proposte e le disponibilità che sono state messe in campo portino a esiti concreti. E che l’avvio dell’auspicata nuova fase si noti già con la dotazione di fondi che verrà stabilità con la prossima legge diBilancio. Perché non c’è momento più appropriato di questa immane emergenza sanitaria per farcrescere il numero dei giovani in servizio”.