La Comunità educativa di tipo familiare "Miriam". Una realtà da scoprire e salvaguardare

di Pier Francesco Bello

La testimonianza di Suor Paola, Madre Superiora della comunità "Miriam" situata in provincia di Napoli, a Meta di Sorrento. (Pier Francesco Bello)

casa_famiglia_Meta Nella Finanziaria 2011, il Governo ha praticato fortissimi tagli al volontariato e alle strutture di accoglienza per minori che vivono situazioni di disagio. Eppure la legge 328/2000 prevede che i centri destinati a questo scopo siano finanziati dallo Stato e dagli Enti Locali!! Venendo meno i fondi, questi centri stanno vivendo un fortissimo disagio, che in futuro potrebbe peggiorare. Il rischio peggiore sta nel possibile regresso che queste Comunità potrebbero subire, tornando ad essere, come una volta, dei freddi orfanotrofi dove i bambini vivevano un'infanzia non certo felice! Per comprendere meglio come queste strutture vivono questa situazione, abbiamo sentito i pareri  di Suor Paola, che è la Madre Superiora della Comunità educativa di tipo familiare 'Miriam' situata a Meta a Sorrento, in provincia di Napoli, un assistente sociale del Comune e una psicologa che lavorano all'interno del centro. Questa comunità fino a qualche anno fa era una casa-famiglia. La differenza sta nel fatto che la Casa-famiglia ha all'interno una coppia(marito e moglie) che crea un'atmosfera più familiare. Fino a poco tempo fa la 'Miriam' era una casa-famiglia, fin quando questa coppia è andata via e da allora è diventata una Comunità educativa di tipo familiare.

Madre, quante suore siete attualmente, quanti bambini ospitate e di quali età?
Ora siamo in sei (di cui quattro straniere) e apparteniamo alla Congregazione delle suore francescane dei Sacri Cuori. In questo momento ospitiamo cinque bambini di età compresa dai quattro ai dieci anni.

In che modo viene gestita la struttura? Con quali fondi?
Premettiamo che questa struttura non ha mai ricevuto sovvenzioni nè nazionali nè regionali, pur prevedendolo la legge. In genere ci basiamo sul sostegno di donazioni private, senza le quali non potremmo andare avanti. Altra fonte di sostegno importante per noi è la Casa Madre, che ci invia denaro grazie al quale paghiamo il personale qualificato per l'educazione e la cura dei nostri piccoli ospiti. Anche i Comuni dai quali provengono i bambini dovrebbero pagarci, ma ce ne sono alcuni che non lo fanno dal 2007! Certamente le spese da sostenere sono tante e per questo, per il futuro, stiamo pensando di instaurare un'attività che possa supportarci economicamente in modo continuo (come un asilo nido,un baby park,una ludoteca). Per fare ciò abbiamo già una struttura adiacente a questa da poter usare a questo scopo, ma per avviare l'attività bisogna comprare il materiale necessario per i bambini e in più costruire una piccola piscina per consentire loro di fare il bagno in estate. Tutto ciò verrebbe a costare tra i ventimila e i trentamila Euro, cifra che purtroppo non abbiamo a disposizione.

Come è scandita la giornata dei bambini? Come vivono la loro infanzia qui? Da dove provengono?
Qui i bambini vivono una vita normale, come tutti gli altri: vanno a scuola, fanno i compiti, vanno in palestra, a giocare a calcio, escono con i loro amici e inoltre vanno anche in vacanza o in gita, facendo, in questo modo, anche più di quello che fanno i loro coetanei che vivono normalmente in famiglia, i quali spesso non sono lasciati liberi dai genitori di andare in vacanza. I nostri piccoli ospiti provengono da varie parti, possono venire da ovunque, tranne dal Comune di Meta, in cui ci troviamo, perchè il bimbo che viene accolto deve stare lontano, anche solo per un periodo, dal luogo nel quale vive per allontanare quelle situazioni di disagio che lo circondano.

Quanti bambini sono stati affidati ad una nuova famiglia? Quanti genitori vivono qui con i loro figli?
In questa struttura, finora, sono passati 234 bambini e sono andati tutti in adozione, tranne pochissimi. Per i bambini che vengono adottati è bene che le famiglie restino in contatto con la comunità che li ha curati, perchè dal personale si ricevono utili informazioni per l'educazione del minore. Però non tutte le famiglie hanno questa sensibilità e, staccando i contatti con noi, rischiano di penalizzare il proprio figlio. Inoltre la nostra struttura è anche in grado di ospitare le madri dei minori e in questo momento ne abbiamo una sola.

C'è il rischio che questa struttura venga chiusa per mancanza di fondi? Cosa intendete fare? Dove andranno i bambini che sono ospitati qui?
Purtroppo questo rischio potrebbe esserci, ma faremo il possibile perchè non accada. Anzitutto, dandoci da fare con le attività di cui parlavamo prima, poi ci affidiamo alla Divina Provvidenza, che sicuramente ci aiuterà. In passato, quando qui c'era l'orfanotrofio,  abbiamo passato momenti ben peggiori(a volte non avevamo nemmeno il cibo per i bambini,ma con l'aiuto di Dio ce la siamo sempre cavata). Sicuramente non abbandoneremo i bambini, ci attaccheremo a tutto, andremo anche a chiedere l'elemosina, se sarà necessario, ma non li lasceremo, perchè non sapremmo proprio dove mandarli.

Il vostro  un lavoro e una missione?
Sicuramente ci vuole grande amore e dedizione, poichè questo non è un lavoro che consente di arricchirsi nel portafoglio, ma  nel cuore. Noi ci sentiamo più madri che professionisti, anche se è comunque importante non considerare mai questi bambini come figli, non bisogna  affezionarsi troppo a loro, poichè lo scopo finale è sempre l'adozione o il reiserimento nella famiglia di origine. Quindi il coinvolgimento deve esserci, ma con prudenza e tutto proiettato verso il bene dei bambini.