"La disabilità non è un mondo a parte, ma è una parte del mondo"

di Anna Laudati

“‘Handiamo’ ad indebolire le barriere!” Intervista a Paolo Conte, Presidente dell’associazione Handiamo!. Un progetto che da spazio, voce e visibilità agli ‘invisibili’ (di Gianfranco Mingione).

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Nato a Nola, ma trasferitosi a Brescia in giovane età, Paolo Conte (nella foto a destra) si è formato in diverse attività, fra le quali il marketing e la comunicazione. Nel 1992, per caso, conosce Gigi Bertanza, suo vicino di casa, che gli chiede di accompagnarlo come guida alle Paralimpiadi di Barcellona del 1992. Da allora in poi Paolo Conte ha proseguito quest'esperienza che si è ulteriormente sviluppata con la fondazione, assieme ad alcuni amici, dell'associazione Handiamo!. L'associazione nasce proprio col fine di indebolire le barriere visibili  e invisibili presenti nella società attraverso progetti ed eventi di comunicazione mirati.

Quando nasce Handiamo e qual’è la sua missione? Nasce nel 1999 a Brescia. E' importante, a titolo esemplificativo, riportare un pensiero, una frase che fece scattare in me l’idea di far nascere un soggetto associativo come Handiamo!: “ Una persona cieca dalla nascita un giorno mi disse: Io non ho problemi a gestire la mia cecità, riesco a lavorare, amare, viaggiare, fare sport e tante altre cose; l’unico mio grande problema è che mi devo portare un handicap pesantissimo …. SONO  LE  PERSONE NORMODOTATE CHE NON MI FANNO VIVERE IN MODO NORMALE!!! In quel frangente nacque l’associazione e la sua "missione", ovvero indebolire la barriera culturale esistente nel sociale che quotidianamente le persone normodotate frappongono tra se e le persone disabili.

Quali sono gli ambiti specifici di cui si occupa l’associazione? La comunicazione, usando tutti gli strumenti che ne facilitano il suo utilizzo. Scuola, sport, spettacolo, musica, lavoro, formazione: tutte  queste azioni permettono di comunicare in prevalenza ai giovani.  

2007_una_partenza_della_staffetta.jpgParlare ai normodotati per avvicinarli ai diversamente abili? In che modo? Partiamo dal presupposto che i disabili siano persone come tutte le altre e non comprendiamo, tanto meno accettiamo, la definizione di "diversamente abili". Avere un handicap non vuol dire essere diversi: diversi da chi? Da cosa?.  una donna è donna che sia  in piedi o che sia  seduta su una carrozzina, un uomo è uomo che  veda il sole o che non riesca a vederlo in quanto cieco! Ciò premesso è lapalissiano che sono le persone normodotate che hanno il problema: si sentono inibite - nella migliore delle ipotesi -  di fronte alla persona disabile. Pertanto Handiamo! cerca di  avvicinare i normodotati  - o normoloidi  come definiti da una ragazza  di un liceo di Gallarate per  equiparare il diversamente abile ritenuto offensivo - ai diversamente abili, in modo simpatico, attraverso manifestazioni ed eventi - musica, spettacolo, sport - che piacciono a tutti e in cui recitano e si esprimono artisticamente sia gli ‘abili’ che i diversamente abili. 

Come rispondono i giovani a queste iniziative? I giovani rispondono benissimo e sono molto ricettivi. Per loro è quasi sempre normale porsi senza distinguo con i loro coetanei disabili. Delle volte loro stessi non si spiegano il motivo per cui ancora oggi, le istituzioni e la società tutta no  eroghi servizi e risposte  a questo segmento di popolazione.

Da quando è iniziato il suo impegno nella comunicazione sociale, come e quanto sono cambiate le cose? In diciotto anni di esperienza con le persone disabili sono cambiate  tante cose e per  fortuna c'è un attenzione  più costante alle loro problematiche. Indubbiamente c'è ancora tantissimo da fare, anche se oramai quasi tutti si pongono il problema dell’accessibilità. 

Può farci un’esempio? Un esempio significativo di come2007_atleta_cieco_insegna_il_tiro_arco_a_studenti.jpg questo “problema” venga affrontato risiede nell’evidente rincorsa di  tutti, nel ricercare la terminologia adatta per definire la persona disabile, quasi come se fosse una tendenza di moda,  atta  a far capire che culturalmente la singola persona disabile ha una sensibilità. Questo purtroppo non sempre è vero e noi di Handiamo! spesso, in modo poco simpatico, scopriamo  questa falsa attenzione con piccoli "tranelli" eseguiti attraverso una dialettica  ormai per noi consueta. Un esempio positivo? Viene da un azienda, Autogrill SPA, che ha seguito un nostro intervento pubblico, quando parlammo di "terzo sesso", nel senso che le persone disabili sono costrette ad andare in bagni diversi da uomini e donne. A seguito di tale iniziativa ci chiesero come mai questa provocazione. La risposta alle nostre spiegazioni è stata che Autogrill SPA ha attivato un processo  di ristrutturazione dei punti  ristoro della catena, dove i servizi igenici sono realizzati senza il terzo bagno per disabili. 

Qual è il progetto a cui tiene in particolar modo? Senza dubbio il progetto televisivo “Una finestra su”, partito lo scorso anno e quest’anno alla sua seconda edizione. 

Quale finalità si prefigge? Il più semplice di quelli previsti dall'informazione: comunicare ai normodotati che "la disabilità non è un mondo a parte, ma è una parte del mondo". In che modo? Andando a toccare i vari argomenti della quotidianità che coinvolgono “tutte” le persone disabili. Significativa è la presenza di una persona disabile all’interno della trasmissione: Giacomo Spartano, laureato in Scienze della Comunicazione, che guarda il mondo da una finestra. Un mondo che non gli permette di viverlo in modo pieno, in quanto gli crea continue barriere fisiche e culturali.

Come si sostiene economicamente un progetto così importante come la vostra associazione? Si sostiene in diversi modi: vendendo la pubblicità, come normalmente un azienda l'acquista per farsi pubblicità; attraverso  sponsorizzazioni di eventi; acquistando spazi pubblicitari sul nostro portale; finanziando progetti dove l'immagine dell'azienda viene affiancata al nome dell’associazione. Infine, grazie a soggetti altrettanto importanti come le Pubbliche Amministrazioni.

2007_una_partenza_della_staffetta.jpgCome immagina in un domani non troppo lontano, il mondo del "PERTUTTI"? Immagino un mondo del "PERTUTTI" nel quale una persona disabile in carrozzina possa salire  su un mezzo pubblico autonomamente, senza dover prenotare prima  il suo arrivo. Immagino che la stessa persona possa decidere all'ultimo momento di andare dalla sua  fidanzata a prendersi un bel bacio, come un ragazzo qualsiasi, da una località  ad un altra pur non avendo un mezzo proprio, senza dover prima chiamare (per esempio) le  Ferrovie dello Stato, per sapere se è disponibile l'elevatore  alla stazione di partenza ed a quella di arrivo e viceversa,  altrimenti non si può muovere.

 

Le persone possono aiutare Handiamo! nel perseguire la sua missione sociale? In che modo? Parlando di "persone disabili", "studenti disabili", "atleti disabili" ecc.. in modo normale e  consueto. Solo così tutti si abitueranno e aiuteranno a migliorare la società facendola diventare veramente una società del "PERTUTTI".  Le persone possono aiutarci dicendo ad un automobilista scorretto, che parcheggia sopra un marciapiede, che posizionato in quel modo impedisce ad una mamma con il passeggino o ad una persona in carrozzina di passare, così come ad una persona anziana o cieca che rischiano di sbatterci contro e farsi male. Tacere, al contrario, significa accettare che la barriera culturale persista.