Sul mio corpo “decido yo”: la protesta spagnola contro la legge anti-abortista del Ministro Gallardòn

di Alberta Montella

Sul mio corpo “decido yo”, questo il grido delle donne spagnole esploso due giorni fa nelle strade di Madrid durante una manifestazione che ha coinvolto le mujeres di tutto il paese. (Alberta Montella)

decido_yo Giunte nella capitale a bordo dei “treni della libertà” – così ribattezzati i convogli che da tutta la penisola le hanno portate fin sotto al parlamento - hanno chiesto le dimissioni del ministro della giustizia.

La normativa in questione, per ora approvata dal solo Consiglio dei Ministri, se diverrà legge imporrà alle donne di interrompere la gravidanza solo in caso di stupro e rischio per la salute fisica e psicologica della madre, mentre, la malformazione del feto sarà tenuta in considerazione solo se pericolosa per la vita del nascituro. Una legge che rappresenta un salto nel passato rispetto all’attuale legge socialista del 2010 – che permette di abortire liberamente entro la quattordicesima settimana di gravidanza. Una normativa che priva della libertà di scelta, della possibilità di essere padroni del proprio futuro, un diritto e una libertà che ogni Stato non dovrebbe mai  negare ai propri cittadini.

Un paese all’avanguardia, per quanto riguarda la legislazione in materia di adozioni e matrimoni omosessuali quello spagnolo, si trova oggi a combattere contro una delle normative più retrograde sulla questione, che vuole da un lato compiacere l’elettorato più di destra e la chiesa cattolica e dall’altro affossare le importantissime conquiste in ambito sociale risalenti al governo Zapatero.

La manifestazione pro-abortista che ha tinto di lilla  le strade della capitale  è stata promossa da due associazioni femministe asturiane e supportata da manifestazioni parallele in varie città spagnole ed europee. “E’ stata una delle più grandi manifestazioni mai organizzate in Spagna per il diritto all’aborto - ha dichiarato Justa Montero, portavoce dell’assemblea femminista della capitale - Ci fu qualcosa di simile nel 1979 ma questo – conclude - è ancora più grande”.

Un grido colmo di rabbia, quello delle donne spagnole, che si spera smuoverà almeno le coscienze di chi vuole privare alle madri di poter essere considerate tali e autonome su una scelta che, nel bene o nel male, cambierà la loro vita. Dunque è fondamentale che una decisione così delicata e le sue motivazioni siano sottoposte  unicamente alla propria, singola e personale, coscienza e al proprio libero arbitrio.