Sociale, Sansoni: “Impegno in ambito sociale rappresenta per i giovani una straordinaria occasione formativa e di crescita culturale”

di Andrea Pellegrino

Incontriamo subito dopo la sua nomina di vice-presidente del Movimento delle Associazioni di Volontariato Italiano Alessandro Sansoni per parlare di giovani e volontariato. (Andrea Pellegrino)

Sansoni

Da poco eletto Vice-Presidente del Modavi Onlus. Quali sono i programmi per questo suo nuovo impegno? 
Ormai il MODAVI è una realtà importante ed affermata del Terzo Settore. Proseguire l'attività sviluppata in questi anni nell'ambito delle politiche giovanili, dei servizi alla persona e della diffusione della cultura della sussidiarietà orizzontale è ovviamente scontato. A questo va aggiunto, a mio avviso, un maggiore impegno sul fronte delle politiche rivolte agli immigrati (tema, come noto, di grande attualità e sul quale c'è troppa demagogia e poca riflessione in giro) ed un ulteriore aumento del radicamento dell'organizzazione su tutto il territorio nazionale. Infine penso che la questione meridionale debba essere cruciale nella programmazione delle future attività del MODAVI. Non è un caso che sia stato eletto un vicepresidente napoletano e che nelle prossime settimane la nostra associazione darà vita ad un importante appuntamento: gli Stati generali del Mezzogiorno. Insomma, diciamo che siamo in controtendenza rispetto all'attuale esecutivo Renzi che sembra non ritenere il Sud un argomento cruciale dell'agenda politica del paese.

 

Moltissimi tra i volontari e gli attivisti del Modavi sono giovani. Qual è la strada che occorre seguire secondo lei per aumentare la presenza dei più giovani nel mondo della partecipazione civica e del volontariato?
Il volontariato deve innanzitutto socializzare valori e idee, deve fornire un orizzonte di senso ai giovani che si avvicinano al mondo del terzo settore. Penso che i ragazzi abbiano fame di contenuti. Bisogna, però, anche arricchire tutto questo con un'offerta intelligente di opportunità. La logica deve essere quella della reciprocità: il giovane che mette a disposizione il proprio tempo ed il proprio entusiasmo deve poter vedere riconosciuto il proprio impegno sociale anche attraverso dei vantaggi in termini riconoscimento curricolare, servizi, agevolazioni ecc...

Lei proviene dalla Campania: una regione per tanti aspetti complessa che però ha nel mondo del volontariato un’importante realtà. Cosa crede, dell’esperienza campana, vada “esportato a livello nazionale nel suo movimento?
Innanzitutto la creatività e la fantasia del nostro volontariato, la cui qualità, a mio avviso, è tra le più alte del paese. Ma anche l'energia e l'entusiasmo: non è facile in un territorio moralmente rassegnato come il nostro trovare la voglia di partecipare e di mettere in campo delle attività sociali e culturali. Chi lo fa, ha spesso una marcia in più davvero notevole.

Sempre più spesso si sente parlare dei giovani come di una generazione disattenta e distante dal mondo del volontariato. Se potesse incontrarli di persona, gli consiglierebbe di impegnarsi attivamente nel terzo settore italiano?
Gli direi che l'impegno in ambito sociale, culturale e politico è sempre una straordinaria occasione formativa e di crescita culturale. Che è una grande opportunità per accrescere la propria capacità relazionale e Dio sa quanto oggi, in tempo di crisi, sia importante non essere soli. Gli ricorderei che il tempo che utilizza per gli altri non è mai perso: anzi, direi che è un investimento su se stessi e sulla comunità di appartenenza. Un investimento che, alla lunga, può diventare estremamente fruttuoso e rendere, mentre lo si dispiega, meno banale la propria esistenza.