Assoluzione Knox-Sollecito: ennesimo esempio di spettacolarizzazione dei processi

di Ermenegilda Langella

Quattro giovani, quattro storie diverse legate da una vicenda comune, quattro sorti diverse: due liberi, uno in carcere, una a cui è stata interrotta la vita con un barbaro omicidio. (Ermenegilda Langella)

knox_sollecito_assolti Sembrerebbe ci siano tutti gli elementi per una trama di un romanzo giallo, ma si tratta di realtà e, come tale, dovrebbe essere trattata, in luoghi e in modi opportuni. Ma, ormai, nel nostro Paese dilaga la moda della spettacolarizzazione dei processi che, sempre più spesso, vengono prima fatti in tv e poi nelle aule di tribunale. È quanto accaduto anche alla vicenda che ha visto imputati Amanda Knox, Raffaele Sollecito e Rudi Guede per l’omicidio della giovane Meredith Kercher che, nella notte tra l’1 e il 2 novembre 2007, fu brutalmente seviziata e uccisa.

Per quell’omicidio il giovane ivoriano Guede, con pochi mezzi economici e conoscenze, è stato giudicato colpevole di concorso in omicidio attraverso il rito abbreviato per il quale sta scontando 16 anni di carcere. La Knox e Sollecito, invece, grazie agli sforzi di una parte influente degli Stati Uniti per una e alle conoscenze familiari e alle possibilità economiche che hanno consentito di avere una difesa di tutto rispetto per l’altro, dopo una sentenza in primo grado di 25 e 26 anni ed un’attesa di 4 anni di carcere per la sentenza di secondo grado, sono stati giudicati innocenti per non aver commesso il fatto.

La giustizia italiana prevede un terzo grado di giudizio al quale si andrà, presumibilmente, nel giro di un anno. Non ci si aspetta però grossi stravolgimenti rispetto alla sentenza di secondo grado che, se dovesse confermare l’innocenza, dimostrerebbe comunque una grande falla nel sistema che ha tolto a due giovani quattro lunghi anni della loro vita, se invece li dovesse giudicare colpevoli, determinerebbe comunque una sconfitta del sistema le cui lungaggini non hanno permesso subito di individuare i colpevoli dell’omicidio della giovane Meredith.

A breve si conosceranno le motivazioni della sentenza che devono essere depositate entro 90 giorni dall’appello di secondo grado e solo allora sapremo i motivi che hanno portato al rilascio dei due giovani, motivi che, al momento, sono estremamente farraginosi e divergenti, c’è chi infatti urla all’assoluzione piena per non aver commesso il fatto e chi invece insinua il dubbio della mancanza di prove.

Quello di Perugia è solo l’ennesimo processo che si svolge attraverso i media, prima che nelle aule di tribunale, nonostante esista un “Codice di autoregolamentazione in materia di rappresentazione di vicende giudiziarie nelle trasmissioni radiotelevisive”, sottoscritto dall'Ordine nazionale dei Giornalisti e dalle principali emittenti nazionali (Rai, Mediaset, T.I. Media), entrato in vigore nel 2009. Ma chiunque continua a far bella mostra di teorie supportate da plastici ed esperti di ogni materia criminale, finendo così per suggestionare e confondere l’opinione pubblica in nome dello share.

Il risultato è quello di un giudizio popolare che travalica i confini delle aule dei tribunali, arrivando persino a disconoscere i risultati delle indagini e le sentenze di legge, decretando innocenti e colpevoli spesso sulla base di elementi utili per lo spettacolo, ma non certo per la ricerca della verità e della giustizia.