“Circuito chiuso”. La crisi diventa un corto

di Francesca Elia

Un cortometraggio che racconta un disagio contemporaneo, gli effetti, le conseguenze e le speranze legate alla perdita del lavoro. Un messaggio finale di speranza per l’Italia? (Francesca Elia)

circuito_chiuso Capelli grigi, 40 anni superati da un po’, occhi scavati che manifestano il disagio di chi vive in prima linea il problema della crisi. Un Italiano che si ritrova con un futuro tra le mani ancora da decidere, poche opportunità, tante porte sbattute in faccia. E’ la storia del protagonista del cortometraggio “Circuito chiuso”, scritto da Riccardo Loffredo e diretto da Valentino Innocente, spinti dalla voglia di proiettare la telecamera su una realtà quotidiana vissuta da migliaia di Italiani e non solo. Il tentativo del riscatto che si trasforma in fallimento puro.

Non c’è via d’uscita, l’esperienza e la preparazione non bastano, le rughe hanno un loro peso nel mondo del lavoro, accompagna chi osa con prudenza e al giorno d’oggi la prudenza non ripaga troppo. Un giornale pieno di cerchi rossi fiduciosi in una nuova assunzione, vestito elegante e barba fatta, indossati da chi abbandona i propri ideali e aspettative, spinto dall’esigenza di avere una base economica su cui poter contare. Ciò che vuoi e ti porta dignità, ciò che ti rende soddisfatto ora non conta, conta il mutuo da pagare, le spese da sostenere per la famiglia, conta solo ciò “che serve”. Loffredo e Innocente danno voce e immagini ad una problematica che attira i media solo quando sfocia nella più estrema tragicità; il suicidio attira i riflettori, i giornali e la televisione, se la disperazione non porta a gesti così sbagliati resta in un angolo, senza voce, priva di interesse. Lo spiraglio di una speranza si intravede nel sorriso fiducioso della figlia del protagonista, un sorriso che sa di dovere manifestare un suo sostegno e fiducia verso un padre considerato, come da tutti i figli, un supereroe senza tempo, che ora sembra privato dei suoi poteri, schiacciato da una realtà che lo ha sopraffatto. E’ il racconto di una crisi che si insinua nella vita di quest’uomo, impossessandosi dei suoi affetti, delle sue decisioni e del suo tempo.

Il cortometraggio è stato finanziato mediante un crowdfunding, si tratta di una raccolta fondi gestita mediante la pagina Facebook “Circuito chiuso”, dove Innocente ha richiesto prima una partecipazione virtuale e, una volta raggiunti i 5000 euro per la realizzazione del progetto, ha fornito le coordinate per un contributo concreto. Una delle immagini più forti viene presentata durante il colloquio di lavoro tra il protagonista e un dirigente delle risorse umane che trovandosi dinanzi un uomo disposto a tutto, anche ad accettare contratti a tempo determinato, pur di liberarsi dall’abbraccio asfissiante della crisi, gli porge una pistola, gli offre una possibilità, gli indica una strada da seguire che lo porterà lontano da tutto, dalle problematiche, dalle mancanze, dalle delusioni, dalla vita. Un cortometraggio- denuncia che vuole mandare un messaggio alla società: la vita è un pacchetto che comprende anche la crisi, lo smarrimento, ma c’è sempre qualcosa a cui potersi aggrappare, una speranza che fa superare l’ostacolo. Un messaggio di incoraggiamento per il nostro paese? Per ora è messaggio da ascoltare e vedere, ricercando una propria interpretazione. E’ possibili visionare il trailer del corto sulla pagina di Youtube.