19 marzo, Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime delle mafie

di Ermenegilda Langella

Oggi 19 marzo 2012 ricorre il diciottesimo anniversario della morte di Don Peppino Diana, ucciso per mano della camorra nel 1994 mentre si preparava a celebrare la messa all'interno della chiesa di San Nicola di Bari a Casal di Principe, in provincia di Caserta. (Ermenegilda Langella)

GiuseppeDiana La sua morte fu voluta dal clan dei Casalesi, in quegli anni dominato da Francesco Schiavone detto Sandokan; che si sentì sfidato da don Peppe Diana attraverso lo scritto 'Per amore del mio popolo non tacerò'' diffuso nel Natale del 1991 in tutte le chiese della zona, un vero e proprio manifesto per i preti anticamorra.

Per commemorare il sacerdote, divenuto suo malgrado un eroe e simbolo della lotta alla camorra, oggi sono previste numerose iniziative in tutta la Campania nonché la chiusura delle scuole, da tre anni, infatti, il 19 marzo viene celebrato, in onore di Don Peppino e delle tantissime vittime innocenti, morte per mano della criminalità organizzata, la «Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime delle mafie».

In memoria di un giovane sacerdote ucciso perché “armato” di parola ed onestà citiamo il passo di Gomorra di Roberto Saviano che lo ricorda: “Si muore per un sì e per un no, si dà la vita per un ordine e una scelta di qualcuno, fate decenni di carcere per raggiungere un potere di morte, guadagnate montagne di danaro che investirete in case che non abiterete, in banche dove non entrerete mai, in ristoranti che non gestirete, in aziende che non dirigerete, comandate un potere di morte cercando di dominare una vita che consumate nascosti sotto terra, circondati da guardaspalle. Uccidete e venite uccisi in una partita di scacchi il cui re non siete voi ma coloro che da voi prendono ricchezza facendovi mangiare l'uno con l'altro fin quando nessuno potrà fare scacco e ci sarà una sola pedina sulla scacchiera. E non sarete voi. Quello che divorate qui lo sputate altrove, lontano, facendo come gli uccelli che vomitano il cibo nella bocca dei loro pulcini. Ma non sono pulcini quelli che imbeccate ma avvoltoi e voi non siete uccelli ma bufali pronti a distruggersi in un luogo dove sangue e potere sono i termini della vittoria. È giunto il tempo che smettiamo di essere una Gomorra...”.