Quando studiare ti fa indebitare fino al collo

di Francesca Elia

Gli student loans, prestiti d’onore per gli studenti, hanno creato non poche difficoltà ai cittadini americani. (Francesca Elia)

student_loans “How can i ever pay that bank now?” Una studentessa statunitense mostra ai media un cartellone con questa scritta che racchiude tutti i suoi timori per un futuro ancora da pagare e lo sconcerto per un sistema universitario di finanziamento risultato fallimentare. L’ America è in ginocchio, gli student loans , i famosi prestiti d’onore messi a disposizione da enti privati o dallo Stato per consentire agli studenti di pagare le rette universitarie , non hanno rispettato le previsioni positive. La situazione ha preso una piega inaspettata: molti Americani non riescono a saldare il debito, addirittura ex studenti pensionati si ritrovano con un‘ammontare complessivo di 36 miliardi da restituire. Il 25 aprile 2012 il debito totale, considerando gli student loans per tutte le fasce d’età, raggiungerà i 1000 miliardi. “Una palla al piede che ti porti fino alla tomba”, così fotografa la situazione William Brewer, presidente di un'associazione di avvocati, impegnato nelle dichiarazioni di bancarotta dei consumatori. La gravità dell’accaduto sta nel non poter azzerare il debito in quanto la procedura della bancarotta non è consentita in tale ambito.

L’Italia, che da tempo strizza l’occhio al sistemi di finanziamento universitario americano, si ritrova ad assistere alle proteste organizzate negli USA dalle “vittime della società”, incapaci di trovare una via d’uscita. Nel nostro Paese, infatti, l’Università ha a disposizione un Fondo di finanziamento statale erogato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR), composto da due tipi diversi di assegnazioni: il fondo per il finanziamento ordinario (FFO) che rappresenta la quota più consistente della parte attiva del bilancio degli atenei, notevolmente ridotto dopo la riforma Gelmini; il fondo di finanziamento straordinario, inferiore al 5% dell’FFO. Vi sono poi contributi degli studenti( rette universitarie), contributi dei privati( in base a ricerche e scoperte nei laboratori), finanziamenti da altri Ministeri e Fondi provenienti dall’Unione Europea per la partecipazione ai programmi quadro( es. Erasmus). Gli studenti vengono agevolati solo mediante l’erogazione di borse di studio annuali e riduzioni delle tasse, in base al reddito familiare.

Guardando all’esempio statunitense, e alla grave situazione che si è creata, i prestiti d’onore universitari non sembrano la giusta strada da percorrere, almeno in questo momento storico-sociale.

L’America intanto si mobilita e il 25 Aprile prossimo prenderà avvio la campagna "Occupy Student Debt Campaign". Borse di studio o prestiti d’onore? Anche il diritto allo studio diventa un prodotto da commerciare, a volte mal venduto al pubblico.