Strage di Capaci: "Quando avevo vent'anni. 1992-2012"

di Francesco Cannone

In occasione del ventunesimo anniversario della strage di Capaci, ServizioCivileMagazine intervista il giornalista Ettore de Lorenzo, autore di “Quando avevo vent’anni – 1992/2012. Interviste, riflessioni e ricordi su Falcone e Borsellino”. (Francesco Cannone)

copertina_quando_avevo_vent_anni Sbarcano nel capoluogo siciliano le “Navi della Legalità”: una proveniente dal porto di Napoli e una dal porto di Civitavecchia; una dedicata a Giovanni Falcone e l'altra a Paolo Borsellino. Ventuno anni dopo quel 23 maggio 1992, “quando una bomba azionata da un detonatore a distanza fece saltare per aria, sull'autostrada A29, nei pressi di Capaci, vicino Palermo, le auto blindate del giudice Falcone, di sua moglie Francesca Morvillo e dei tre uomini della scorta, uccidendoli, dilaniandoli tutti. Una strage devastante. Assurda, impossibile, deflagrante”.

ServizioCivileMagazine ne prende a prestito le parole e intervista Ettore de Lorenzo, autore di “Quando avevo vent'anni – 1992/2012”. Non la solita retorica o cronistoria su Falcone e Borsellino. Ma un libro “nuovo”, “vivo”, “a struttura aperta”, “emotivo”, che alterna interviste a riflessioni e ricordi. Interviste a personaggi di una certa età (tale che nel ‘92 avessero più o meno gli anni dei giovani d’adesso) e a vario titolo rappresentativi del mondo di Falcone e Borsellino: Luigi de Magistris, Attilio Bolzoni, Raffaele Cantone, Frankie HI-NRG, Leonardo Pieraccioni, Caparezza, Daniele Vicari, il blogger Zoro, Franco Battiato. Le stragi del ‘92 sono per l'autore uno di quei momenti topici nella memoria collettiva che segnano punti di svolta nel percorso personale e di una comunità. Mentre Giovanni e Paolo due giudici, due uomini dello Stato, due italiani, che con il loro lavoro cercavano solo di consegnarci un Paese migliore dove vivere. Un paese da amare. Il loro insegnamento, per de Lorenzo, è stato questo. Ed è questo che ai giovani vuole insegnare: abbandonatevi alla forza dirompente dell’amore e della vita