Reggia di Carditello all’asta. Ora è patrimonio statale

di Ivana Vacca

Caserta: lo Stato acquisisce il Real sito borbonico per 11 milioni di euro. Soddisfazione di Bray in ricordo di Tommaso. (Ivana Vacca)

carditello_1 Per Tommaso Cestrone oggi sarebbe stato un giorno felice. L’angelo di Carditello - così era stato soprannominato – aveva negli ultimi due anni custodito volontariamente il Real Sito borbonico cercando di proteggerlo dalle continue violazioni e spoliazioni. Un depauperamento cominciato negli anni Venti del Novecento con l’affidamento degli immobili e dell’arredamento all’Opera Nazionale Combattenti e con la lottizzazione e vendita dei 2.070 ettari di terra limitrofa. Dalla vendita, allora, rimasero esclusi l’edificio centrale e i 15 ettari circostanti, i quali nel secondo dopoguerra entrarono a far parte del patrimonio del Consorzio Generale di Bonifica del Bacino Inferiore del Volturno. Seguì l’occupazione delle truppe tedesche che vi si stabilirono per poi vandalizzare il sito. "Last but not least" l’incuria nonché la razzia della malavita locale che ne ha fatto saccheggio rimuovendone persino gli stucchi, i pavimenti e l’impianto elettrico, e sversando, poco lontano, quintali di rifiuti tossici. Eppure l’area ancor prima di “Terra dei Fuochi” era “Terra di Lavoro”.

Nei pressi dell’Appia e circondata da distese boschive, la Reggia di Carditello fu costruita in stile neoclassico dall’architetto Francesco Collecini, allievo e collaboratore di Luigi Vanvitelli. Il complesso faceva parte di un gruppo di 22 siti di proprietà della dinastia reale dei Borbone tra i quali vi erano il Palazzo Reale di Napoli, la Reggia di Portici, la Reggia di Capodimonte e la Reggia di Caserta. Fu luogo di caccia per  Carlo di Borbone ma, soprattutto, per volere di Ferdinando IV, fiorente azienda agricola dedita alla coltivazione del grano e all’allevamento di pregiate razze equine e bovine. Dopo l’Unità d’Italia la residenza settecentesca finì tragicamente nel bottino del re Vittorio Emanuele II e cominciò il suo lungo declino.

carditello_2Lo scorso 26 ottobre Massimo Bray visitò il sito, qui incontrò e fu guidato da Tommaso, il quale il giorno di Natale pubblica su Facebook un messaggio al Ministro: “Auguri dalla Reggia di Carditello. Il mio Natale è qua”. Tommaso Cestrone, 52 anni, sposato e con figli, allevatore di professione e custode per passione, muore di infarto quella stessa notte.

Oggi, dopo tanti appelli e ben undici aste andate deserte, arriva al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere la svolta positiva. La SGA, società che deteneva il credito del monumento sotto sequestro, si è aggiudicata il bene, per conto del Mibact, con un’offerta di 11 milioni e mezzo di euro.

Il Ministro Bray, soddisfatto per essere riuscito a mantenere una promessa, ringrazia pubblicamente: “Caro Tommaso vorrei che Carditello diventasse proprio il simbolo della voglia di tutto il Mezzogiorno di operare un cambiamento forte, il simbolo di una comunità che si prende a cuore le proprie eredità culturali e storiche e le rende fruibili per la collettività intera e ne disegna, intorno al suo valore, un futuro di lavoro e benessere. Vorrei che il tuo impegno civile, la tua pazienza fossero conservati nelle mura di Carditello perché con il tuo amore ci hai insegnato che il patrimonio culturale è un bene collettivo, un grande valore di civiltà, di cui tutti dovrebbero sentirsi responsabili”.

Da oggi la Reggia è di tutti e da oggi parte una nuova sfida: quella del recupero del sito. Le iniziative non si lasciano attendere, come la campagna Angeli #PerCarditello nata allo scopo di “stimolare l’opinione pubblica locale e nazionale” come “primo tassello di una collaborazione che vada oltre l’emergenza e punti a fare di Carditello un esempio di rinascita culturale, economica e sociale per il Sud e tutta l’Italia”.